lunedì 2 luglio 2018

del pasticcere cristiano e dei diritti civili

In questi giorni dopo il grande Gay Pride di sabato, sto pensando un po' a una strana conversazione che ho avuto appena arrivata qui in Italia con un carissimo amico omosessuale. Discutevamo di una recente sentenza della corte suprema americana, quella che ha dato ragione al pasticcere che si è rifiutato di fare una torta di nozze per un matrimonio gay. 

La sentenza è complessa. Non si tratta certo di un'affermazione dei diritti civili, ma fortunatamente non stabilisce nemmeno il principio che ognuno possa servire chi vuole sulla base delle preferenze sessuali o religiose o del colore della pelle. È una sentenza importante, ma che si esprime su questo singolo caso, diciamo così. Ad ogni modo ha fatto discutere tantissimo. 

Non avrei mai immaginato che proprio questo mio vecchio amico quasi prendesse le parti del pasticcere. Diceva che lo stato non può discriminare, ma che in fondo è giusto che il pasticcere non faccia la torta per la coppia gay, è il suo negozio, decide lui. Non deve essere una posizione così assurda se la decisione dei giudici è stata questa (o no? Ho dei forti dubbi...), ma sono rimasta molto colpita.

Ecco, mi è capitato di parlare di questa cosa con diverse persone e mai nessuno aveva preso le parti del pasticcere, al contrario. Tutti negli States inorridivano all'idea che qualcuno ora possa sentirsi in diritto (o almeno più in diritto di prima) di discriminare sulla base dell'identità di una persona. 

Il pasticcere non li ha mandati via perché erano maleducati o perché hanno fatto qualcosa di male, ma solo perché sono quello che sono e amano chi amano. Sarebbe come rifiutarsi di servire un musulmano o un cinese o un nero o un ebreo. 

La discussione ha preso una piega ancora più insolita quando ha provato a chiarire:

- Sarebbe come se a uno psichiatra capitasse un paziente pedofilo: chiaramente avrebbe diritto a rifiutarsi di curarlo.

Chiaramente? Ho sempre pensato che un medico non potesse rifiutarsi di curare un paziente, soprattutto uno grave. Comprendo benissimo le remore di un avvocato in questo caso, ma non quelle di un medico.

Sono rimasta così perplessa che dopo una settimana ancora non capisco. Se un eterosessuale avesse fatto l'esempio del pedofilo, avrei pensato molto male.

In generale, quello che mi sfugge in questo caso come in altri (gli elettori di Trump per esempio), è come si possa difendere qualcuno che cerca di toglierti dei diritti. Sembravo più pro gay io di lui! Era presente anche il suo compagno e non ha detto nulla.

Com'è possibile? 

È una di quelle cose italiane che oramai mi sfuggono o sono opinioni normali? 

La mia amica lesbica in Texas era molto demoralizzata dopo questa sentenza e io pensavo fosse una reazione ovvia. La sua vita e quella dei suoi figli non migliorerà di certo se i vari commercianti decideranno di non servirla più.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Io non mi stupisco affatto.Come ti dicevo in un altro messaggio mesi fa, un mio caro amico omosessuale ha idee decidamente più "confomiste" delle mie.Parlando di adozioni lui mi disse che non è affatto d'accordo sulle adozioni alle coppie omosessuali.Per lui ai bambini vanno garantiti una mamma e un papà.
Da un lato io ci sono rimasta di stucco, dall'altro è pur vero che sia giusto avere delle proprie opinione "scevre" dal proprio vissuto.Non è che una cosa la debba vedere "giusta" o sbagliata a seconda del fatto che vada o meno a inficiare la mia vita privata.Lui ha questa opinione, come io ne ho delle altre.
Ed è pur vero che, se nessun pasticciere in un dato luogo (a proposito, credo si scriva con la i, anche se ne ignoro il motivo), decide di servire una torta ad una coppia omosessuale , o musulmana etc..la persona si troverebbe a non poter usufruire di un servizio.
Non so, io ,per esempio, se fossi un pasticciere mi rifiuterei di fare una torta con la svastica, così come è stata fatta per il compleanno di un rappresentante di casa pound (e che ha fatto scalpore).Anche lì, ledo il diritto di chi è nazista? ( che, per me non dovrebeb avere diritti). Ovviamente esagero, sto provocando.
Non è una questione così immediata, ed in effetti chi ha un esercizio privato ha facoltà di servire chi vuole.Diverso è chi svolge un servizio pubblico, è tenuto a garantire il servizio indistintamente.
simona

Napee ha detto...

Secondo me bisogna fare la distinzione tra chi offre un pubblico servizio e gli altri. I primi non devono farsi condizionare dalle loro idee nel svolgere la loro professione, quindi un medico ha l'obbligo di curare tutti, mentre il pasticcere può decidere se accettare o meno un lavoro, anche basandosi su dei pregiudizi. Secondo me questa differenza è giustificabile dal fatto che del primo servizio non se ne può fare a meno, mentre nel secondo sì.

Betty ha detto...

Beh, gli obiettori di coscienza in ambito ospedaliero esistono e sono garantiti dalla legge.
Esercitano il diritto di non eseguire assistenza in casi contrari alla propria morale.
Che differenza c'è?Era un pasticcere obiettore secondo la propria coscienza.

E no,non sono opinioni italiane, sono opinioni personali.
Come dovunque nel mondo, in Italia come in Texas ci sono opinioni di tutti i generi

ciao

Betty

Nonsisamai ha detto...

Vorrei solo ribadire brevemente che il post non è stato scritto perché ritenga l'opinione inaccettabile o inconsueta. Quello che mi ha stupito è che quell'opinione venisse da questa persona in particolare. Sarebbe come sentire un tassista difendere Uber. Non l'ho mai sentito e mi fa specie, poi se per voi tutti è normale, va vebe, ditemelo.

Anonimo ha detto...

Si ti capisco, ma, dicevo, non mi stupisco più di niente.
Non so se hai sentito del consigliere leghista eletto ultimamente , immigrato dalla Nigeria che parla contro l'immigrazione.
Ne avrei altri di esempi simili.
Non so neanche se, obiettivamente, sia giusto o sbagliato.
simona