La settimana scorsa non sono stata del tutto onesta nella mia confessione.
La situazione era ben piu’ grave di quella descritta, eh si. Lo ammetto. Sono una, per dire, che quando si sta per finire il bagnoschiuma (o il dentifricio o la crema per il viso o i cereali…piu’ o meno qualunque cosa), invece di finirlo del tutto, apre quello nuovo e li tiene tutti e due per sempre, in caso un giorno che non arriva mai, abbia voglia di una variazione sul tema. Buttare le cose per me e’ una vera tragedia. Mi prende questo senso di ineluttabilita’, di ‘non ritorno, di giudizio universale, di…ma in fondo chi sono io per mandarti nella spazzatura? E rimando, rimando. Non riesco a svuotare nemmeno il cestino del computer per la miseria! Per non parlare di tutto quello che puo’ avere anche un vago valore affettivo.
Pero’ c’e’ un pero’. Devo dire che dopo una settimana di decluttering, si cominciano a vedere i primi veri risultati.
Innanzitutto mi sento molto meno agitata, senza questo senso di sopraffazione che ti viene quando non sai da che parte cominciare. Non l’avrei mai detto, ma seguendo quelle piccole regole che dicevamo, organizzare e soprattutto buttare hanno un non so che’ di liberatorio, sarei tentata quasi a dire, di piacevole. L’alleggerimento e’ immediato, anche a livello mentale, e lo senti.
Tra l’altro, anche al lavoro ho lo stesso identico problema. La mia classe e’ stata per anni una specie di deposito e ancora oggi, ogni settimana ricevo scatole su scatole di ‘donazioni’. La gente regala a un’insegnante di arte qualunque cosa, non potete immaginare. Asciugamani, fazzoletti, set da punto croce, di tutto (quasi mai materiale artistico ovviamente), e il brutto e’ che con un po’ di creativita’ in teoria puoi usare davvero di tutto, quindi la tentazione di tenere e’ immensa. L’altro giorno mi sono arrivati 50 cucchiai di legno per fare un esempio. Sembra che le persone si sentano molto meno in colpa a donare generosamente a me i loro acquisti folli invece di buttarli via. Comunque, quest’anno sono decisamente piu’ spietata nella selezione e ho anche cominciato a riorganizzare tutto il materiale. Per di piu’ ai bambini, il nuovo sistema piace un sacco, molto piu’ colorato delle vecchie etichette da leggere, li spinge a guardarsi un po’ piu’ intorno forse.
Un’altra cosa che volevo raccontarvi e’ che poi ho parlato con quella mia amica del caffe’ quel giorno e le ho detto praticamente tutto quello che avevo scritto qui.
[In questi casi mi immagino sempre la persona imbattersi in un blog a caso e cominciare a leggere tutto quello che le e’ successo il giorno prima…guarda te che coincidenza…]
Era completamente d’accordo con me. Tanto e’ vero che mi ha chiamato l’altro giorno all’ultimo momento (tipo dopo pranzo! Ma chi ti chiama all’ultimo momento a Dallas? Ma nemmeno a MIlano forse…) per una bellissima cena improvvisata all’italiana, non potevo essere piu’ felice della sorpresa.
Per il resto, l'altro giorno ho visto un film italiano bellissimo, dove questo pover'uomo faceva una fine triste, ma triste, schiacciato da una societa' che calpesta i sogni piu' genuini e le persone piu' integre. Uno di quei film che ti lasciano l’amaro in bocca. Poi, a corto di serie americane, ho deciso di cercarmente una italiana ed eccolo li’, sempre lui, in un bel ruolo brillante. Mi ha fatto proprio piacere rivederlo sano e salvo e anche di buon umore.
L’altra mattina siamo andati al parco con i compagnuzzi dell'asilo del piccolo Joe. Ben tre mamme cercavano mio figlio: erano curiose di vedere chi e' questo famoso bambino che le figlie nominano continuamente.
A un certo punto una mi fa:
- Non capisco perche’ sia sempre preoccupata per Joe. Vuole sempre sapere dov’e’ Joe, vuole sempre seguire Joe…
E Joe non poteva essere piu’ indifferente. E’ cool, e’ proprio un piccolo Joe Cool lui.
Un’ultima cosa perche’ so che anche voi andate matti per le coincidenze: mi sono imbattuta in una persona che ha frequentato il mio stesso piccolissimo liceo in Italia, che era addirittura nella stessa sezione pochi anni prima. Piuttosto emozionante.
Buona settimana!
5 commenti:
altrettanto. :-)
Wow quante notizie, se non sai come usare i cucchiai di legno,ti regalo un ricordo personale: ero alle scuole elementari e si dovevano fare dei lavoretti per qualche festività,si usarono proprio i cucchiai di legno,in pratica sulla parte concava si mettevano dei pezzi di stoffa per creare un viso e poi sul bordo i capelli e sul manico un vestito,insomma una specie di bambola, il mio è ancora conservato :)
Ma dove l'hai incontrata? A Dallas? Ma solo io non incontro nessuno a Dublino? Eppure di turisti italiani ce ne sono parecchi in giro!
L'Irlanda diventerà la mia casa base entro quest'anno (spero).
si a dallas :)
70mm: congratulazioni!!
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