venerdì 9 novembre 2012

cacchi nostri

L’altra sera mi arriva un messaggio da Mr. Johnson che faceva la spesa:

“Vuoi i cacchi?”

Forse c’e’ una ‘c’ di troppo, ma si certo che li voglio i cachi.

A casa, chiedo per curiosita’ quanto costino perche’ non li avevo mai visti in quel supermercato i ‘cacchi’.

- Non lo so, non ho controllato…aspetta che guardo sullo scontrino…

Fa per buttare lo scontrino.

- Non ti preoccupare, gustateli e basta, saranno buonissimi!

Quindici dollari. Erano cinque piccoli cachi da tre dollari l’uno. Tantissimo.

Senza dubbio, ha sbagliato lui a non controllare bene il prezzo pero’ anche loro a non esporlo come fanno normalmente. Vi diro’ la verita’, a me questi ‘cacchi’ non stavano bene anche per una questione di principio. Non mi sembra giusto che il nostro supermercato di fiducia, dove facciamo la spesa tre o quattro volte la settimana da anni e anni, usi questi mezzucci.

Fossi stata in Italia non me lo sarei nemmeno sognata, ma qui…l’ho fatto. Volevo togliermi la soddisfazione di spiegargliela questa cosa e li ho riportati indietro.

Ci sono voluti due minuti. Ho detto semplicemente quello che era successo e che, certo, avevamo sbagliato a non controllare il prezzo, ma che non mi sembrava giusto che non lo esponessero come gli altri. Poi non e’ un supermercato di frutta esotica, non te l’aspetti una sorpresa del genere e insomma. Sempre con molta cortesia.

A quel punto ho avuto la netta sensazione di averla raccontata piu’ per me che per la persona che avevo di fronte questa cosa, ma inspiegabilmente mi sentivo molto meglio.

Si sono scusati, si sono ripresi i cacchi e mi hanno restituito i miei quindici dollari.

24 commenti:

Sabina ha detto...

Hai fatto bene a tornare! 15 dollari mi sembrano veramente troppi!
Certo è che in Italia non ti avrebbero mai restituito i soldi... ci stiamo abituando troppo bene qui in America da questo punto di vista!

Baol ha detto...

Cacchio! (Ci sta bene, no?)

Ed io che volevo sapere com'erano i cachi (o loti) in Texas :D

Anonimo ha detto...

Veramnete se li riporti integri ti restituiscono i soldi pure in Italia..
Rosanna

Anonimo ha detto...

PErchè non te lo saresti nemmeno sognata?
Voglio dire, capisco l'entusiasmo per la nuova vita, ma ho l'impressione che più che le differenze oggettive, per te conti il fatto che tu ti senti più libera di fare cose che tu qua non faresti, piuttosto che il fatto che qua non avresti potuto.
Non so se mi spiego
Silvia

nonsisamai ha detto...

State scherzando? In Italia non mi hanno MAI ridato i soldi. se per una maglia ti guardano in cagnesco, chiaramente non te lo sogni nemmeno di riportare dei cachi.

Elisen ha detto...

mi ricordo di aver comprato in texas i cachi-mela :) chissa' quanto li pagai?? bacio

Anonimo ha detto...

Io l'ho fatto.
E più di una volta.
Anche per un litro di latte fresco che scadeva il giorno dell'acquisto, hanno voluto vedere lo scontrino, ovviamnete, ma mi hanno restituito i soldi.
SI vede che Firenze non è Italia
Silvia

nonsisamai ha detto...

mi fa piacere allora!

nonsisamai ha detto...

e io che mi sono vergognata a tornare indietro per i cachi da 15 dollari... :)

Valentina VK ha detto...

sti cacchi! qua in francia li vendono 2 per 3 euro e glieli lascio li'...

ero Lucy ha detto...

Mai sentito che in Italia si possano riportare le merci deperibili. Gia' per altri acquisti e' difficili, figuriamoci col cibo.
Ma io lo dico da mesi che Firenze e' all'estero :D

Anonimo ha detto...

In effetti, a seconda dell'occasione e del periodo dell'anno, oscilla tra l'essere una città disastrosa, una cittá meravigliosa ed una disneyland per adulti più o meno distratti.

nonsisamai ha detto...

firenze e' stupenda sempre!!

Francesca ha detto...

quelle poche volte che riporto le cose mi preparo sempre una gran spiegazione...e ho la netta sensazione che a loro non interessi, mi ridanno i soldi e via, e mi scoccia pure un po' perche di solito me la sono preparata bene :)`

Gianluca Gentili ha detto...

Tanto per riportare Firenze in Italia, anch'io - fiorentino ora expat - posso confermare che nel 90% dei casi è molto difficile farsi rimborsare per l'acquisto di merce deperibile, e che la richiesta di solito è accolta con malcelata sufficienza. Certo, è sempre possibile trovare l'eccezione, un supermercato più attento alle richieste del consumatore, ma risulta -appunto- un'eccezione.
In America è diverso. La regola generale qui è che qualsiasi cosa si acquisti, in saldo o meno, aperta o meno, indossata o meno, verrà rifusa senza tante domande ed in tempi brevi. Il sistema si presta ad abusi, non c'è dubbio, ma le aziende evidentemente ritengono che un danno derivante dalla perdita del consumatore (o dalla cattiva pubblicità che questo farebbe) sia meglio dei pochi spiccioli guadagnati non rifondendo l'oggetto. In Italia ho sempre riscontrato una mentalità diversa.

[DP] ha detto...

1.88 €/kg ...prezzo fresco fresco di sta sera!! :)

nonsisamai ha detto...

ripeto, tanto meglio se le cose sono cambiate, ma a me comunque nessuno spiega che senso abbia.
cioe': perche' sarebbero cosi' disponibili a ridarti indietro i soldi per della roba che va buttata mentre se ti presenti con un maglione o qualunque altra cosa non c'e' verso?

se qualcuno me lo spiega, grazie.

nonsisamai ha detto...

dp: dei 'cacchi'? :)

Anonimo ha detto...

Mi avete incuriosita ed ho fatto una ricerca su google.
Ho scoperto che esistono norme precise (tra cui il codice del consumo) che regolano la restituzione della merce.
In pratica, tolte le scelte più fovorevoli di ogni negoziante, tutti sono obbligati a riprendersi la merce "difettosa" (il mio latte praticamente scaduto, i surgelati che si gonfiano prima o appena arrivati a casa, la frutta confezionata che é marcia dove non si vede e cose così), la legge non li obbliga a riprendersi cose integre e "buone" perché dopo averle comprate ti sembrano care a meno che non si possa ipotizzare un comportamento scorretto del venditore.
Non mi sembra irragionevole. In fondo uno ha tutto il tempo di scegliere prima.
Per gli abiti non so, penso sia più o meno uguale, ma vedo che nelle catene il reso anche "immotivato" sta prendendo campo.
Discorso diverso vale per il trattamento che viene riservato al cliente scontento, credo che su questo gli USA siano inarrivabili anche se non ho abbastanza esperienza per fare paragoni.
Ecco qui forse è a me che è sempre andata bene (per ora)
Silvia

Anonimo ha detto...

Il riprendersi la merce che non vuoi più con scontrino e non manomessa è nell'interesse di chi vende. Ti fanno capire che puoi cambiare idea senza troppi impicci e fanno pure bella figura. Questo negli ipermercati ovviamente
Rosanna

Anonimo ha detto...

ma i cacchi ha la consistenza di una mela anche li'?
in italia sono diversi, succosi, li apro e se non fai attenzione ti sporchi. Qui credevo dovessero maturare, ho aspettato ma non cambiavano mai. Li ho mangiati e non sapevano di un cacchio.

valescrive

MaEstro-Buitre ha detto...

Beh, in effetti quindici dolari... Verrebbe da dire come minimo: minchia.
Valescrive, forse ti sei imbattuta nel cachimela. Però devo dirti che quelli che mangio io qui a Sampierdarena comprati dalla mia besagnina mi fanno impazzire! Sono dolcissimi e molto saporiti. Il cachi cachi (si, cahi, mica caco, come spesso si dice. Ok, come dicevo pure io prima di scoprire la verità poco fa'!, lo ammetto...) dicevo il cachi cachi proprio che è solo "il cachi" è molliccio e ha un sapore un poco diverso.
Amo entrambi, però.
Ciao!

MaEstro-Buitre ha detto...

PS: scusate, mi è scappato un termine ligure: besagnina significa fruttivendola.
Ecco.
Saluto!

nonsisamai ha detto...

silvia: thanks for sharing!

rosanna: anche secondo me, senza dubbio. certo il negoziante che lo capisce e' quello con la mente un po' piu' aperta, che non pensa solo al guadagno immediato.

vale: quelli molli qui non li ho mai visti, pero' al supermercato coreano ho visto che ci sono davvero tanti tipi di cachi. a me piacciono tutti, ma in particolare quelli che qui chiamano 'japanese persimmon'.

maestro: besagnina, mi piace! ma allora al frutta si chiama 'besagna'?