mercoledì 28 settembre 2011

siamo tenute a essere perfette

Ieri mattina, ho deciso di prendermela un minimo comoda e andare al lavoro un filo piu’ tardi del solito. Dopo tutto non ho degli orari precisi a parte quelli delle lezioni ed ero davvero stanca, considerato il mio stupendo fine settimana. Arrivo a scuola e per la prima volta in assoluto, invece del solito sorriso smagliante e relativo buongiorno buongiornino, ma quanto sei bella stamattina, la segretaria mentre si sposta veloce verso la fotocopiatrice mi comunica senza guardarmi che ho saltato la foto per l’yearbook. Non mi sembra poi la fine del mondo, comunque sono caduta dalle nuvole, me ne sono completamente dimenticata e lei era seccata, molto, si vedeva. Per il resto, e’ stata una giornata splendida al lavoro. Sono molto soddisfatta sia delle idee che ho proposto che della maniere in cui soprattutto una classe, ha contribuito a modificarle e arricchirle. Ogni giorno, e’ un’esperienza unica nella classe di arte, sono sempre piu’ convinta che sia il lavoro della mia vita e sempre piu’ determinata a migliorarmi. Sto in piedi tutte le sere fino a tardi, a sfogliare libri, disegnare, provare nuove tecniche e appuntarmi tutto quello che combino per costruirmi una sorta di archivio. Insomma, mi impegno, ci provo, e sembra che tutti siano contenti del mio lavoro in se’. Ma poi ci sono tutte quelle cose a cui non sono piu’ capace di stare dietro. Le riunioni inutili, le cene, le colazioni, i corsi di aggiornamento di cinque giorni dall’altra parte dello stato…io non posso. Pensavo che lo capissero. Pensavo che fosse chiaro che se si aspettano che sia li’ a orari strani, ora devono davvero farmelo sapere per tempo e deve davvero essere per un motivo importante perche’ ora ho un bambino. Purtroppo non ho nonni o zie sotto mano e con l’asilo ho degli accordi, non posso parcheggiarlo li’ quando mi pare. A volte, qualcuno se ne ricorda e lo capisce, a volte proprio no e mi sembra che piu’ passa il tempo e meno importa quale sia la mia situazione familiare. In effetti, non dovrebbe importare, suppongo. Io stessa, non me la sento nemmeno di spiegarle queste cose che poi oltre a suonare come scuse mentre non lo sono, ti fanno anche apparire poco professionale. Cosa dovrei dire?

…E’ che l’ho messo in macchina, ha fatto la cacca, ha sporcato il seggiolino, siamo dovuti tornare indietro….

Tutte cose vere magari, ma ognuno ha i suoi problemi e io devo gestire i miei come fanno tutti. Pero’.

A me sembra che davvero dalle madri ci si aspetti la perfezione a prescindere, a priori, sempre e comunque. Devi essere in grado di fare tutto quello che facevi prima, curare tuo figlio, la tua casa e possibilmente anche sorridere.

Non sempre ci si riesce. 

15 commenti:

Anonimo ha detto...

hai la mia solidarieta'.
Coraggio! Ti capisco benissimo!

Ho letto "Una madre lo sa" di Concita De Gregorio e ho rispolverato un testo che non sono mai riuscita a finire "I miti del nostro tempo" Di Umberto Galimberti ed entrambi dicono lo stesso: dalla madre ci si aspetta che sia felice di annularsi per il figlio mentre continua, ovviamente, a fare tutto quello che faceva prima e magari anche di piu'. Mentre con i padri la societa' e' assai piu' permissiva.
Valeriascrive

Alice ha detto...

Per fortuna per ora non lavoro e poi come freelance potrò gestire il mio tempo.
Mia madre è una manager e mia sorella è cresciuta con la tata, quando ha dovuto riprendere con le 8 ore. Non c'era alternativa.

Marica ha detto...

questo post mi lascia riflettere, e mi ha fatto ripensare a un post che ho letto qualche settimana fa sulla maternita' negli usa.

prima ho sempre pensato che per le mamme che lavorano bisogna sempre avere un occhio di riguardo, perche' oltre al lavoro hanno anche da gestire i figli, con tutti gli imprevisti ecc... pero' questo e' lo stesso motivo per cui in italia se una donna e' incinta e cerca lavoro al 100% non lo trova, anzi so di diversi casi di donne licenziate in quanto incinte... per non parlare poi del fatto che le donne non sono messe allo stesso livello degli uomini, proprio perche' sono (o possono essere) mamme e quindi magari devono assentarsi per figli malati, ecc

qui mi pare (ma la mia e' un'idea in realta' con poche fondamente) che la situazione sia diversa, che una donna sia valutata sul lavoro in quanto "persona", indipendentemente dal sesso, senza discriminazioni sul fatto che possa avere figli o meno... e questa mi sembra una grande cosa, ma questo deve valere anche al contrario, cioe' immagino che ci si aspetti che il fatto di avere figli non influenzi sul lavoro.

ovviamente questo comporta delle difficolta' in piu', che pero' non e' detto che debba essere la donna a dover sbrigare (i figli si fanno in due)

il tutto viene da una che non e' ne' mamma ne' lavora, quindi va preso un po' con le pinze :-)

Anfibietta ha detto...

Come ti capisco!!
Temo sia cosi' un po' dappertutto.
Ho sentito molte volte colleghe senza figli, o con figli grandi, lamentarsi per le mamme di piccoletti che cercavano di far capire la loro situazione ai colleghi.
C'e' anche da dire che il lavoro e' un impegno per tutti e trovarsi a dover sgobbare di piu' perche' la collega con il bimbo piccolo non ce la fa... beh... puo' essere seccante. Soprattutto quando la collega ne approfitta spudoratamente (quante volte mi e' successo!!!).
Invece ho notatp che le piu' accanite a fartela pesare sono le donne, gli uomini spesso sono maggiormente comprensivi.
Alla faccia della solidarieta' femminile!

Anonimo ha detto...

Ebbene sì è proprio così...però è anche il bello delle mamme!! :-))
Francesca

Anonimo ha detto...

Hai presente Michelle Pfeiffer in "Un giorno per caso"??
ecco...
Francesca

nonsisamai ha detto...

vale: grazie. concita de gregorio e' una grandissima donna, lei si che dovrebbe essere un vero modello per le ragazze italiane, altro che veline e letterine.

ali: immagino che sofferenza...

nonsisamai ha detto...

marica: non sono sicura di aver capito bene dove porta tutto il ragionamento pero' a me sembra che la vera parita' sia capire che siamo diversi. non si puo' far finta che un bambino non abbia delle esigenze o che una donna incinta sia semplicemente una lavoratrice come gli altri. perche' non e' cosi'. i bambini si ammalano, anche spesso e all'asilo ammalati non ci devono e possono andare. chi li tiene? il genitore che guadagna di meno e il cui lavoro ha meno impatto sull'economia familiare, spesso la madre, qui funziona cosi' almeno. non ti licenziano per questo, ma non ti danno neanche una medaglia. per quanto riguarda la gravidanza e' vero che molte volte va tutto bene, che 'non sei malata ma solo incinta', ecc. ma e' anche vero che sei comunque in una situazione di estremo rischio. basta vedere quante donne ancora oggi muoiono di parto e non solo in afganistan. una mia collega, 25 anni, incinta di 8 mesi, perfetta, contentissima, aveva pianificato di venire a lavorare fino agli ultimi giorni. due settimane fa ha avuto il bambino: 5 settimane prima, con tutto quello che purtroppo comporta.
e' un equilibrio molto delicato perche' come dici tu poi finisce che non ti assumono, ecc. ma bisogna tenere conto di queste cose perche' la realta' e' questa.
e poi ti diro'. non e' che qui la situazione sia tanto migliore, anzi al contrario mi sembra che in italia ci sia molta piu' attenzione per le madri almeno all'inizio.
la situazione e' migliore qui successivamente: vedo che mamme che non hanno lavorato per molti anni poi riescono a reinserirsi bene e questo e' fondamentale.

nonsisamai ha detto...

anfibietta: io mi sono convinta che le donne dopo qualche anno si dimenticano cosa e' stato. me ne sono accorta dai consigli assurdi che mi danno.
quando il bimbo aveva un mese e doveva mangiare ogni 3 ore mi dicevano 'dormi ora perche' dopo...' :))

nonsisamai ha detto...

zion: :(

francesca: non l'ho visto...

Anonimo ha detto...

una volta lessi un testo di una antropologa, Ida Magli, e lei sosteneva proprio quello che hai scrito tu in risposta al commento di Marica. La vera sfida non e' omologarsi all'uomo, ma rivendicare la propria identita' di donna puntando sulle differenze con l'uomo. Scriveva che il problema del femminismo sta nel volere la parita' intesa come un adeguamento al modello maschile. La donna e' anche madre e di questo si terrebbe conto in un mondo giusto.

nonsisamai ha detto...

gia', il vero problema e' che il modello della societa' e' prettamente maschile.

Zion ha detto...

sono daccordo, è questa la vera parità. Avere le stesse possibilità ricordandosi che siamo diversi.

Matteo ha detto...

Tieni duro e pensa positivo. Trova la forza nelle cose che funzionano, in quelle che ti fanno sentire fortunata. Il lavoro che tu definisci quello della tua vita, per esempio. Sono poche le persone che possono vantarne uno che li soddisfa a pieno. Sei mamma. Tante complicazioni, il tempo che è sempre meno, un vagone di problemi, ma sei mamma! E' bellissimo, è una luce, un'energia e una voglia di vivere che deve darti la carica per affrontare il resto. Un abbraccio

nonsisamai ha detto...

matteo: grazie! assolutamente, la cosa che sento davvero, piu' della stanchezza e di tutto e' di essere fortunata. di avere un privilegio nel poter fare tutte queste cose. essere madre e' il piu' grande onore, il resto viene dopo. e mi spiace per tutti quegli uomini che non possono vivere e capire un'esperienza del genere.