Quando mi succedono cose tipo quelle che vi raccontavo nell'ultimo post, c'è sempre qualcuno che mi chiede...ma come fai? E io potrei rispondere in tanti modi, potrei rispondere perfino con delle domande in realtà, ma alla fine, è inutile complicare le cose.
La verità è che quando le sfide sono grandi, sono grandi anche le soddisfazioni.
Per riassumere. La settimana scorsa un piccolissimo gruppo di miei studenti ha deciso di prendere in giro nientemeno che Martin Luther King e la persona che avrebbe dovuto aiutarmi a fargli capire l'errore, mi ha caldamente invitata a farmi gli affari miei e a non tirare più fuori l'argomento. Io mi sono presa una serata di profonda tristezza, questo sì, e il giorno dopo sono tornata alla carica, scoprendo tra l'altro, di non essere affatto sola nella mia piccola grande battaglia.
Questa settimana quando quella classe è tornata da me, non ho additato nessuno. Non ce n'era bisogno, ognuno sapeva benissimo cosa aveva fatto o non fatto. Non ho nemmeno parlato di Martin Luther King. Ho corso un rischio e ho deciso di fargli vedere il Ted Talk sul razzismo della fotografa brasiliana Angélica Dass che trovate qui (è sottotitolato anche in italiano). Dura più di dieci minuti e non è per certamente un prodotto per bambini. Si tratta di un discorso abbastanza complesso sulle etichette basate sul colore della pelle che ci assegnamo a vicenda e tutte le contraddizioni che vi ruotano attorno. Perchè davanti a due persone dello stesso identico colore si decide che una è bianca e una è nera? Sono gli occhi, il naso, i capelli? Il conto in banca? E si torna al concetto di uguaglianza e a Martin Luther King senza nemmeno nominarlo.
Ho fatto bene a dare fiducia alla classe. Non è volata una mosca per tutto il video e quando è finito, è addirittura partito un applauso spontaneo.
E' stato uno di quei momenti.
Quei momenti che ti segnano, che ti fanno sentire utile, importante, quelli che ti fanno andare sempre avanti con passione, con determinazione e con entusiasmo.
E poi non si smette mai di imparare. Dopo il video, ho rispiegato il da farsi e ho aggiunto una frase che credo continuerò ad aggiungere ogni volta che si parlerà di questi argomenti: se qualcuno non è d'accordo, se qualcuno ha dei dubbi sul concetto di uguaglianza, se qualcuno ha sentito idee contrarie a casa o altrove, può venire a parlarmene in qualunque momento, anche in privato se si vergogna di parlare davanti a tutti, anche fra un mese o fra un anno, sono sempre a vostra disposizione. I ragazzi hanno bisogno di sentirselo dire che possono parlare anche di questi temi senza finire nei guai. Non devono esserci tabù. Prima non me ne rendevo conto. Non c'è solo la scuola nella loro vita, ci sono tante altre influenze che possono confonderli.
Il bambino che citando il celebre discorso, sotto al ritratto di Martin Luther King la settimana scorsa aveva scritto "Io ho un sogno, dormire", ha corretto "Io ho un sogno, fermare il surriscaldamento globale. E poi dormire". E alla fine ha cancellato anche "e poi dormire". Si cresce, si matura, queste sono cose del tutto normali e innocue. Però bisogna continuare ad andare avanti, non indietro.
Per rispondere alla solita domanda, faccio così. E mi sento ogni giorno un po' più ricca.
4 commenti:
Certi giorni noi insegnanti torniamo a cas a da falliti, però basta riposare un po' e vengono in mente delle idee brillanti. Non ci arrendiamo mai! Continua così
Un giorno bene e uno male, fa parte della vita. Grazie Speranza
Mi sa che tu non insegni "solo" arte !
Complimenti, non mollare
Grazie Gota!
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