Tanti di voi mi chiedono spiegazioni sulla situazione coronavirus in Texas. Beh, le statistiche potete leggerle ovunque, la curva purtroppo si sta appiattendo, ma verso l'alto. Quindi vi racconto semplicemente la mia esperienza.
Noi qui, a nord di Dallas, non abbiamo visto nessun cambiamento. Ancora oggi, conosco solo una persona che conosce qualcun altro che si è preso il virus. Tutto scorre tranquillo. E' sempre stato un problema invisibile, data la grandezza degli spazi.
Fino a maggio, mi sembra che più o meno tutti si impegnassero con il distanziamento sociale. I primi di maggio, però il governatore Greg Abbot, senza aspettare i famosi 14 giorni di diminuzione dei contagi, all'improvviso, ha cominciato ad autorizzare le riaperture. A quel punto tutto è cambiato. Ricordo di essere passata davanti al vecchio asilo nido di Joe e di essermi molto stupita vedendo il cartello 'open'. Mi sono chiesta conoscendo gli spazi come accidenti avrebbero fatto a stare lontani. Da un giorno all'altro, senza nessun cambiamento significativo nei numeri, hanno ricominciato ad aprire tutto.
Uno dei miei ristoranti preferiti ha elaborato un piano geniale e fin troppo allettante. Si è associato alla birreria e alla gelateria accanto per aumentare lo spazio all'aperto. Un'idea geniale in fondo, ma... troppo bello per essere vero. Con così tante persone insieme senza mascherina a parlare e mangiare per ore, non poteva funzionare. Dopo pochi giorni difatti qualcuno si è ammalato e hanno dovuto chiudere e poi riaprire e avanti così.
A proposito delle mascherine. Io non sto praticamente uscendo di casa. Quei rari giorni in cui rimaniamo sui 30 invece che sui 40 gradi, vado ancora a fare il mio giro in bicicletta al tramonto. Un'oretta nei parchi/boschi che ci sono intorno a casa mia. Da quando fa caldo, non metto più la mascherina. Non mi sembra ce ne sia bisogno, raramente incontro qualcuno, pedalo per tutto il tempo senza mettere nemmeno un piede a terra. Eppure vedo che la maggior parte di quelli che incontro la mascherina ce l'ha, perfino i bambini.
Quello che voglio dire è che mi sembra che ancora una volta la società sia completamente divisa: quelli che se ne stanno a casa e quando vanno anche solo a fare una passeggiata al parco fanno molta attenzione e quelli che semplicemente fanno finta che il coronavirus non esista. O forse chissà, ci credono davvero.
E' che Trump ha seminato dubbi e complotti fin dall'inizio. Diceva quello che in fondo tutti volevano sentire e cioè che non c'era nessun problema e tanti ci hanno creduto perchè come ho detto, ancora adesso gli effetti del coronavirus sono invisibili qui. Confirmation bias a go go. Il risultato è che adesso i contagi sono alle stelle.
Noi che da marzo stiamo attenti a tutto, siamo allo stremo.
Ho degli amici che non vedo da mesi e mesi. Mi mancano moltissimo, ma, per motivi diversi, sono paralizzati dalla paura e ancora non se la sentono di riprendere le frequentazioni. Noi e altri amici come noi, stiamo cercando di mettere in pratica una via di mezzo. Fare tutto quello che sembra ragionevolmente sicuro. Continuare il lockdown, ma anche vedere qualche amico all'aperto o fare viaggi in macchina con la famiglia senza prenotare gran che per avere la libertà di seguire gli itinerari più sicuri senza vincoli. Qualcuno si è comprato un camper. Stare a casa completamente da soli ormai non è più sostenibile a livello psicologico.
Qualche settimana fa c'era davvero un clima diverso, di speranza. Cominciavo a immaginare di andare a tagliarmi i capelli addirittura! Adesso mi sembra un azzardo sproporzionato al piacere di sentirsi in ordine. Ero così felice per la riapertura di alcuni musei qui nel Metroplex e avrei voluto fiondarmici il primo giorno, ma ho deciso di aspettare. Se in Arkansas mi sentivo tranquilla, qui in Texas in questo momento, mi manca la fiducia nel prossimo. Sono troppi quelli che non rispettano le regole. Adesso che finalmente il governatore ha deciso di chiudere i bar, ad esempio, i proprietari dei bar (che non hanno rispettato le regole e hanno contribuito in maniera massiccia ai contagi) stanno facendo causa: ognuno per sé, che gli altri muoiano per le nostre inadempienze non è un problema che ci riguarda.
Conosco delle famiglie che come noi sono state chiuse in casa per mesi e all'improvviso, proprio ultimamente, hanno gettato la spugna. Hanno cominciato a mandare i figli nei campi estivi e negli asili anche se non sono costrette da motivi di lavoro. Una mia amica mi ha detto che ormai questa è un'emergenza della salute mentale e io sono rimasta un po' basita. La salute mentale...certo. Non stiamo molto bene tutti quanti, costretti a vivere da soli o lavorare e fare tutto insieme 24 ore al giorno, ma se salgono i contagi o se ci ammaliamo le speranze di riprendere una vita vagamente normale in tempi ragionevoli vanno a zero.
Non posso non fare paragoni con la situazione italiana. Penso che se è vero che il vostro lockdown è stato terribile e anti democratico per certi versi, era necessario, vi ha protetto.
E' anche una questione di mentalità. Qui in Texas non c'è nemmeno l'obbligo del casco in moto. Vuoi romperti la testa, fai pure. Ognuno gestisce il proprio corpo. Evviva la libertà. Però a che costo? Lasciare la soluzione di una pandemia senza precedenti al buon senso dei singoli individui, evidentemente non funziona anche perchè sono state date informazioni contrastanti fin dal primo giorno. E questa è la cosa che mi spiace di più. Vedendo come si sono comportate le persone che conosco, il modo in cui hanno aderito alle normative finchè c'erano, immagino che avrebbero continuato. Se qualcuno avesse spiegato per bene il motivo, avrebbero sicuramente continuato e avrebbero anche indossato le mascherine senza protestare. Purtroppo non c'è stata una comunicazione univoca, anzi. In troppi hanno cercato di usare questa situazione per scopi politici e quando si trasforma un'emergenza sanitaria in una battaglia politica questi sono i risultati.