Ma a chi la racconto con tutta questa mania del decluttering?
Perche’ l’ho presa davvero sul serio questa cosa, e’ da settimane che non parlo d’altro, ma prima, mentre dopo anni, frugavo nel mio comodino pensavo che trovare cose importanti dimenticate e’ stupendo, mi piace proprio, anzi mi e’ sempre piaciuto. Ricordo pomeriggi interi passati a casa dei miei ad aprire scatole piene di ricordi e foto, a rileggere biglietti, lettere e diari e quelli troppo recenti li lasciavo li’ ancora un po’ a decantare perche’ piu’ passa il tempo e piu’ cresce l’emozione. Un vecchio biglietto del cinema, l’abbonamento scaduto della metropolitana, tutte quelle imbarazzantissime fototessere che non si usano piu’. I piaceri della vita altroche’ decluttering.
L’organizzazione, le etichette e i contenitori trasparenti sono piu’ che altro un’aspirazione, una necessita’, una missione da compiere per non impazzire del tutto, ma il caos… sono io. Il disordine fa parte di me profondamente in tutti i sensi. E’ una disposizione mentale, una complicazione immensa, ma anche un’apertura alla vita, al caso, a quello che puo’ portare l’imprevisto.
Insomma, non e’ che abbia buttato via moltissimo questa volta.
Pero’ mi sento ricchissima. Ho trovato dieci dollari nel mio vecchissimo portafogli africano comprato alla fiera di Senigallia chissa’ quanti anni fa. Adoravo quel portafogli, ho smesso di usarlo solo perche’ era in brandelli e poi non ho avuto il coraggio di buttarlo, ma di lasciarlo sei anni in fondo a un cassetto e dimenticarmene si’. Poi ho trovato una serie di altri portamonete, tasche e taschini: centoundicidollariesettantasei centesimi, mica male! Oramai e’ come se non fossero nemmeno miei, mi sembra di aver vinto la lotteria.
Poi ho trovato alcuni disegni e una vecchia agenda su cui avevo appuntato il giorno in cui abbiamo preso la Ragazzina e il nome che le avevano dato al canile: Guinevere, elegantissimo, ricercato, non le si addiceva minimamente.
E poi il blog cartaceo, se cosi’ si puo’ dire. Le cose che scrivevo su fogli volanti perche’ dovevo per forza scriverle in quel momento ovunque fossi e che poi ho cominciato a scrivere qui.
Il mio preferito e’ un appunto che credo risalga ai primissimi mesi qui. Dice qualcosa tipo:
L’altro giorno ci si e’ rotta l’asciugatrice. Mr. Johnson era preoccupatissimo: -Ce la fai senza asciugatrice fino a dopodomani?
Che tempi quelli, quando tutto era cosi’ nuovo che mi sembrava di essere atterrata su un altro pianeta, ero cosi’ concentrata su quello che mi capitava..ora non ho nemmeno il tempo di respirare in confronto.
In mezzo alle altre cianfrusaglie, c’era una citazione di Kafka, scritta da me su un foglietto un po’ ingiallito. In orizzontale sulle righe verticali, tanto per non smentirmi.
Non occorre che tu esca di casa. Resta al tuo tavolo e ascolta. Non ascoltare nemmeno, aspetta soltanto. Non aspettare neppure, restatene tutto solo e in silenzio. Il mondo verra’ da te a farsi smascherare, non puo’ farne a meno, si voltera’ estatico ai tuoi piedi.
4 commenti:
e il mio numero?non c'era? :)
'questo natale vestiamoci di verde...'
'questo natale vestiamoci di verde...'
'questo natale vestiamoci di verde...'
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