Un po’ di tempo fa vi raccontavo di una persona che mi affascinava perche’ mentiva, ma in una maniera completamente diversa da chiunque altro avessi mai incontrato. Senza uno scopo, senza un tornaconto, solo per il gusto dell’iperbole, del vedere l’espressione stupita sulla faccia dell’interlocutore o almeno cosi’ mi sembrava. Una volta, ad esempio, racconto’ che a cinque anni sua madre andava al lavoro e lei stava a casa a curare la sorella di un anno…chi mai ci avrebbe creduto? Pero’ fece subito breccia nel mio punto debole. Mi racconto’ che si era appena trasferita da non so dove e che non conosceva anima viva cosi’, sempre tenendola un po’ a distanza, pensai che non ci sarebbe stato nulla di male a darle una mano. La invitai giusto un paio di volte a casa e a una cena con le mie amiche. La trovarono tutti molto simpatica. All’inizio, mi sembrava solo che piu’ che mentire raccontasse storie per sembrare piu’ interessante, per far colpo sulla gente, l’avrei definita un tipo molto fantasioso con qualche problema di autostima forse, ma niente di piu’.
Pian piano, pero’ cominciarono a succedere cose strane. Un giorno si mise a parlare della mia migliore amica e soprattutto di suo marito come se lo conoscesse molto bene, ma lo aveva visto solo una volta di sfuggita. Era l’ultima arrivata, ma dava l’impressione di conoscere tutti, di sapere tutto di tutti, avevo una gran brutta sensazione. Una volta mi incontro’ nei corridoi, a scuola, e mi disse che il piccolo Joe aveva pianto tutta la mattina e che era ancora molto triste. Passai una giornata difficile perche’ non e’ assolutamente da lui comportarsi in questo modo, ma in effetti lo avevo lasciato piangendo quel giorno, ci poteva stare. Poi scoprii che si era inventata tutto. Ecco, questa cosa in particolare mi infastidi’ molto, come si puo’ capire. Mr. Johnson la vide solo una volta e senza sapere nulla, appena se ne ando’ mi disse che la mia amica aveva qualcosa che non andava. Mi racconto’ che il figlio di due anni aveva battutto violentemente la testa contro una porta che non aveva visto ed era piombato per terra sempre di testa e lei si era messa a ridere come se non fosse successo nulla nello stupore generale. Non avendo assistito alla scena, pensai che esagerasse lui stavolta, apprensivo com’e’, e che di sicuro lei conosceva il figlio meglio di chiunque altro. Quando altre persone presenti mi raccontarono lo stesso episodio nello stesso modo, cominciai a pormi delle domande.
Non c’erano piu’ storie stravaganti: la vedevo sempre meno eppure ora mentiva spudoratamente, riportava conversazioni insignificanti cambiandone i dettagli senza un apparente motivo. Un giorno, ad esempio, le dissi che non potevo andare al colloquio con le maestre di Joe perche’ dovevo andare a salutare un’amica che tornava in Italia per curare la madre malata e che non sapevo quando sarebbe tornata indietro.
- Ah, quindi e’ stata deportata, mi spiace…
- Ma no! Torna perche’ sua madre sta male, te l’ho appena detto!
- Ah certo scusa, e quindi tu le terrai i bambini finche’ non torna…
Solo in quel momento vidi come nascono le sue storie. Lei e’ la prima che ci crede alle sue storie, se le racconta e poi ci crede come se fossero accadute davvero, fa impressione.
Un giorno mi disse che l’anno prossimo non sarebbe piu’ tornata al lavoro e mi sentii sollevata all’idea di non dover avere nulla a che fare con lei. Ma poi dopo un po’ mi disse che era andata a visitare un asilo dietro casa mia e che magari anche io avrei potuto iscrivere il piccolo Joe li’ cosi’ sarebbe rimasto nella stessa classe di suo figlio e avremmo continuato a vederci. Il problema e’ che lei vive a un’ora e passa di strada da casa mia!
Ecco questo mi inquieto’ parecchio, ma successivamente disse che aveva deciso di tornare al lavoro e mi dimenticai di questo episodio.
Ho cercato in tutti i modi di evitarla in questi ultimi tempi, ma e’ difficile lavorando nello stesso posto. La settimana scorsa l’ho incrociata per due secondi e mi ha raccontato che sta venendo fuori che suo figlio avrebbe tantissimi problemi sia fisici che mentali. In passato mi aveva detto che sua madre e’ schizzofrenica e suo padre maniaco depresso, mi sono chiesta se non ci fosse una correlazione. Mi sembrava triste chiaramente, poi ha detto il nome della malattia che gli hanno diagnosticato, una malattia comune, ma grave, ed e’ scoppiata a ridere. Proprio cosi’. E’ stato assurdo. E’ scoppiata a ridere e ha detto:
- Scusa, non so perche’ ma questa parola mi fa sempre ridere!
E poi e’ ritornata seria.
Oggi l’ho incontrata di nuovo e mi ha fermato per dirmi che questo pomeriggio andava a mettere la firma finale per una casa nel mio quartiere. Mi si e’ raggelato il sangue nelle vene. Forse e’ difficile da capire se uno non e’ mai stato qui, ma la citta’ e’ enorme e i quartieri sono piccolissimi, capitare nello stesso quartiere di qualcuno che conosci per caso e’ molto poco probabile. Le ho chiesto perche’ fosse venuta proprio nel mio quartiere e mi ha risposto che ci sono ottime scuole, beh certo, ma anche in tantissimi altri quartieri…perche’ non hanno cercato una casa vicino al lavoro come fanno tutti invece che dall’altra parte della citta’? E poi come e’ possibile che non abbia mai accennato al fatto che stesse cercando una casa ne’ tanto meno dalle mie parti? Non sono cose che si fanno dall’oggi all’indomani… che sia l’ennesima bugia?
Ho sbagliato io a incuriosirmi di una persona cosi’ ambigua (del resto di chi ci si dovrebbe incuriosire?), spero solo che mi lasci in pace.