Una piccolissima lista di cose interessanti che ho scovato in questi ultimi giorni:
- L'ultimo episodio del podcast NPR Code Switch. Si intitola We Aren't Who We Think We Are e tocca con una delicatezza indescrivibile un argomento scabroso, un vero e proprio tabù della società americana. Se avete degli amici neri, a me è successo, vi avranno raccontato magari di avere antenati nativi. Io ho un carissimo amico che ha raccontato questa storia per tutta la vita. Poi un giorno ha fatto un test del DNA e ha scoperto con sorpresa di essere geneticamente molto più bianco che nero e anche di non avere nessuna parentela con i nativi. Questa è una cosa che ovviamente scuote le persone nel profondo e capita molto spesso. Le famiglie nere tramandano queste storie per nascondere una verità difficile da affrontare e cioè che le varie tonalità della pelle dei membri di una stessa famiglia sono quasi sempre dovuti alla violenza sessuale degli schiavisti bianchi. In questo episodio si racconta la storia di qualcuno che ha deciso di approfondire e rivelare la vera origine della sua famiglia. Si accenna anche a come erano visti gli immigrati italiani rispetto ad altre minoranze. Tutto molto molto interessante. Una parte della questione che non viene toccata dal podcast e che mi suscita molte curiosità è che, non so altrove, ma in questa zona capita altrettanto spesso di sentire bianchi raccontare di essere discendenti dei nativi. Forse ricorderete l'imbarazzo di Elizabeth Warren quando scoprì, attraverso un test genetico, di avere una parentela con gli indiani molto più lontana di quello che le era sempre stato raccontato dalla sua famiglia. Dopo quell'incidente Trump con la sua rinomata finezza, la soprannominò Pocahontas. Ecco, mi chiedo come mai così tante famiglie bianche americane tramandino con grandissimo orgoglio la leggenda di far parte di qualche tribù. Ad ogni modo, è meraviglioso che nel 2020 si possa parlare con dolore, ma apertamente e senza imbarazzi di un argomento come questo.
- Un altro podcast che mi ha fatto riflettere tantissimo, è l'ultimo episodio di Rough Translation che si intitola So Long, Black Pete e spiega la famosa tradizione del blackface in Olanda. E' illuminante vedere come altri paesi si confrontano sul razzismo. Una donna olandese di colore diceva qualcosa tipo "se cerco di fare capire a parole perchè quella tradizione è offensiva non ottengo nulla: i bianchi capiscono solo quando piango e vedono la mia sofferenza". La cosa che mi ha colpito di più è che con tutto il razzismo sistematico e la brutalità della polizia che abbiamo qui, paradossalmente siamo anche avanti anni luce rispetto allo svisceramento di questi problemi, che altrove ci sono sempre stati, ma si cominciano a delineare solo ora.
- Una serie che ho trovato geniale per vari motivi e che ho letteralmente divorato: Search Party con l'indimenticabile Maeby di Arrested Development.
- Ho finalmente visto anche un'altra serie che mi era sfuggita quando è uscita. Mozart in the Jungle con il mio idolo Gael Garcia Bernal. Le prime due stagioni mi sono piaciute davvero molto. La terza stagione ha per protagonista Monica Bellucci ed è tutta ambientata a Venezia, ma da lì in poi è un po' il salto dello squalo secondo me.
- L'ultimo episodio del podcast NPR Code Switch. Si intitola We Aren't Who We Think We Are e tocca con una delicatezza indescrivibile un argomento scabroso, un vero e proprio tabù della società americana. Se avete degli amici neri, a me è successo, vi avranno raccontato magari di avere antenati nativi. Io ho un carissimo amico che ha raccontato questa storia per tutta la vita. Poi un giorno ha fatto un test del DNA e ha scoperto con sorpresa di essere geneticamente molto più bianco che nero e anche di non avere nessuna parentela con i nativi. Questa è una cosa che ovviamente scuote le persone nel profondo e capita molto spesso. Le famiglie nere tramandano queste storie per nascondere una verità difficile da affrontare e cioè che le varie tonalità della pelle dei membri di una stessa famiglia sono quasi sempre dovuti alla violenza sessuale degli schiavisti bianchi. In questo episodio si racconta la storia di qualcuno che ha deciso di approfondire e rivelare la vera origine della sua famiglia. Si accenna anche a come erano visti gli immigrati italiani rispetto ad altre minoranze. Tutto molto molto interessante. Una parte della questione che non viene toccata dal podcast e che mi suscita molte curiosità è che, non so altrove, ma in questa zona capita altrettanto spesso di sentire bianchi raccontare di essere discendenti dei nativi. Forse ricorderete l'imbarazzo di Elizabeth Warren quando scoprì, attraverso un test genetico, di avere una parentela con gli indiani molto più lontana di quello che le era sempre stato raccontato dalla sua famiglia. Dopo quell'incidente Trump con la sua rinomata finezza, la soprannominò Pocahontas. Ecco, mi chiedo come mai così tante famiglie bianche americane tramandino con grandissimo orgoglio la leggenda di far parte di qualche tribù. Ad ogni modo, è meraviglioso che nel 2020 si possa parlare con dolore, ma apertamente e senza imbarazzi di un argomento come questo.
- Un altro podcast che mi ha fatto riflettere tantissimo, è l'ultimo episodio di Rough Translation che si intitola So Long, Black Pete e spiega la famosa tradizione del blackface in Olanda. E' illuminante vedere come altri paesi si confrontano sul razzismo. Una donna olandese di colore diceva qualcosa tipo "se cerco di fare capire a parole perchè quella tradizione è offensiva non ottengo nulla: i bianchi capiscono solo quando piango e vedono la mia sofferenza". La cosa che mi ha colpito di più è che con tutto il razzismo sistematico e la brutalità della polizia che abbiamo qui, paradossalmente siamo anche avanti anni luce rispetto allo svisceramento di questi problemi, che altrove ci sono sempre stati, ma si cominciano a delineare solo ora.
- Una serie che ho trovato geniale per vari motivi e che ho letteralmente divorato: Search Party con l'indimenticabile Maeby di Arrested Development.
- Ho finalmente visto anche un'altra serie che mi era sfuggita quando è uscita. Mozart in the Jungle con il mio idolo Gael Garcia Bernal. Le prime due stagioni mi sono piaciute davvero molto. La terza stagione ha per protagonista Monica Bellucci ed è tutta ambientata a Venezia, ma da lì in poi è un po' il salto dello squalo secondo me.
Questa volta non mi pronuncio sui libri perchè quello che ho letto ultimamente non mi è piaciuto per niente, anzi mi ha lasciato con una brutta sensazione. Stranissimo. Per fortuna che mi hanno appena regalato dei libri nuovi e soprattutto in italiano come piace a me.
Aspetto i vostri giudizi e le vostre segnalazioni come sempre.
P.S. Ho dimenticato un'ultima cosa che ho scoperto in questi giorni: uno strumento che vi permette di conoscere la situazione coronavirus negli States contea per contea. Utilissimo se vivete qui o se state viaggiando.
Aspetto i vostri giudizi e le vostre segnalazioni come sempre.
P.S. Ho dimenticato un'ultima cosa che ho scoperto in questi giorni: uno strumento che vi permette di conoscere la situazione coronavirus negli States contea per contea. Utilissimo se vivete qui o se state viaggiando.
2 commenti:
Ti invidio un po' per tutte le cose interessanti che riesci a fare... io con lo smart working e una bimba piccola non ho mai un attimo per i miei interessi... però trovo il tempo di leggerti... ed è sempre un grande piacere! :) Stefania
Ciao Stefania, ti ringrazio per il tempo che mi dedichi! Devo dire che non dormo moltissimo in effetti ;)
Scherzi a parte, essendo insegnante e per di più a casa con la pandemia tutta l'estate, ho davvero molto più tempo a disposizione. Un abbraccio.
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