Tante piccole cose che vedi e che ti danno da riflettere.
In un negozio di cosmetici in cui sono stata, ad esempio, tutti i fondotinta erano chiari, eppure anche in Italia ci sono donne non bianche. Come mai? Un caso? Ci sono altri negozi per le donne di colore? Cosa significa?
Piccole cose così. Oppure grandi, enormi.
In un ristorante, una volta, un mio amico ha ordinato un hamburger con patatine fritte e gli è arrivata quella che a casa mia si chiamava "la Svizzera", cioè la carne trita senza il pane. Questi sì che sono traumi. In Texas per un affronto simile ti becchi una pallottola.
Poi ci sono quelle cose che non ho mai capito bene. In Italia se non hai la cuffia di solito non entri in piscina: qui questa cosa non l'ho mai vista invece. Non so nemmeno come si dica cuffia in inglese. Gli unici che la mettono sono quelli che si allenano facendo le loro vasche avanti e indietro, se vogliono, per il resto niente cuffia. Boh?
Un'altra cosa che ho trovato curiosa, i guanti per prendere la frutta al supermercato. Non ho approfondito molto, ma la mia impressione è stata: ma come? Tutta questa fatica per ridurre il consumo di buste di plastica (in Italia non solo si pagano sempre -qui no- ma sono anche fatte di un materiale più biodegradabile) e poi sprecano casse di guanti usa e getta quando la frutta a casa, devi lavarla lo stesso? Non ho capito. Se lo sapete spiegatemelo per favore. La risposta tipica che ho avuto quando ho detto che qui non si usano i guanti è stata che schifo, ma non mi ha chiarito molto le idee.
Se devo dirvi però seriamente, una cosa una che mi ha dato fastidio mentre ero in Italia e che ogni volta mi faceva addirittura pensare che non ci volevo vivere in un posto così, era il sistematico NON rispetto di regole basilari.
Per farvi un esempio banale, l'ultimo in ordine di tempo. In aeroporto, dopo il check-in, si arriva davanti a una porta con scritto a lettere cubitali: ingresso consentito solo ai viaggiatori, chi non ha la carta di imbarco resta fuori. A me è sembrato normale, salutare i miei a quel punto. Ma figurati! E infatti loro come tutti gli altri sono entrati. Sono passati proprio sotto il naso delle guardie che non hanno battuto ciglio perché evidentemente é normale così: c'é un cartello con una regola vagamente incomprensibile e nessuno la rispetta. Ma tu che leggi il cartello, come fai a sapere che puoi ignorarlo? Quello sì e altri no? Perché non lo tolgono allora?
Stesso problema, ma con livelli di stress decisamente superiori alla guida. Premetto che non mi piace guidare in Italia. Ho sempre fatto il possibile per muovermi con i mezzi pubblici anche quando vivevo lì, ma a volte è necessario mettersi al volante.
Per me era normale: limite 50, vado a 50 o poco più. Invece, sulla strada per il campo estivo che facevo tutti i giorni, una strada in mezzo ai campi di sole due corsie dove spesso trovi ciclisti o motociclisti, il limite era 50 e venivo superata magari a 80. A me sembra pazzesco rischiare di investire qualcuno per arrivare un minuto prima. Mi sembravano insensati anche i limiti troppo bassi molte volte. Così in un tratto stradale su cui stavano facendo dei lavori, ad esempio, il limite scendeva a 30 o 40, io andavo a 50-60 perché altrimenti mi facevano fuori e venivo superata a 70-80 ma anche 90 o chissà quanto con smadonnamenti vari, fari, ecc. Mi sono fatta un sacco di amici guidando in Italia quest'estate.
Un'altra cosa che trovavo inquietante era che gli attraversamenti pedonali, moltissimi rispetto a qui, venivano per lo più ignorati. Io rallentavo per assicurarmi che non sbucasse nessuno e mi suonavano. I pedoni devono davvero stare molto molto attenti, magari alzare un braccio e non mi sembra giusto. Sopravvivere è un loro diritto non una grazia concessa dagli automobilisti.
Ieri guidavo in centro a Dallas che, fra l'altro, è famosa qui per avere automobilisti piuttosto prepotenti, e a un certo punto ho notato che non mi bestemmiavano contro. Guarda te. Doppio shock culturale al contrario?
Seguivo i limiti e anche gli altri lo facevano e nessuno ti suona se non riparti immediatamente al semaforo o in realtà per nessun motivo di solito. Sono piccole cose, ma non così piccole.
Davanti a casa dei miei c'è un parco giochi e c'è anche un'area cani recintata. Ecco, un giorno c'erano tre signore al parco giochi con i figli e i cagnolini liberi che si lamentavano ad alta voce di quanto fosse cafone quel tale che non raccoglieva mai i bisogni del cane dentro all'area cani. Quando si dice la coerenza, vediamo la pagliuzza e non la trave.
Non dico che si debba essere inflessibili in tutto, ma in Italia dal mio punto di vista, è un caos. Ci sono così tante regole che non capisci quali sono quelle vere, quelle che devi rispettare sul serio e quelle che tutti ignorano e se le rispetti quasi crei problemi.
Un mio amico, ad esempio, ha preso una multa per aver fatto i fari per avvertire un automobilista che veniva in senso contrario dell'autovelox. Si può prendere una multa per questo motivo. Poi magari tutti vanno a 90 su una strada dove il limite è 50 e non succede nulla. Ci si abitua come ci si abitua a tutto, ma vivere così, adesso come adesso, lo trovo snervante.
In un negozio di cosmetici in cui sono stata, ad esempio, tutti i fondotinta erano chiari, eppure anche in Italia ci sono donne non bianche. Come mai? Un caso? Ci sono altri negozi per le donne di colore? Cosa significa?
Piccole cose così. Oppure grandi, enormi.
In un ristorante, una volta, un mio amico ha ordinato un hamburger con patatine fritte e gli è arrivata quella che a casa mia si chiamava "la Svizzera", cioè la carne trita senza il pane. Questi sì che sono traumi. In Texas per un affronto simile ti becchi una pallottola.
Poi ci sono quelle cose che non ho mai capito bene. In Italia se non hai la cuffia di solito non entri in piscina: qui questa cosa non l'ho mai vista invece. Non so nemmeno come si dica cuffia in inglese. Gli unici che la mettono sono quelli che si allenano facendo le loro vasche avanti e indietro, se vogliono, per il resto niente cuffia. Boh?
Un'altra cosa che ho trovato curiosa, i guanti per prendere la frutta al supermercato. Non ho approfondito molto, ma la mia impressione è stata: ma come? Tutta questa fatica per ridurre il consumo di buste di plastica (in Italia non solo si pagano sempre -qui no- ma sono anche fatte di un materiale più biodegradabile) e poi sprecano casse di guanti usa e getta quando la frutta a casa, devi lavarla lo stesso? Non ho capito. Se lo sapete spiegatemelo per favore. La risposta tipica che ho avuto quando ho detto che qui non si usano i guanti è stata che schifo, ma non mi ha chiarito molto le idee.
Se devo dirvi però seriamente, una cosa una che mi ha dato fastidio mentre ero in Italia e che ogni volta mi faceva addirittura pensare che non ci volevo vivere in un posto così, era il sistematico NON rispetto di regole basilari.
Per farvi un esempio banale, l'ultimo in ordine di tempo. In aeroporto, dopo il check-in, si arriva davanti a una porta con scritto a lettere cubitali: ingresso consentito solo ai viaggiatori, chi non ha la carta di imbarco resta fuori. A me è sembrato normale, salutare i miei a quel punto. Ma figurati! E infatti loro come tutti gli altri sono entrati. Sono passati proprio sotto il naso delle guardie che non hanno battuto ciglio perché evidentemente é normale così: c'é un cartello con una regola vagamente incomprensibile e nessuno la rispetta. Ma tu che leggi il cartello, come fai a sapere che puoi ignorarlo? Quello sì e altri no? Perché non lo tolgono allora?
Stesso problema, ma con livelli di stress decisamente superiori alla guida. Premetto che non mi piace guidare in Italia. Ho sempre fatto il possibile per muovermi con i mezzi pubblici anche quando vivevo lì, ma a volte è necessario mettersi al volante.
Per me era normale: limite 50, vado a 50 o poco più. Invece, sulla strada per il campo estivo che facevo tutti i giorni, una strada in mezzo ai campi di sole due corsie dove spesso trovi ciclisti o motociclisti, il limite era 50 e venivo superata magari a 80. A me sembra pazzesco rischiare di investire qualcuno per arrivare un minuto prima. Mi sembravano insensati anche i limiti troppo bassi molte volte. Così in un tratto stradale su cui stavano facendo dei lavori, ad esempio, il limite scendeva a 30 o 40, io andavo a 50-60 perché altrimenti mi facevano fuori e venivo superata a 70-80 ma anche 90 o chissà quanto con smadonnamenti vari, fari, ecc. Mi sono fatta un sacco di amici guidando in Italia quest'estate.
Un'altra cosa che trovavo inquietante era che gli attraversamenti pedonali, moltissimi rispetto a qui, venivano per lo più ignorati. Io rallentavo per assicurarmi che non sbucasse nessuno e mi suonavano. I pedoni devono davvero stare molto molto attenti, magari alzare un braccio e non mi sembra giusto. Sopravvivere è un loro diritto non una grazia concessa dagli automobilisti.
Ieri guidavo in centro a Dallas che, fra l'altro, è famosa qui per avere automobilisti piuttosto prepotenti, e a un certo punto ho notato che non mi bestemmiavano contro. Guarda te. Doppio shock culturale al contrario?
Seguivo i limiti e anche gli altri lo facevano e nessuno ti suona se non riparti immediatamente al semaforo o in realtà per nessun motivo di solito. Sono piccole cose, ma non così piccole.
Davanti a casa dei miei c'è un parco giochi e c'è anche un'area cani recintata. Ecco, un giorno c'erano tre signore al parco giochi con i figli e i cagnolini liberi che si lamentavano ad alta voce di quanto fosse cafone quel tale che non raccoglieva mai i bisogni del cane dentro all'area cani. Quando si dice la coerenza, vediamo la pagliuzza e non la trave.
Non dico che si debba essere inflessibili in tutto, ma in Italia dal mio punto di vista, è un caos. Ci sono così tante regole che non capisci quali sono quelle vere, quelle che devi rispettare sul serio e quelle che tutti ignorano e se le rispetti quasi crei problemi.
Un mio amico, ad esempio, ha preso una multa per aver fatto i fari per avvertire un automobilista che veniva in senso contrario dell'autovelox. Si può prendere una multa per questo motivo. Poi magari tutti vanno a 90 su una strada dove il limite è 50 e non succede nulla. Ci si abitua come ci si abitua a tutto, ma vivere così, adesso come adesso, lo trovo snervante.
11 commenti:
Rispondo alla tua domanda sull'uso dei guanti al supermercato e ad altre tue perplessità. :)
Non c'entra niente il fatto che poi si lavi la frutta e la verdura vendita sfusa a casa propria. Non è la frutta a essere sporca, sono le *nostre mani* il principale veicolo di germi e batteri! Pensa solo ai germi del raffreddore o dell'influenza, principalmente diffusi proprio attraverso le mani (del resto, gli americani hanno la mania di lavarsi le mani col sanitizing liquid, antibatterico molto più costoso per il consumatore e più inquinante per l'ambiente dei guanti biodegradabili usa e getta).
L'uso dei guanti è obbligatorio per legge da molti anni e può imporlo qualsiasi supermercato: il suo scopo è evitare che siamo noi a contaminare la frutta e le verdura non confezionate, che poi altre persone magari toccheranno a loro volta. E non si tratta solo di contaminarla, ma anche semplicemente di sporcarla con mani impolverate, unte ecc.
https://www.newsfood.com/esperto-risponde-norme-igieniche-nel-punto-vendita-alimentari-per-clienti-e-personale/
L'obbligo di indossare la cuffia in piscina viene dal fatto che i capelli che naturalmente perdiamo intasano gli scarichi e sporcano la piscina. Avrai certo notato che anche nelle gare di nuoto gli sportivi indossano obbligatoriamente la cuffia. In inglese si chiama swimming cap, così come la cuffia per la doccia è shower cap. :)
Del resto, in Italia tutte le persone che lavorano a contatto col cibo e lo manipolano (cuochi, panettieri, commessi di gastronomie, macellerie, operai di industrie alimentari ecc.) hanno l'obbligo per legge di indossare una cuffia o un copricapo idoneo, per la stessa banale ragione igienica: impedire che i loro capelli finiscano nel cibo.
Quanto alle fontane, di cui l'Italia abbonda e che sono spesso monumenti storici o architettonici di pregio, ti immagini lo spettacolo indecoroso e la sporcizia se tutti i turisti, in un giorno di calura, vi si lavassero i piedi dentro o ci entrassero addirittura per farsi il bagno o rinfrescarsi i corpi sudati?
Ci sono stati, fra l'altro, vari, clamorosi episodi di inciviltà da parte di tifosi di calcio olandesi e francesi ubriachi che sono entrati nelle fontane di Roma, hanno sfregiato monumenti, urinato nell'acqua, gettato nelle fontane immondizia e bottiglie ecc. Veramente irrispettosi, disgustosi e incivili.
E ci sono anche stati casi di singoli turisti stranieri che si sono esibiti facendo il bagno bagni nudi nelle fontane romane senza essere Anita Ekberg nella Dolce Vita, e hanno preso sacrosante multe per questo. https://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/fontana_piazza_navona_nudo_bagno_multato-2501836.html
Per un motivo molto semplice: le fontane non sono né piscine né docce né bidè.
Ciao, buon rientro negli Usa! :)
Emy
Ah, oltre a swimming cap, la cuffia in inglese si chiama anche swim cap o bathing cap. Qui trovi un video sui trucchi professionali per indossarla nel modo migliore. È in inglese britannico, spero che non ti dispiaccia troppo l'accento. :) https://www.youtube.com/watch?v=Y2zfRbNN7Yo
Emy
https://www.quora.com/Why-do-some-swimming-pools-insist-on-everyone-wearing-swimming-caps
Forse frequenti poco le piscine e non conosci il problema. Sono stata a Dallas per qualche mese e regolarmente andavo in piscina a nuotare. Mi beccavo sempre una tizia con capelli lunghissimi e non ti sto a menzionare lo schifo di trovarmi i suoi capelli persi in acqua in faccia o tra le dita. Come vedere le doccie della piscina completamente vuote e decine di ragazzi uscire dalla stessa in accappatoio e costume e andarsene a casa così. In questo caso (forse l'unico) in Italia siamo avanti.
Emy: 1. Per il discorso dei guanti al supermercato. Il tuo link, fra l'altro da un sito che sarebbe da verificare, non chiarisce nulla. Innanzitutto nessuno ha parlato del pane. E poi ti rendi conto che i prodotti di cui parliamo vengono sottoposti a trattamenti chimici e toccati da una serie di persone ben prima di arrivare al supermercato oltre a essere trasportati su camion e navi dove possono esserci molto verosimilmente topi e altri tipi di contaminazioni? Chiaramente la frutta e la verdura vanno sempre lavate a casa e molto bene anche se al supermercato nessuno le tocca.
2. La cuffia. Fai confusione. La cuffia indossata dai nuotatori, si usa anche qui, ma non è quello di cui stiamo parlando. Dire che non conosco la parola era solo una piccola iperbole per esprimere il fatto che in 12 anni non l'ho mai usata.
Il link che suggerisci, mi viene il dubbio che tu non lo abbia letto. Dà un'opinione personale, molto stringata che di fatto non spiega nulla. Se ne può dedurre o che i filtri delle piscine americane siano più sofisticati o che c'è qualche altra spiegazione dato che la cuffia anche in Italia è obbligatoria solo in alcune piscine e in altre no.
3. Sei fuori strada anche sulla questione delle fontane. Nel nel post si parla di fontane a raso pavimento moderne, non di fontane in generale.
Ti ringrazio per i commenti, ma ho la sensazione che questo eccesso di zelo, ti abbia impedito di afferrare il senso generale e profondo del discorso. O forse non l'ho trasmesso bene io questo senso, anche questo è possibilissimo. Ciao!
Anonimo: frequento le piscine, ci sono stata proprio oggi. Forse sei stato un po'sfortunato quando eri a Dallas. Non ho mai notato differenze fra le piscine americane e quelle italiane e soprattutto niente ciocche di capelli galleggianti. E poi in cosa consiste questo essere "avanti" che dici tu se queste cuffie non sono obbligatorie in tutte le piscine, ma solo in alcune?
Tutte volte che ritorno in Italia sono stupefatto da quanto sia pericoloso guidare in Italia, da quanto rischio ogni volta che prendo la macchina, la bici, o quando vado semplicemente a piedi, per tutti i motivi che descrivi anche tu. Un problema molto italiano, perché all’estero ci sono cose che gli automobilisti non si sognerebbero mai di fare (e.g. MAI sorpassare con la linea continua in Portogallo: da noi è un obbligo morale se quello davanti rispetta il limite di velocità). Perché non c’è mai nessuno che le “impone”? Eppure ci guadagneremmo tutti, da molteplici punti di vista, e non sempre sarebbe così impossibile da fare.
Nonsisamai, mi dispiace che le mie risposte a quelle che sembravano tue domande reali e non retoriche ti siano sembrate "eccesso di zelo", ma sembravi sinceramente non conoscere i motivi dietro gli aspetti culturali che hai citato. Forse è la quantità di testo that's put you off reading it, ma non c'era alcuna polemica da parte mia. Ti ho solo offerto solo banali spiegazioni, che magari ti hanno dato fastidio.
1. I guanti. Il link al sito te l'ho messo semplicemente perché vi si cita esattamente un brano della legge italiana che regola la questione. Che dice chiaramente:
"È vietato impiegare nella preparazione di alimenti o bevande, vendere, detenere per vendere … o comunque distribuire per il consumo, sostanze alimentari: … b) in cattivo stato di conservazione; [ cioè detenute, ad esempio nei punti vendita, in modo contrario alle norme igieniche] … d) INSUDICIATE, invase da parassiti, in stato di alterazione o comunque NOCIVE,
Quali dispositivi utilizzare (guanti monouso, cuffie, mascherine, ecc.) ed in che modo dipende da quanto i responsabili considerino elevati i RISCHI, dato che su di essi ricadrebbero le conseguenze di eventuali ispezioni con esito negativo o, addirittura, di danni alla salute."
Si tratta, semplicemente di una precauzione EXTRA contro il rischio del passaggi di germi e batteri da un cliente all'altro attraverso le mani. Evidentemente in Italia di questo rischio ci si preoccupa molto di più Ti ricordo anche che guanti (e cuffie) sono indossate da tutti gli addetti alla produzione industriale e alla manipolazione del cibo, così come dai commessi che tagliano cibo sfuso (il reparto gastronomia dei supermercati) e nei negozi. Solo in rarissimi negozietti al dettaglio ormai non vedi il commesso con i guanti che ti impacchetta il pane o la frutta (e poi magari tocca anche i soldi, se è solo nel negozio), ma è contro la legge e quasi tutti nelle panetterie i guanti li mettono. Nelle macellerie italiano l'obbligo per l'esercente di indossare guanti è tassativo da anni.
2. La cuffia. Non faccio alcuna confusione. La cuffia indossata dai nuotatori che gareggiano è esattamente identica, almeno in Italia, in UK e in molti altri paesi, alla cuffia usata da quelli che vanno in piccole piscine per imparare a nuotare o solo per divertirsi e rinfrescarsi, a qualsiasi età. Quello che cambia è solo la dimensione della piscina e delle corsie.
Il motivo, come ben si spiega nella risposta del link al forum di Quora, che ho letto benissimo (non posto link a siti senza averli letti) è che i capelli, specie se lunghi, ingolfano e sporcano le piscine.
Nella risposta di un utente si dice infatti: "Back when women had to wear swim caps and men didn’t, the explanation was that long hairs fell out while swimming, got into the drain and clogged the filter mechanism. Short hairs didn’t have the same effect. Then you had the 60’s where some women cut their hair short and some men grew theirs, rendering the gender divide ridiculous. Most pools just gave up on the headwear for both genders. Some required it for both. “HAIR IN THE DRAIN” was always the reason I was given."
Il link al sito inglese su come si indossa la cuffia, invece, te l'ho messo solo perché è in inglese e vi si parla di swim cap, per darti l'esempio dell'uso del termine oltre a swimming cap, che ti avevo già detto sopra. Da quello che hai scritto ("Non so nemmeno come si dica cuffia in inglese") non si capiva affatto che la tua affermazione non era seria e dunque ti ho dato una risposta. Non ci sarebbe niente di male a non sapere come si dice una parola anche se si vive da anni in un certo stato e la parola è semplice, se non si ha mai avuto l'occasione di usarla.
In Italia in tutte le piscine, così come in Inghilterra, in Germania, in Australia e in molti altri stati, che siano piscine olimpioniche con corsie regolamentari o piscine più piccole senza corsie o non adatte alle gare, è obbligatorio l'uso della cuffia, perché i capelli intasano gli scarichi. Le piscine che frequenti tu in Texas sono evidentemente un'eccezione. Io mi chiederei il contrario, cioè perché non sempre negli Usa venga osservata una norma igienica tanto diffusa, ma non è che poi la cosa sia di grande importanza per me.
Inoltre, spesso su nostri capelli ci sono lozioni, balsami, gel e oli che ovviamente sporcherebbe e ungerebbero l'acqua.
E c'è anche un altro motivo, fra l'altro ricordato nei link, per indossare una cuffia, di solito brightly coloured, in piscina: serve a essere identificati più facilmente e salvati più velocemente in caso di malore.
E, no, le ciocche di capelli NON galleggiano (ecco perché non le vedi in superficie), ma dopo un po' vanno sul fondo e vengono attratte dalla pressione del ricambio d'aria e d'acqua delle bocche degli scarichi, intasandoli o comunque sporcandoli.
3. Le fontane. Non sono affatto "fuori strada", temo. Non c'è alcuna differenza nella destinazione d'uso tra le fontane raso pavimento moderne e le fontane antiche: entrambe sono monumenti, elementi del decoro urbano e NON sono docce pubbliche, né piscine né bidè. Conosco benissimo la fontana di piazza Gae Aulenti a Milano, dato a che a Milano ci vivo, ed è una fontana disegnata da una grande architetta, intesa come opera d'arte per abbellire la città, non come sprinkler da giardino per rinfrescare l'aria o bagnare il pavimento di Milano. Fra l'altro, è situata in una zona ad altissima densità di turisti e di passanti, in Garibaldi, nel cuore della zona della movida milanese, e se fosse possibile usarla per lavarsi i gruppi di turisti e di giovani spesso brilli e fatti di coca che normalmente frequentano quella zona per bere l'aperitivo la userebbero per bivaccarvi attorno e per bagnarvisi, con spettacoli davvero poco edificanti. https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g187849-d3753085-i92066622-Piazza_Gae_Aulenti-Milan_Lombardy.html
Quanto alle altre differenze culturali che citi in questo e altri post, ti capisco e sono d'accordo, specie quando parli della guida in auto: ho vissuto per molti anni in UK, dove in macchina ci si ferma sempre davanti alle strisce pedonali, anche quando è evidente che non c'è nessuno che sta attraversando (cosa che in Italia ci farebbe fare la figura dei cretini, ma in Italia non ci si ferma neanche quando qualcuno che attraversa c'è! :'( ), si rispettano (quasi sempre) i limiti di velocità e in generale la guida è più lenta e molto meno stressante. E non ci si insulta e aggredisce così facilmente per la cattiva guida altrui.
Non così in Germania, dove almeno in autostrada ho notato velocità folli e notevole competitività alla guida. In Francia il modo di guidare l'auto è molto simile a quello italiano, anche se forse non si raggiungono i livelli di aggressività di certe metropoli italiche.
È buffo pensare che molti italiani invece ritengono gli americani incapaci di guidare, intruppati con lentezza in lunghe autostrade a tante corsie su macchinoni lunghissimi col cambio automatico, che da molti qui è ritenuto un sistema stupido e lento che non permette un'accelerazione scattante dell'auto. Io quando ero negli Usa e ho affittato una macchina l'ho trovato invece abbastanza comodo, anche se ci ho messo qualche minuto ad abituarmici, ma viaggiavo da turista, senza fretta.
A tutto si fa l'abitudine, e ci si adatta e si cambia, per poi notare le differenze culturali quando si torna in patria. È normale. Take it easy. Ciao! :)
Emy
Quello che racconti è normale, sono le differenze di paesi diversi.
Il non rispetto delle regole in Italia è tipico,e ovviamente lo si nota di più quando lo si guarda "da fuori".
E quando di guarda "da fuori" qualcosa si ha un giudizio più obiettivo.
Per la piscina non concordo.L'obbligo della cuffia c'è solo nelle piscine al chiuso, non in quelle all'aperto.
E comunque la cuffia, oltre che per igiene, è un aiuto nel nuoto.Io sarei infastidita dai capelli che mi vanno in faccia mentre nuoto, oltre adovermi preoccupare di perdere eventuali elastcici in piscina.
simona
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