La nostra "odissea" è iniziata a Malpensa mercoledi mattina. Arriviamo con larghissimo anticipo.
Check-in.
Pago 74 euro per ognuna delle nostre valige. E' la novità di quest'anno: il biglietto costa uguale, ma in un altro continente per più di un mese, puoi portarti solo il bagaglio a mano.
Eh, signora mia.
Primo controllo passaporti. Il cartello dice 30 minuti di cammino fino al gate. Una passeggiata. Dopo 10 minuti però si intravede una folla. Dicono sia una fila, ma è decisamente una folla. Dopo un'altra decina di minuti di attesa qualcuno ci comunica che noi con i bambini dobbiamo andare avanti. Saltiamo tantissime persone, ma quando arriviamo almeno a vedere che c'è un controllo passaporti, la fila non solo rimane enorme, ma si muove pochissimo. Alcuni si innervosiscono, alcuni saltano avanti sfacciatamente, alcuni si lamentano ad alta voce, alcuni piangono. I controlli automatici non funzionano mi dice una ragazza della Repubblica Ceca che ha provato a usarli ed è tornata nella fila dei controlli tradizionali. Il problema è che in quel momento vedo solo due o tre guardie doganali. La fila non va avanti. Il tempo passa. Ci sono altri 20 minuti di cammino fino al gate. Comincio ad agitarmi. Non voglio nemmeno pensare a cosa potrebbe succedere se perdessi il volo per Londra e la "coincidenza" per Dallas.
Quando finalmente arriva il nostro turno, la guardia doganale è gentilissima e non smette di scusarsi. È mortificato per i disagi causati. Sembra poco, ma non è poco avere davanti una persona gentile anche in una situazione del genere. Ci controlla velocemente i passaporti e corriamo al gate. Arriviamo in tempo. Anzi c'è così tanto tempo che ci sediamo ad aspettare il nostro turno per l'imbarco. Qualcosa non va.
L'aereo per Londra è in ritardo di più di un'ora.
Dato che una cinquantina di persone hanno il nostro stesso problema di perdere il volo per Dallas, veniamo tutti fatti passare avanti e ci viene detto di non preoccuparci perché ovviamente ci aspetteranno. Dopo tutto arriveremo al gate con 10 massimo 15 minuti di ritardo.
Indovinate.
Non ci hanno aspettato.
Questo - e il fatto che la stessa cosa è successa contemporaneamente anche a un grosso gruppo di passeggeri diretti a Chicago - causa il delirio. Gli unici che possono aiutarci sono i responsabili del disastro, cioè quelli di British Airways.
Cominciamo una fila infinita volta a trovare un altro volo per Dallas. Joe, Woody e altri bambini hanno la possibilità di sedersi per terra e giocare. Tante persone anziane o con bambini piccolissimi in braccio non hanno la stessa fortuna. Se ci si muove, si perde il posto. Non si può andare in bagno o a bere, bisogna stare lì.
Gli impiegati del desk British sembravano fuori dalla realtà. Sorridevano, prendevano o perdevano tempo. La gente era esasperata e loro imperturbabili. Qualcuno ha ipotizzato che stessero facendo una sorta di sciopero bianco. I più fortunati davanti a noi hanno ottenuto voli per il venerdì e il sabato. Era mercoledì!
Ci ha salvato il colpo di genio di Mr J che dal Texas ha chiamato American Airlines.
Dopo tutto, noi il biglietto lo avevamo comprato da loro.
Ci piazzano sull'ultimo volo disponibile per gli Stati Uniti, ma non andiamo a Dallas: andiamo a New York!
A New York in tarda serata, ci tocca recuperare le valige. Anche lì, troviamo una guardia doganale gentilissima. Rimangono davvero impresse le persone che ti aiutano in certi momenti, anche solo con un sorriso o una battuta. Mentre ero spaventata a morte che potesse esserci qualche problema con i bagagli, fa: "Solo una cosa, vorrei un po' del vostro pesto". Ridiamo e per un attimo la tensione svanisce.
Era quasi mezzanotte, il nostro volo per Dallas partiva alle 6 e mezza del mattino. La cosa più logica da fare, forse l'unica, era pernottare in aeroporto. Che sarà mai. Ti piazzi su una sedia e aspetti.
Fosse così facile. All'aeroporto JFK di New York, Terminal 8 non ci sono sedie Mi hanno dato due spiegazioni diverse: covid e contrasto dei senzatetto. In ogni caso un'assurdità.
L'unica cosa da fare è sedersi o sdraiarsi sul pavimento. Non sono disponibili nemmeno prese della corrente per ricaricare i telefoni. I gate li dovrebbero aprire alle tre di notte, ma anche lì se la sono presa comodissima.
Io non so quali siano i motivi di certi disservizi, ma vedere la completa indifferenza di chi in qualche modo li causa, mi irrita molto, anche più del disservizio stesso.
In un modo o nell'altro, dopo quasi 36 ore di viaggio siamo arrivati a Dallas Un pensiero speciale va a una studentessa cinese che mi ha fatto compagnia nell'attesa notturna a New York. Vuole diventare un'insegnante. Stanche come eravamo abbiamo parlato di un sacco di cose interessanti e il tempo è passato più veloce.
Un altro pensiero va al bravissimo farmacista del mio quartiere in Italia che mi ha consigliato la Rinazina per il mal di orecchie in fase di atterraggio. Soffro di questo disturbo e non so come avrei fatto a sopravvivere a tre voli senza i suoi consigli.
Tanti amici in Italia mi hanno detto che quest'anno in vacanza si muoveranno in macchina per evitare il tipo di problemi che sono capitati a me. Il fatto è che non tutti hanno questa scelta.
E' incredibile dover spendere così tanto tempo e soldi e trovarsi a viaggiare in questo modo nel 2022.