Un paio di settimane fa ho ricevuto le mie quattro schede colorate per votare il referendum. Con grande soddisfazione, mi sono informata, ho votato e le ho rimandate al Consolato di Houston. Credo di avere in questo modo esercitato, come cittadina italiana, un mio sacrosanto diritto e dovere (si perche’ per me votare e’ un dovere sempre, anche al referendum). Poi scopro che magicamente ho votato per qualcos’altro, che uno dei quesiti e’ stato cambiato dopo il mio voto e che non e’ nemmeno chiaro se noi italiani sparsi per il mondo siamo o no parte del famigerato quorum. (Che poi sto quorum…perche’ i cittadini che non si interessano di politica e decidono di non votare devono avere il potere di invalidare il diritto di tutti gli altri che invece ci tengono a esprimersi? Mi dispiace, ma non lo capisco). Poi stamattina, mi sveglio, corro a vedere come sta andando l’affluenza (mentre scrivo controllo che succede che oramai e’ questione di minuti) e leggo sul Corriere questa lettera di un’altra italiana che si sente piu’ o meno come me, derubata cioe’ di un diritto e fondamentalemente presa in giro. Ma quello che mi disturba di piu’ sinceramente e’ leggere diversi commenti alla lettera in questione che dimostrano un’acredine immotivata e a tratti feroce verso chi vive all’estero. Io questa cosa devo dire, l’ho percepita diverse volte da quando vivo qui, ma mai in maniera cosi’ netta. E non la capisco, proprio non la capisco. Credo che gli italiani all’estero siano una ricchezza per l’Italia in tanti modi differenti e non degli usurpatori, gente che non paga le tasse e si permette pure di parlare. Se tutti gli italiani che non pagano le tasse (e non le pagano da nessuna parte loro) non dovessero votare, altro che quorum.
13 commenti:
Condivido alla lettera il tuo post. La rabbia che leggi io la interpreto anche come leggera invidia. Probabilmente sono persone che vorrebbero fare, disfare, partire, ma alla fine non hanno il coraggio per fare nulla, se non puntare il dito.
A me le schede non sono arrivate. Mi sono iscritta all'Aire ormai 3 mesi fa, ma le pratiche sono ancora aperte... il comune in Italia non ha ancora ricevuto nulla dal consolato. La lentezza della burocrazia italiana è una delle cose che mi hanno fatto decidere di emigrare. E ancora la subisco!
ho l'impressione che ovunque ci siano "piazze pubbliche" (youtube, corriere, forum, i blog molto frequentati) ci sia una enorme fetta di commentatori attivi che non fanno altro che sfogarsi.
Con parole piene di astio, cattiveria, ferocia.
Quelle parole che vorrebbero poter dire in faccia con la stessa ferocia a chiunque non gli garbi - solo che per seguire le regole sociali, non le dicono.
Esistono, queste persone, e sicuramente non vorrei come amica gente che serba questa acredine nell'animo. Perchè le regole dell'educazione valgono sia quando si è faccia a faccia, che quando si scrive su un forum pubblico.
Si ferisce anche con un commento immotivatamente aggressivo.
Ecco, mi spaventa che si sia tanto aggressivi, per cosa poi?
Siamo davvero così bestie?
Concordo con te, il referendum abrogativo non dovrebbe avere quorum perchè non è giusto che il NO possa contare anche sull'astensione!
io non odio ne invido nessuno per una scelta di vita di cui semplicemente prendo atto, ma senza usare i toni dei commenti del corriere dico anche io che è scorretto far votare chi risiede stabilmente all'estero.
Avete deciso di partire e presumibilmente avete dove vivete il centro principale dei vostri interessi, no? Allora perchè dovreste incidere sulla politica di una Nazione che non vivete se non come turisti?
Trovo anche ingiusto che chi vive qui stabilmente debba aspettare almeno 10 anni per avere diritto di voto (tranne che per i consigli delle municipalità in alcune città) mentre voi possiate far sentire la vostra. Se per i vostri voti fosse passato il nucleare o la privatizzazione dell'acqua, o peggio ancora il leggittimo impedimento, a voi cosa sarebbe cambiato? A me sarebbe cambiato molto!!
Nessuno vi toglie l'italianità ma il diritto di voto dovrebbe avere una base sociale ed etica e non di sangue, ben spiegata dagli eletti nelle circoscrizioni estero e che magari non mettono piede in Italia da 50 anni ma che sono stati il sostegno di questo governo nei momenti in cui sarebbe potuto andare a casa.
Un caro saluto
beh il quorum in realtà ha un motivo molto semplice: rendere difficile abrogare una legge dello stato ... metti che vadano a votare inn4 gatti e di questi 4, 3 votano si, puf! legge abrogata! vanificando di fatto l'azione del Parlamento che detiene il potere legislativo ...
@ilaria: capisco il tuo puto di vista, ma il voto è questione di cittadinanza, non di residenza: non puoi imedire a dei cittadini italiani di esprimere il loro parere col voto, è un diritto fondante della costituzione , porre dei distinguo sarebbe pericoloso, a mio parere: oggi posson votare solo i residenti in Italia, domani quelli italiani almeno di terza generazione, dopodomani gli iscritti al partito ... no, non mi piace.
in più, chi può dirlo? magari fra dieci anni Nonsi, Mr. J e Baby J. decidono di trasferirsi a Milano o nel Salento e lei, col suo voto sta tenendo il polso di quello che rimane sempre il suo paese ... io son espatriato soltanto da 15 gg (non son ancora iscritto all' A.I.R.E.), starò via almeno tre anni e mi sentirei privato di un mio diritto, a non poter votare.
Ilaria, ti rispondo anche io.
Io personalmente vivo all'estero stabilmente, ma ho un visto solo di 5 anni, poi non so cosa succederà. Per la legge (italiana e americana) dovrò rientrare in patria. Quindi perchè dovrei rinunciare al mio diritto di voto se sono ancora legata al mio paese? Senza contare che tutta la mia famiglia è li, quindi, scusa, ma mi interessa ancora molto ciò che avviene in Italia.
Oltretutto il voto qui lo potrò esprimere solo quando e se diventerò cittadina. La trovo una cosa corretta, e trovo giusto che sia così dappertutto. Del resto io per ora sono un'ospite, con che diritto potrei prendere delle decisioni riguardanti un luogo dove sono solo provvisoria?
L'acredine è dovuta solamente al fatto che la pecorella che si emancipa del gregge spinge il gregge stesso a porsi in discussione. E se il gregge riuscisse a farlo, sarebbe costretto a cambiare. Cosa che, però, non è in grado di fare. Ecco perchè la pecorella emancipata è scomoda: perchè pone di fronte alla propria incompetenza, alla vigliaccheria, all'inerzia. Tu, splendida blogger d'oltre oceano, sei un esempio tanto ammirato quanto scomodo, come tutti gli altri italiani all'estero additati da coloro che, in realtà, anelano ma non possono.
Valerio
zion: a volte penso che chi scrive certe cose, non le direbbe mai in faccia a una persona. non per vigliaccheria in molti casi, ma perche' immediatamente si renderebbe conto dell'esagerazione. quando guardi in faccia l'altro, non puoi non vederci qualcosa di te, e' difficile non simpatizzare almeno un minimo.
baol e markino: io penso che a un certo punto le persone debbano prendersi le loro responsabilita'. vuoi la democrazia? usala, falla tua. poi saro' ingenua io pero' dico: negli anni 80 c'e' stato un voto chiarissimo sul nucleare, perche' si e' legiferato nuovamente senza tenerne conto? se qualcuno me lo spiega gli sarei riconoscente. questi referendum costano! (e non vengono nemmeno accorpati alle altre elezioni...)
ilaria: ti ringrazio per essere intervenuta con un punto di vista diverso, e' sempre molto interessante discutere di queste cose, ma non si puo' fare se siamo tutti d'accordo :) da un lato mi piace il fatto che leghi cosi' tanto il voto alla residenza perche' anche a me piacerebbe votare qui. proprio perche' vivo qui e sono coinvolta volente o nolente da tutto quello che succede qui, come capita agli stranieri che vivono in italia immagino. d'altra parte pero' ti ripeterei tutto quello che ha scritto markino, alla lettera. io rimango italiana, sono certamente piu' informata di moltissimi italiani e non escludo un ritorno, sulla base di che cosa non mi dovrebbe essere consentito votare? non vedo come il mio voto possa in nessun modo privare voi italiani in italia di qualcosa.
valerio: come sei buono.
@nonsi: son d'accordo con te, vuoi la democrazia, usala! si hanno tutti gli strumenti per farlo bene, senza cambiare nulla ... in Italia il potere di fare le leggi ce l'ha il Parlamento (e solo quest'organo, per fortuna, nonostante i piagnistei del Silvio), quindi la soluzione è votare con consapevolezza alle politiche, non abbassare il quorum per il referendum, che è uno strumento solo abrogativo - consente cioè di tirare una riga su una legge che è stata fatta e basta (infatti mi pare che nulla impedisca che una legge di principi simili sia ripresentata successivamente, sta all'intelligenza dei governanti evitare sprechi di tempo e di denaro per far si che un secondo referendum la abroghi di nuovo).
Mi sa che stavolta vi abbiano preso per i fondelli di brutto, in quanto se ne son usciti anche con "se anche gli italiani all'estero non votavano, sarebbe stato uguale!"
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