L'altro giorno siamo tornati al parco della roccia, dove ho fatto quello stranissimo incontro con la maestra di Woody.
Joe deve aver avuto uno dei suoi rari momenti di temerarietà perchè in un baleno, dimenticandosi delle sue vertigini paralizzanti, ci è salito sopra.
Un suo compagno di scuola, uno bravo con cui gioca spesso, ha subito capito cosa stava succedendo ed è corso da lui.
- Joe stai bene? Ce la fai? Fai tutto quello che ti dico, non avere paura.
Joe aveva come delle macchie rosse sulle guance, era pallidissimo. La paura fa brutti scherzi.
Mi ha guardato solo per un attimo e con la forza del pensiero mi ha comunicato forte e chiaro una parola: pentimento.
Ero tentata di intervenire, ma non l'ho fatto (pat pat sulla spalla a me). Ho sdrammatizzato. Gli ho detto che era stato bravissimo a salire, che non avrebbe avuto nessun problema a scendere e ho fatto un passo indietro.
Il suo amichetto con tanta, tanta, pazienza gli spiegava dove mettere i piedi e le mani e pian piano l'ha guidato giù.
Mica male come livello di maturità per un bambino di seconda elementare. Che ragazzino stupendo, correre ad aiutare un amico in difficoltà prima ancora di essere chiamato. Pensavo che una volta giù, Joe lo avrebbe ringraziato o gli avrebbe detto qualcosa, invece nulla. L'ha praticamente ignorato.
E' un periodo che ogni giorno torna a casa e mi racconta le piccole angherie di un certo compagno di scuola. Ma lascialo stare, gli dico sempre. E lui invece insiste, vuole essere accettato.
Ho cercato di fargli capire la bellezza del gesto che aveva appena ricevuto.
- Joe è questo è il tipo di persona che vuoi come amico. Guarda che non ce ne sono tanti così in giro.
Sì sì.
E lì come genitore, capisci che davvero ognuno deve vivere la sua vita e sbattere contro i propri muri in totale autonomia.
Del resto, quelli che ti trattano male, da che mondo e mondo, esercitano un fascino particolare e non c'è nulla che possa dire a mio figlio che possa eliminare questo fatto. Deve arrivarci da solo.
Deve capirlo da solo che la cosa forse più importante in assoluto nella vita è circondarsi di persone che ti apprezzino e siano disposte a correre in tuo soccorso.
Quelli che corrono in tuo soccorso perfino prima che tu chieda aiuto poi, bisognerebbe tenerseli stretti stretti per sempre e ringraziarli ogni giorno. In un mondo perfetto, dico.
E' che se sono noiosi...
4 commenti:
Dopo la banalità del male, la "noiosità" del bene :-)
Ah ah! Però un po' è vero. Il bambino bulletto si inventa un sacco di giochi, lo incuriosisce di più.
Anche da grandi le dinamiche non sono poi tanto diverse.
;)
m perchè non era così anche per noi da piccoli??
Io ricordo che, alle medie , le mia amiche morivano dietro ai bulletti che erano più adatti al riformatorio che alla scuola.
Io non ho mai capito perchè
simona
Simona: un po'anche da grandi. Come dice Woody Allen "non vorrei mai fare parte di un club che accetti fra i suoi membri uno come me"
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