domenica 18 ottobre 2020

la nostra capacità di giudizio

Quando ho letto che Trump era positivo al COVID, è successa una cosa terrificante. Non ci ho creduto. E non solo io. Praticamente tutti quelli che conosco per prima cosa hanno pensato a una sorta di manipolazione. Farà finta di essere positivo, per poi dimostrare che non è niente di grave. Oppure è un trucco per non andare al prossimo dibattito. Qualcuno ha perfino buttato lì che volesse infettare Joe Biden, farlo fuori, chissà da lui ci si può aspettare di tutto. E cosa sono questi? Complotti. Odio i complotti e tutti i complottisti con tutte le mie forze. Come ho potuto avvicinarmi a certe idee? Proprio io che leggo tanto, mi informo, confronto le fonti?

Dopo aver controllato e ricontrollato che la notizia fosse vera, mi sono fermata a riflettere su quanto tutti questi anni di Trump abbiano compromesso la nostra capacità di giudizio. Quando qualcuno ti costringe a confrontarti con menzogne e assurdità ogni giorno per quattro anni, è molto difficile rimanere del tutto indifferenti. Si finisce per dubitare di tutto.

E' per questo che ho amato alla follia la giornalista Savannah Guthrie che l'altra sera ha chiesto a Trump perchè diffonda notizie false e senza nessun fondamento nella realtà (in quel caso si riferiva al fatto che Trump aveva ritwittato la teoria che Bin Laden non sia stato veramente ucciso, ma era solo l'ultima sparata in ordine di tempo) e quando lui ha risposto "così ognuno può farsi la sua opinione", lei ha ribattuto: "Lei è il presidente, non lo zio matto che può ritwittare cose a caso!''.
Sappiamo per certo che il medico di Trump ha mentito più volte riguardo alle sue reali condizioni di salute, ma sono sicura che l'impressione per milioni di americani sia stata che non abbia avuto niente di grave. Tanti scettici avranno tratto la conclusione che se una persona anziana con quei fattori di rischio, se la cava in pochi giorni, il coronavirus non è davvero niente di importante.
Dubito si rendano conto che un cittadino qualunque non riceva la stessa assistenza sanitaria che ha ricevuto Trump. Ma al di là di questo, volevo raccontarvi della nostra baby sitter, che invece è molto giovane e sulla carta non ha gli stessi fattori di rischio.
Purtroppo non la vediamo da febbraio, ma rimaniamo in contatto. Quando eravamo in Colorado, a luglio, mi scrisse di essere positiva al COVID e che era al pronto soccorso. Non c'era davvero nulla che potessi fare per lei. Non avrei potuto fare nulla nemmeno se fossi stata in città.
La sua situazione precipitò molto velocemente purtroppo. Ha passato due settimane in terapia intensiva, ha rischiato di morire, ma ce l'ha fatta. Ha raccontato di avere ricevuto cure eccellenti e ha avuto una sorta di svolta mistica.
Ieri l'ho risentita. Mi ha detto che questa settimana, quattro mesi dopo il contagio, è finalmente tornata al lavoro, ma che ha ancora diversi sintomi come la caduta dei capelli e soprattutto che fa ancora fatica a respirare dopo qualche passo.
Le ho detto che ero felice che finalmente stesse ricominciando la sua vita di sempre, ma che mi dispiaceva tantissimo che non si fosse ancora ripresa completamente dopo tutto questo tempo e soprattutto che avesse dovuto vivere un'esperienza così traumatica.
La sua risposta mi ha stupito.
Mi ha detto che si sente fortunata per due motivi. Prima di tutto perchè due suoi conoscenti non sono sopravvissuti e lei sí. Poi è contenta che sia successo proprio a lei perchè la sua famiglia e i suoi amici non avevano preso la cosa sul serio e adesso invece, avendo visto con i propri occhi quello che può succedere, stanno farcendo del loro meglio per prendere delle precauzioni.
Insomma, credo che lei pensi di aver salvato i suoi cari con il suo "sacrificio". Probabilmente quest'idea ha a che fare anche con la sua conversione religiosa però ci sta: siamo cosí stupidi a volte che se non vediamo le cose con i nostri occhi, se non le viviamo in prima persona, non siamo capaci di affrontarle.

4 commenti:

Bulut/Nuvola ha detto...

Io credo che quest'anno a maggio me lo sono preso. L'evidenza è che a maggio mi sono ammalata, febbre per tre giorni, dolori articolari che sono rimasti per due settimane.
Un pelo di tosse. Ovviamente sono stata a casa e sono uscita solo dopo 14 giorni dalla cessazione dei sintomi.

Qui in Svezia il medico non lo vedi se non in caso di morte o quasi, quindi nessuno mi ha fatto tampone etc. Non ero grave, sono stata a casa.

Ad agosto, prima di un viaggio, mi faccio il test per gli anticorpi e li ho. Suppongo allora che probabilmente mi sono ammalata a maggio.

Nel mio caso mi è andata di lusso. Al momento non porto alcuna conseguenza. Non conosco altre persone direttamente, ma una mia collega dice che una sua studentessa ha a tutt'oggi una stanchezza anormale. Non si è ancora ripresa da.... Sei mesi ormai?

Non so se si tornerà mai alla vecchia normalità. Le persone devono stare accorte purtroppo. Occorre ripensare anche l'educazione... Però solo online è davvero difficile. Non so. Forse piccoli gruppi? Più insegnanti? Classi più grandi?

Qui in Svezia i piccoli (fino al nono grado) sono andati e continuano ad andare a scuola senza interruzione. Ma, appunto, ci sono norme per tenere la distanza.





Nonsisamai ha detto...

Quello che mi dispiace è che questi mesi siano stati sprecati a "sperare" o a ignorare il problema invece di mettere in atto un piano preciso per garantire almeno il ritorno a scuola di tutti. E poi anche i test, il tracciamento, il potenziamento dei mezzi pubblici... E ora siamo punto e a capo come era prevedibile.

Antonella ha detto...

E non ti dico allora che cosa ho pensato (...sperato) io quando ho sentito la notizia!

nonsisamai ha detto...

Antonella: non sei di certo l'unica! p.s. che bello il tuo sito, non l'avevo mai visto!