La nonna del Far West e’ un tipo decisamente poco sentimentale, almeno in apparenza. L’ultima volta che l’ho vista, un paio di settimane fa, abbiamo avuto una conversazione del tipo:
- Lo senti questo odore?
- Eccome. E’ passata una puzzola…tremendo…
- Gia’, e’ morta. Le ho sparato qui e poi ancora laggiu’.
Di fronte alla mia espressione evidentemente turbata o forse disgustata, Cassandra Johnson ha sentito di giustificare il comportamento della nonna spiegandomi che la puzzola di sicuro aveva la rabbia dato che se ne andava in giro di giorno senza paura e che avrebbe potuto attaccare i cani o la nonna stessa. Non so se fosse proprio necessario sparare alla puzzola, non me ne intendo di rabbia, di puzzole e di case nella prateria, pero’ vi assicuro che la nonna questa cosa qui me la raccontava con un certo orgoglio. Mi sembrava un suo modo per farmi capire che e’ in forma e che ce la fa ancora benissimo a prendersi cura di se stessa e guai a chi le si mette di traverso. Del resto la nonna del Far West ha oramai quasi ottant’anni e (per sua cocciutissima scelta) vive completamente da sola in un posto che dire remoto, non rende l’idea. Ricordo che quando mori’ il nonno guidammo mezz’ora (guida veloce ovviamente, niente semafori e strisce pedonali) per arrivare in chiesa. Questa cosa mi impressiono’ molto.
Ad ogni modo, dicevo, la nonna del Far West e’ una dura, ma ha un modo speciale di dimostrare l’affetto, lo fa attraverso le piante. Ogni volta che andiamo da lei ci riempie di bulbi e piantine (e anche letame veramente) di cui Mr. Johnson si prende cura religiosamente e cosi’ il nostro giardino e’ quasi sempre pieno di fiori stupendi. Soprattutto iris e gigli praticamente di ogni colore. E poi ogni fiore che ci da’ ha una storia. Di solito sono fiori di famiglia, come le canne rosse e altri di cui non conosco il nome, che cioe’ sono stati passati di generazione in generazione da cinquanta, cento anni, e lei ci dice, non si possono andare a comprare come dei fiori qualunque.
Due o tre anni fa la nonna del Far West ci regalo’ una pianticella rampicante. Ci racconto’ che faceva dei fiori splendidi e che era molto resistente al caldo come al freddo, ma forse vivendo piu’ a nord, non si rendeva conto che il clima di Dallas in estate e’ davvero micidiale. Infatti, dopo qualche giorno ai soliti quarata gradi all’ombra, mori’. Completamente secca, sembrava bruciata. Dopo molti mesi pero’ inspiegabilmente rispunto’ qualcosa nello stesso vaso. Quando torno’ l’estate quel qualcosa mori’ di nuovo. O cosi’ sembrava. La scorsa primavera la misteriosa piantina rampicante e’ spuntata un’altra volta e piu’ forte di prima.
Qualche giorno fa finalmente quel fiore di cui ci aveva parlato la nonna, e’ sbocciato. Solo uno, splendido. Un gran bel momento, svegliarsi una mattina e vedere il fiore che hai aspettato di vedere per anni e che cominciavi a pensare non avresti mai conosciuto.Credere sempre alla nonna e mai perdere la speranza.
9 commenti:
nonna uber alles! o come si dice in twitter: FTW!
ma che bella storia... e che bel fiore! viva la nonna del far far west!
La nonna di campagna, anche io ce l'ho e anche a me tempo fa regalò una pianta di incenso che da germoglio avevo fatto diventare un cespuglio/alberello enorme.
Che dispiacere doverla lasciare in Italia... oltretutto la persona a cui l'ho data l'a buttata dicendo che era morta per il freddo...
In realtà avrebbe rimesso tutte le foglioline, come tutti gil anni passati. E' stato un colpo al cuore.
Viva le nonne. Anche se col fucile. :)
Ah, le nonne hanno sempre ragione! ;)
Comunque anche qui c'e' la tradizione di passare i fiori da generazione in generazione. Bello!
troppo bella la conclusione del post :-)
marica: sapevo che avresti colto ;)
marica: sapevo che avresti colto ;)
Io ho il "banano-fenice"...ogni inverno schiatta, anzi marcisce e ogni primavera PUFF ritorna il banano e sempre in compagnia!!! Sono 4 anni che ce l'ha regalato la vicina e prima 5, poi 7 piantine, quest'anno 10 piccoli banani. Niente frutta però.
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