E' venerdi pomeriggio.
Mi siedo un attimo a tirare il fiato e a riflettere sulla surreale settimana che ho avuto.
Faccio quasi fatica a credere a tutto quello che è successo.
Lunedi, primo giorno lavorativo del 2020: corso di sopravvivenza in caso di mass shooting con analisi dei vari incidenti del passato e testimonianze dei superstiti (qui). Se aggiungete al fatto che oltre a essere un'insegnante e in quanto tale responsabile di tutti i miei studenti, ho anche due bambini miei nello stesso edificio, potete forse vagamente immaginare la mia angoscia alla fine di quella giornata.
Il giorno successivo mi si spezza nuovamente il cuore quando una bimba nera di sei anni mi chiede se quel tale bambino di cui parlavamo, quello che si è messo nei guai, era bianco o nero (qui).
Mercoledi ho fatto una lezione su Martin Luther King con una delle classi più disciplinate e serie (e bianche, non l'avevo mai notato prima) che ho.
Fra poco sarà Martin Luther King Day e sto facendo molte lezioni sull'argomento.
C'è stato un piccolissimo gruppo di ragazzi che si è comportato molto male in quella classe. Uno si è preso la briga di disegnare un ritratto di MLK per mezz'ora e poi gli ha aggiunto corna, zanne e artigli per farlo sembrare il diavolo.
Avevamo appena detto che è stato ucciso a 39 anni, che sarà più o meno l'età dei loro genitori, e che aveva quattro bambini. Dov'è l'empatia? Come si spiega una reazione simile?
Il giorno dopo con lo stomaco ancora chiuso dalla delusione e dalla tristezza sono andata a parlare con la persona deputata in teoria a gestire questo tipo di situazioni. Mi ha consigliato di non dire niente e non tirare più fuori l'argomento. Vi lascio indovinare il colore della sua pelle. Fortunatamente ho poi trovato pieno appoggio in tutti gli altri insegnanti coinvolti e ora ognuno farà la sua parte per capire e correggere.
Il giorno successivo ho fatto una lezione su Keith Haring. Abbiamo letto un libro che raccontava fra le altre cose, quanto fosse buono e quanto avesse aiutato tante persone e soprattutto i bambini malati. La classe era rapita sia dalla storia del bambino che non faceva altro che disegnare sia dalle opere stesse con quei colori brillanti, il contorno deciso dei cartoni animati... finchè è arrivata la domanda fatidica.
- Era sposato?
- No, era gay.
Ho visto qualcuno sghignazzare sotto i baffi, ma ho lasciato cadere, mi sembrava più giusto non dare peso alla cosa in quel momento e fare passare con naturalezza il messaggio che non ci fosse nulla da discutere così come se avessi risposto che era sposato. Dopo un po' passando fra i banchi noto che una bambina ha disegnato Keith Haring (c'era scritto) dentro a un tornado con un fumetto che diceva qualcosa tipo "Muoioooo". E' vero che il compito era più o meno libero, ma doveva avere un senso rispetto a tutto quello di cui avevamo parlato. Quando le ho chiesto spiegazioni, mi ha risposto fra le risate che è stata felice quando ho detto che è morto giovane. Perchè? Le ho chiesto. "E' per la mia religione". Vi lascio indovinare quale religione sia.
Ma non finisce qui. Successivamente ho accennato l'accaduto alla sua maestra. La collega non ha nulla (credo, suppongo) contro gli omosessuali, ma la sua spiegazione è stata squisitamente teologica. In sostanza il suo ragionamento è: siccome siamo tutti peccatori e siccome tutti i peccati si equivalgono agli occhi di Dio, siamo tutti uguali e "abbiamo tutti bisogno di Gesú". Poi l'ho vista parlare con la bambina. Ho visto la bambina scoppiare a piangere ed è finita così la lezione.
Ero allibita. Io penso che le motivazioni che un insegnante debba usare per convincere i propri studenti a non commettere discriminazioni debbano essere di tipo intellettuale e non basate sulla fede religiosa. Lo davo per scontato in una scuola pubblica e invece.
E così, finalmente devo dire, oggi è venerdi. Nel mio cassetto, in classe, ora ci sono due kit per il pronto soccorso: uno con i cerotti e la scatolina per mettere i dentini quando cadono e l'altra per fermare i dissanguamenti. Non mi ci abituerò mai.
Avrete notato che non è più venerdi, ma sabato.
Dulcis in fundo, ho dovuto interrompere la scrittura di questo post perchè ieri sera è suonata la sirena dei tornado e siamo dovuti tutti correre in bagno, che è la stanza più sicura della casa.
Woody non si è fatto sfuggire l'occasione: "Mamma per favore non morire. Sarei molto preoccupato per te se morissi".
Scampato pericolo, era solo una tempesta. Partitella a carte in bagno e via, un venerdi sera come un altro per fortuna.
Stamattina mi sono svegliata con Joe che si vestiva velocissimo saltellando di gioia come un grillo impazzito: "Sta nevicando! Sta nevicando!". E in effetti stava proprio nevicando.
Sono passate quattro ore e c'è un sole che spacca le pietre. Domani dovremmo essere sui 15 gradi.
E niente. Andiamo avanti così, senza annoiarci mai.
2 commenti:
Io penso che le motivazioni che un insegnante debba usare per convincere i propri studenti a non commettere discriminazioni debbano essere di tipo intellettuale e non basate sulla fede religiosa. Lo davo per scontato in una scuola pubblica e invece.
Sono d'accordo...
Mi spiace che non ho tempo di dilungarmi, perché hai scritto tre post interessantissimi, uno dietro l'altro!
Ti abbraccio nel frattempo,
Grazie Bulut! <3
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