mercoledì 23 febbraio 2011

the kindness of strangers

The kindness of strangers, La gentilezza degli estranei, e’ il titolo di un libro appena pubblicato da Lonely Planet che raccoglie racconti di chi, trovatosi in difficolta’ durante un viaggio, e’ riuscito a tirarsene fuori solo grazie all’inaspettato providenziale aiuto di uno sconosciuto. Credo qualche episodio del genere sia capitato un po’ a tutti, anche perche’ per qualche strano motivo le cose piu’ improbabili tendono a succederti quando sei in viaggio dall’altra parte del mondo. Il libro non l’ho ancora letto pero’ mi piace il presupposto da cui parte. Come dice il Dalai Lama nella prefazione, ci concentriamo sempre sulle tragedie e sulla crudelta’ dell’essere umano perche’ e’ quello che fa notizia, che ci viene raccontato di continuo, ma non ci fermiamo mai a riflettere sul fatto che in ogni momento in ogni parte del mondo vengono compiuti anche innumerevoli atti di generosita’ disinteressata, di sicuro superiori anche a livello meramente numerico.

Mi sono messa d’impegno a cercare di ricordare la gentilezza degli estranei che ho incontrato nei miei viaggi e mi sono venuti in mente tanti piccoli episodi, ma nessuno particolarmente interessante. Mi sono ricordata pero’ di un caso esemplare in cui mi sono trovata dall’altra parte. Era il mio primo viaggio nel deserto con Mr. Johnson, qualche anno fa. Eravamo fermi a una stazione di servizio, l’unica nell’arco di centinaia di chilometri, praticamente in mezzo al nulla, quando abbiamo notato un uomo di colore sulla cinquantina in jeans e cappellone da cow boy che cercava inutilmente un passaggio fra i pochi automobilisti in sosta. Sperammo tanto che non si rivolgesse anche a noi, devo dirlo. E’ che sarebbe stata veramente una scelta complicata: da una parte c’era una persona forse davvero sola e in grande difficolta’ e dall’altra un potenziale serial killer in un luogo perfetto per un film dell’orrore. Ovviamente, il tizio venne anche da noi. Ci fu un momento di grande tensione. Raccontava una storia che poteva essere sia perfettamente plausibile che molto sospetta, date le circostanze. Diceva di essere rimasto a corto di benzina a una decina di chilometri da li’, di aver lasciato la moglie ad aspettarlo sul camper e di essersela fatta a piedi fino alla stazione di servizio. Sotto il sole, dieci chilometri. Poveraccio se raccontava la verita’. Io all’epoca, non parlavo quasi nulla, ma deve essere sembrato sincero se Mr. Johnson decise di aiutarlo. A una condizione, pero’, che per me fu l’aspetto piu’ esotico di tutta la vicenda: si sarebbe dovuto lasciare perquisire. Eh gia’. Dopo tutto qui e’ facile che la gente giri armata. Cosi’ dopo la breve perquisizione con le mani appoggiate al tetto della macchina come fa la polizia, il tale compro’ una tanica di benzina e sali’ in macchina. Io gli lasciai il mio posto davanti e mi misi sul sedile posteriore cercando oggetti con cui eventualmente avrei potuto colpirlo in testa in caso avesse cercato di ucciderci. C’era solo un ombrellino di quelli piccoli pieghevoli, ma il film era gia’ cominciato nella mia immaginazione. Cercavo diaboliche alternative, mentre loro davanti si scambiavano qualche battuta per smorzare il nervosismo. Dieci chilometri che non passavano mai. Ma alla fine, eccolo li’ il camper, la moglie che aveva aspettato per non si sa quante ore, era tutto vero.

Appena tornati a casa bucammo e scoprimmo cosi’ di aver fatto tutto il viaggio nel deserto senza ruota di scorta. Come dire? Karma? Io penso di si’, ma gia’ lo sapete.

Come diceva l’autore del libro nell’intervista la cosa piu’ bella di questo tipo di atti di gentilezza e’ che da una parte sono davvero completamente disinteressati e dall’altra comportano sempre una, tutto sommato, piccola percentuale di rischio, oltre che una notevole fiducia nel prossimo.

E voi? Mi raccontate qualche storia di aiuto dato o ricevuto?

Dai! C’e’ bisogno di pensare anche al buono.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

accettai un passaggio in auto da un ragazzo canadese conosciuto in ostello a Fort Williams, Scotland. Mi porta alla fermata dell'autobus, zaino e tutto. Se ne va. Davanti all'autobus scopro di aver lasciato il marsupio con passaportocartadicreditosoldi e tutto cio' che metti in un marsupio per -non- perdere nella sua macchina. Ho 20 Pounds in tasca. Prendo l'autobus comunque, l'ostello a Pitlochry e' gia' pagato, e il canadese sa che sto andando li. Mi sembra la cosa migliore da fare. A pitlochry, ovviamente, il canadese non c'e'. Ma mi ricordo di avergli parlato di un ostello a Stirling in cui ho amici, e in cui puo' fermarsi se capita da quelle parti. Chiamo l'ostello. Il canadese e' arrivato, ha lasciato il mio marsupio e tutto il suo contenuto, ed e' ripartito cosi', come fosse una cosa normale.
Trovai il suo indirizzo per vie traverse, e gli mandai una cesta di prodotti italiani in canada
:)

Gio (Edinburgh)

nonsisamai ha detto...

probabilmente per lui era una cosa normale! che bella storia!

Anonimo ha detto...

Una delle prime volte che guidavo la macchina qui' in USA, accompagno i miei genitori alla stazione del treno e mi perdo, naturalmente la sfortuna (e la testa di ca.. che ho) fa si che lascio il cellulare a casa, e non so ne come arrivare alla stazione ne come tornare a casa, ne posso chiamare mio marito che nel frattempo disperato cerca di chiamarmi. Mi fermo e chiedo indicazioni ad un signore. Naturalmente sono lontanissima dalla stazione e chissa' dov'e' casa! Il signore e' in difficolta' a spiegarmi dov'e' la stazione perche' mi sono davvero persa per bene cosi' si mette in macchina e dice: seguimi! Anche se non era di strada decide di farsi diversi chilometri per accompagnarmi in un posto a me conosciuto e farmi ritrovare la strada. Gentilissimo! Davvero non so quante persone si sarebbero fatte chilometri e chilometri di strada solo per riportare una sconosciuta sulla perduta via! In ogni caso dalla mattina alle 8 sono tornata a casa la sera alle 7!!! (il treno era alle 11 di mattina, i miei genitori hanno preso quello del pomeriggio,......:)))))


Dora in MD

nonsisamai ha detto...

eh, come ti capisco dora...

http://www.nonsisamai.com/2007/11/i-did-it.html

Anonimo ha detto...

io mi sarei sentita subito come in un episodio di criminal minds!

ciao nonsi, ti leggo da tempo ma questa e' la prima volta che commento...

nonsisamai ha detto...

ehi, ciao!

dancin' fool ha detto...

così al volo me ne viene in mente una buffa: tanti anni fa ero in irlanda, dublino e una delle prime sere lì ho sbagliato a prendere un pullman (uno di quelli notturni, di cui ci sono poche corse per tutta la notte) che mi stava portando lontanissimo da casa mia.
così ho chiesto informazioni all'autista, questo mi ha detto che stavo andando nella direzione completamente sbagliata ma non potevo neppure scendere e prendere un altro pullman perché era appunto notte e non ce n'erano. così... mi ha detto che se volevo sedermi lì e aspettare che lui finisse il giro mi avrebbe riaccompagnato a casa. ha finito il giro infatti e poi chiamato con la radiolina la centrale per avvertirli della cosa (e poteva ovviamente essere una chiamata "finta", ovvio ;) ) ha spento tutte le luci del pullman (al che io ero un po' sul chi va là meravigliata com'ero che un autista facesse una cosa del genere per me) e mi ha effettivamente accompagnata nel quartiere dove vivevo.

che dire.

incredibile :)

Ilaria ha detto...

Ciao, be' io non ero dall'altra parte del mondo ma in Romagna... comunque ero in escursione in solitario con la bici quando buco, in aperta campagna, e per giunta si abbatte su di me un temporale di quelli forti e lunghi. Fulmini, acqua, e io che: non so come riparare la gomma, non vedo una casa a vista d'occhio, non ho ovviamente il cellulare per chiamare casa e mi metto praticamente a piangere (grande soluzione, ma avevo anche 15 anni). Tra l'altro ero tipo mezza nuda (canottierina striminzita e pantaloncini-mutanda!) perché quando ero partita c'era un sole caldissimo, quindi mi sento pure a disagio. Passa qualche automobilista, mi vede e non si ferma. Alla fine si ferma un signore che stava tornando dal lavoro ed era diretto in direzione completamente opposta alla mia... nonostante ciò, e nonostante avesse fretta di tornare a casa perché c'era una partita dell'Italia (dei mondiali di calcio) da vedere, ha caricato la bici sulla macchina (con grande fatica e bagnandosi tutto) e me fradicia in macchina e si è fatto tutta la strada da cui era venuto per riportarmi a casa e poi tornare indietro con quel tempo da luoi e sicuramente a partita iniziata! Chi glielo faceva fare? Una disinteressata gentilezza!

isadorablumenthal ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
nonsisamai ha detto...

la cosa piu' interessante di queste storie e' quel brivido di paura che si prova quando ci si mette nelle mani di uno sconosciuto perche' non si puo' fare altrimenti. non e' sempre facile fidarsi degli altri, ma quando si incontrano persone cosi', ci si sente un po' piu' a posto con l'universo.

alinipe ha detto...

Io ne ho una un po' triste:
Ho 15 anni, sono assieme a 4 amiche, nella mia città natale, ma parecchio lontano da casa e in una zona isolata. E' l'una di notte e scopriamo di aver preso l'ultimo pullman. Facciamo l'autostop, due macchine si fermano più o meno in contemporanea. Io e due belinde saliamo su una tutte assieme dietro, le altre due amiche sull'altra vettura, una davanti e una dietro. Le due macchine si seguono, fan la stessa strada, ad un certo punto si accostano e dal finestrino l'amica seduta dietro fa una faccia preoccupatissima e terrorizzata. Mentre sorpassiamo la macchina vediamo che l'autista è un ragazzo con il volto completamente sfregiato da cicatrici. Al momento di scendere l'amica dietro salta fuori veloce, l'amica davanti armeggia con la porta ma non riesce ad aprire... e poi la macchina lentamente riprende a muoversi. Con l'amica ancora dentro. Io ho perso un battito, assieme ad un'altra ci siamo avventate urlando sulle maniglie, la macchina si è ri-fermata qualche metro dopo, l'amica è scesa preplessa: "Ma siete matte? Voleva solo spostarsi più in là perchè era scattato il verde e io non riuscivo ad aprire!"

Ancora mi vergogno da bestia per aver pensato male.

Alice autostoppatrice

ParkaDude ha detto...

Stavo scrivendoti la mia, ma poi veniva lunga e così ci ho fatto un post qui:
http://simonemarini.com/?p=2411

ParkaDude ha detto...

Da questo tuo post, è nato questo mio post:

http://simonemarini.com/?p=2411