La settimana scorsa i rappresentanti dei genitori hanno chiesto a tutti gli insegnanti di compilare una wish list con tutto il materiale che gli piacerebbe usare in classe, ma che la scuola non ha potuto ancora comprare.
Anch’io ho chiesto qualcosa per la classe di arte e dopo solo una settimana e’ arrivato anche piu’ di quello che avevo chiesto. Non me lo sarei mai aspettato, e soprattutto non cosi’ in fretta.
Alcune delle donazioni mi sono arrivate addirittura da genitori di bambini che non sono nemmeno nelle mie classi perche’ sono troppo piccoli, non ci potevo credere, non capivo. Mi hanno detto che ammirano molto il mio lavoro per quello che vedono in giro per la scuola e hanno voluto contribuire. Insomma, se volevano, come hanno detto, dimostrare la loro stima e il loro supporto per il lavoro degli insegnanti, ci sono riusciti in pieno.
Io avevo chiesto giusto un paio di cose perche’ fondamentalmente non ho bisogno di nulla di importante e poi mi dispiaceva chiedere qualcosa in piu’ a persone che gia’ pagano cosi’ tanto per mandare i figli nella nostra scuola. Ma loro non ci hanno pensato due volte. Che slancio. Non solo ogni giorno ci portano cibo e bevande, alla fine dell’anno organizzano un’enorme “giornata di apprezzamento per gli insegnanti” in cui loro lavorano e noi festeggiamo e riceviamo regali tutta la mattina, ma anche questo. Non si tirano indietro di fronte a nulla. Mi stupisco cosi’ tanto perche’ per me l’idea e’ sempre stata che mandi i figli a scuola e al resto pensa la scuola, ma qui la mentalita’ e’ completamente diversa e devo dire che in questo caso, mi piace. La partecipazione e’ sempre una bella cosa. Aiuta noi a lavorare piu’ volentieri, loro a sentirsi parte dell’educazione dei figli e i figli a imparare il valore di un gesto che si fa non per un vantaggio individuale immediato ma per la collettivita’.
18 commenti:
Dev'essere molto stimolante vivere in un amiente scolastico del genere. Tutti fanno la loro parte senza problemi. Mi fa strano pensare che i genitori siano così collaborativi con gli insegnanti, addirittura un giorno per ringraziarli!
E' una bellissima cosa. Non provo invidia, ma sono felice per te e che esita un modo di rapportarsi con gli insegnti diverso da quello che siamo abituati. Ciao e buon lavoro!
Innanzitutto cito Gaber: Libertà è partecipazione.
Poi ti faccio un paragone: qui in Italia gli insegnati vengono minacciati/malmenati dai genitori se si permettono di mettere in punizione i loro figli delinquenti.
Evviva il terzo mondo!
Stai là, e goditi li vita, alligatori compresi, anche loro vivono più onestamente e dignitosamente di noi "stivaliani"...
Ciao!!!
complimenti! questo tipo di gratificazione vale più di un trofeo.
Non sono molto d'accordo, nel senso che dovrebbe essere giusto come la stai vivendo tu ma se poi pensi che già la retta della tua scuola crea un evidente selezione degli allunni e quindi dei genitori capisci che non si può fare un paragone con le scuole pubbliche italiane dove questo non accade. Inoltre a me, ma magari solo a me, è stato insegnato che non è una pratica corretta riempire di regali "personali" gli insegnanti perché li potrebbe far sembrare di parte e il materiale scolastico che a loro serve essendo scuole pubbliche e visto la mole di tasse che si pagano non è forse giusto che sia dato dalla scuola e non dai genitori? Torno a dire non dico che quello che accade in America sia sbagliato è sbagliato fare un paragone con l'Italia perché la situazione è troppo diversa.
Data la mia cultura di bassa lega, non nel senso dei verdovestiti eh, che sugli US è prettamente telefilmica, mi sa che non si dovrebbe mai generalizzare prendendo la propria personale situazione come uno specchio degli USA in generale.
Ma questo tu lo sai già, e lo hai anche già scritto in qualche post.
Però... tendo a concordare con Cherie Carrie.
Anche se sono contenta che ti trovi bene, sono un egoista a cui piace leggere i post carichi di energia positiva!
^_^
Ciao
Ciao!!! Ecco non sarò su facebook ma ti seguo!!!
Un bacio!!
concordo con cherie Carrie.
niente regali agli insegnanti...
e poi scusa ma di che parliamo? di una scuola privata frequentata (probabilmente) da figli di ricchi americani. eh beh...
hai voglia donazioni e regali. ma ti sembra??? prova ad andare in qualche scuola "tosta" di qualche quartiere popolare in una periferia italiana...vedrai quante donazioni da gente che a fatica arriva a fine mese. scusa ma a me pare proprio che non ti rendi conto della realtà distorta del mondo dorato in cui sei finita.
saluti
roberto: che bello!! :)
questi non sono regali personali agli insegnanti, sono materiali didattici, ma e' comunissimo qui, fino ai primi anni delle elementari, fare anche regali agli insegnanti, anche nella scuola pubblica.
si puo' vedere del marcio ovunque volendo, ma personalmente,
sono convinta che non siano fatti con lo scopo di catturare la benevolenza dell'insegnante. mi sembrano piu' che altro un ringraziamento sincero per il grande lavoro svolto da una categoria che anche qui non vede grandi soddisfazioni in termini economici.
tra l'altro, stiamo parlando di asilo e di scuola elementare, non e' che ci voglia chissa' che per andare bene. sara' mica corruzione questa, fatemi il favore, c'e' ben altro di cui preoccuparsi.
ad ogni modo,
egidio: non credo di vivere in una realta' distorta. o meglio di sicuro e' distorta dalla mia percezione, ma come lo e' quella di chiunque, compresa la tua.
scuola tosta della periferia italiana, dici? dovresti vedere le scuole toste qui...
il fatto e' che non stavo parlando di questo o facendo paragoni, stavo solo raccontando una cosa che e' successa a me e di come ho reagito.
ho trovato il tuo commento inutilmente polemico.
Quando ho letto questo post, ho avuto una piccola tempesta emotiva,è iniziato di getto con la considerazione che se la scuola la paghi perché fare donazioni? Poi ho voluto pensarci qualche altro minuto e ho capito il perché di quella considerazione,è la rabbia italica di tutto quello che subiamo e vediamo che ci fa essere iper critici e stizziti nei confronti di ciò che è diverso e decisamente più umano. Alla fine se dei genitori vogliono che la scuola dei loro figli abbia dei supporti migliori non significa curarsi proprio dei figli? Da italiano che (spero a breve) andrà a vivere all'estero credo che dovrò fare i conti con questa rabbia italica e cercare di vedere le cose in modo più obbiettivo.
P.s.
Nonsi se dalle tue parte c'è aria di lavoro quasi stabile preparo il passaporto ;)
Io proverei a vederla così: visto che i genitori già pagano (e parecchio) per mandare i figli lì, non elargirebbero le donazioni volontarie se non fossero soddisfatti.
A me sembra una cosa stimolante e anche gratificante. Per garantire un minimo di imparzialità nel trattamento degli studenti, si potrebbe decidere di mantenere anonimi i donatori.
Non trovo pertinente il paragone con la scuola pubblica italiana, peraltro dell'obbligo.
riposto questo vecchissimo post che forse chiarisce un po' di piu' quello di ieri che ha toccato qualche nervo scoperto.
"il fatto e' che qui la gente non si lamenta. Se vogliono che la scuola sia migliore, la rendono migliore. Donano, aiutano, fanno quello che possono. E anche mostrare gratitudine e' un modo per creare un ambiente positivo, anche preparare una torta, qualunque cosa."
http://www.nonsisamai.com/2009/05/se-ti-lamenti-sei-parte-del-problema-e.html
io trovo giusto che si facciano donazioni per il materiale didattico. E' vero che gia' 'pagano parecchio, ma credo si tratti di gente benestante per la quale la donazione non e' un problema. Sarebbe socialmente piu' apprezzabile se le donazioni le facessero alle scuole svantaggiate e cioe' quelle frequentate da bambini piu' poveri. In quel caso si', sarebbe proprio bello.
valescrive
A quanto ricordo io tra l'altro succede anche in Italia, nella pubblica, di chiedere donazioni o offerte ai genitori (ho spesso fatto incetta di scatole, cartoncini, buste da lettera, vecchi vestiti per i travestimenti etc etc...)
La scuoletta dove lavoro io qui anche ha rette vertiginose, ed e' quindi frequentata da famiglie benestanti.
Cio' non toglie che, se in classe ci serve qualcosa, noi appendiamo un foglio all'ingresso e il giorno dopo arrivano orde di genitori con sacchetti e scatole (una settimana fa avevamo bisogno di un paio di cornici da foto per dei lavori... ne abbiamo ricevuto in dono una roba tipo 16).
Queste sono famiglie che hanno abbondantemente la disponibilita' economica, ed a cui fa tra l'altro piacere.
Ho amiche che lavorano, qui a NY, in scuole con un'utenza piu' difficile (poverta' immigrazione, etc)... cio' non toglie che anche a quei genitori viene talvolta richiesto di portare QUALCOSA in classe, come uno dei tanti modi per partecipare alla vita scolastica dei propri figli: puo' essere una foto della loro famiglia, un pezzetto di stoffa per un lavoro di gruppo, dei bottoni per le attivita' di manipolazione... basta poco, non li si svena mica, ma anche in questo caso, alle famiglie fa piu' che piacere sentirsi utili ed essere coinvolti, ed anche per i bimbi e' un gesto piccolo, ma importante!
Alice ricevitrice
Che pazienza che hai. Ma tanto mica cambiano idea, sa'?
Esprimo la mia opinione di genitore pagante (scuola privata, Asia; le nostre possibilita' economiche sono appena sufficienti per mantenere i figli alla scuola; nessuna alternativa ragionevole alla scuola privata.).
Partecipare con regali e donazioni (volontarie) non mi da fastidio: se non posso, non dono. Se posso, dono. A volte le cose di cui si chiede il contributo sono materiali "poveri", che richiedono solo tempo e attenzione per la "raccolta".
Allo stesso tempo, protesto ampiamente tra me e me per i vari contributi extra (visto che paghiamo gia' molto). Il fatto di pagare una retta alta mi rende esigente: vorrei in cambio maggiore chiarezza e organizzazione, non vorrei che la scuola mi facesse correre 10 volte in edicola per 10 piccole cose, il tempo e' prezioso pure per me.
Regali agli insegnanti: se davvero fanno bene il loro lavoro, perche' no? Ovvio, non e' un obbligo, ma se sono sicura della passione, dell'impegno che un insegnante ha messo per la classe, non ci vedo nulla di male. Non e' dovuto, ma, umanamente, io mi sentirei di partecipare. Ovvio, importante e' il gesto, piu' che volermi distinguere dagli altri vorrei far capire col mio gesto la mia gratitudine.
Certo che un minimo livello di professionalita' e dedizione e' richiesto, mica mi accontento di poco. Essere insegnante e' anche una missione: chi non ha passione o non e' in grado si astenga, invece di fare le cose male/di malavoglia.
Essendo pure io insegnante, so che e' un lavoro duro: senza passione e' pressoche' impossibile essere un buon insegnante. D'altro canto, la scarsa gratificazione economica spegne gli entusiasmi. E' giusto che i bravi insegnanti vengano, in qualche modo, premiati, anche solo con la percezione della gratitudine degli allievi e delle loro famiglie.
[Bulut]
[Nota: spero il mio intervento non risulti polemico: non vuole esserlo. E' semplicemente il mio punto di vista.]
Qualche giorno prima della pausa natalizia, all'asilo si faceva una grande festa. Tutti noi venivamo raccolti nel salone dopo il pranzo e, cantando - in qualche modo - carole natalizie, attendavamo l'arrivo dei genitori per festeggiare tutti insieme. L'atmosfera era frizzante: sarà che il Natale mi è sempre piaciuto, o forse perchè amavo stare strizzato in maglioncini di lana grossa che, immancabilmente, mia madre sceglieva per me solo in quel periodo dell'anno, quello della neve e dei regali. Si cantava e si cantava ancora, mentre mamme e papà facevano il loro ingresso tra una nidiata di pulcini che non vedevano l'ora d'incrociare il loro sguardo e leggervi tutta l'approvazione di cui avevano bisogno. Ognuno di noi, nelle settimane precedenti, aveva preparato quello che, ancora oggi, viene chiamato "il lavoretto": un disegno fatto con i colori a dita, uno sgorbio creato col das, o qualsiasi altra oscenità proto-artistica, era il feticcio per l'orgoglio di ogni genitore e la soddisfazione di ogni bambino. E quello era il momento giusto per consegnarlo. Un regalo, null'altro, ma tra quelli che nessun al mondo è in grado di eguagliare per un genitore.
Le lodi erano sperticate e noi bambini ci guardavano intorno, osservando le reazioni degli altri genitori: ognuno era convinto del proprio capolavoro e assolutamente certo che quello degli altri non fosse nulla di speciale, anzi, forse nemmeno da prendere in considerazione.
I bambini si sa, sono altruisti fino a quando non è il momento di ricevere. Così, dopo quel momento di commozione generale, giungeva l'acme della giornata: il signor Egidio, l'addetto che ogni giorno portava i pasti dalle cucine della scuola elementare vicina fino alla nostra scuola materna, entrava col suo carretto porta vivande travestito da Babbo Natale. E a noi non importava nulla che fosse solo il signor Egidio: per noi era Babbo Natale. E si sa che fa Babbo Natale, no? Porta i doni col carretto della mensa!
Bambolotti, lego, "chiodini", soldatini e puzzle: tanti giocattoli da destinare a ogni classe. E io rimasi estasiato quando scoprii che alla classe verde era toccata la cucina con pentole e pentolini.
Non erano doni per ognuno di noi, erano doni per tutti. E chi poteva essere così generoso da rendere ricco il Natale in un asilo della periferia milanese: i genitori e i loro sacrifici. Una tradizione come le altre, come quella di dotare ogni alunno del suo rotolo di carta igienica perchè la scuola non può permetterselo. Perchè la scuola, che sia materna o superiore, è una comunità che si sostiene e sopravvive per un fine superiore ai ciechi egoismi. Per lo meno all’epoca.
La maestra Barbara, una donna che ancora oggi, grazie a un make up pesante, dimostra un'età indefinita tra i 18 e i 75 anni, era quella che, tra tutto il corpo insegnanti, si commuoveva di più. Lei, come le altre, ci voleva bene e, soprattutto, durante quella giornata si sentiva realizzata più che in qualsiasi altro momento. La sua commozione diventava vero pianto quando, poi, tutti insieme le portavamo il nostro regalo, quello comprato con i "soldini" di mamma e papà, persone riconoscenti nei confronti di una donna capace e sensibile. Io la maestra Barbara, che tutto può essere tranne che una corrotta maestra intrappolata negli anni ’80, la rivedo ancora, ogni tanto, quando torno a casa dei miei genitori e, quando sento la scia del suo profumo dolce e retrò, ricordo ogni singolo momento di questa giornata così speciale.
Scusa cara amica se mi sono permesso il lusso di occupare tutto questo spazio, è che mi è venuto tutto di getto. Come al solito.
Ti abbraccio.
Valerio
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