sabato 26 dicembre 2020

com'è andata

 Allora com'è andato questo Natale pandemico?

Quaggiù inaspettatamente bene. Siamo stati da soli, a casa. Nessuna aspettativa e nessun piano di nessun tipo quest'anno.
Il pomeriggio della Vigilia ho fatto i soliti biscotti con i bambini usando una vaghissima e vecchissima ricetta di mia madre che come per magia funziona sempre alla perfezione.
Devo aver preso da lei l'odio per le ricette precise. Infatti ogni anno non mi segno come ho fatto e ogni anno improvviso. Ormai quella dei 'biscotti rischiosi' è diventata una tradizione a sè.
Mr J ha cucinato tutta la cena del 24 seguendo la tradizione americana. Le ricette americane invece sono precisissime, non so se ci avete mai fatto caso.
Il giorno di Natale di fatto abbiamo mangiato gli avanzi sul divano, guardando film, sonnecchiando, giocando, leggendo. Abbiamo guardato Soul di Pixar che mi è piaciuto tantissimo. Poi quando è scesa la sera siamo usciti in giardino, abbiamo acceso il fuoco, ci siamo seduti intorno e abbiamo parlato, bevuto, arrostito marshmallows, ascoltato Vince Guaraldi.
E' stato tempo di qualità, tempo prezioso per ricaricarsi.
Respirare. Che festa.
Tanto che mi sono chiesta...valeva la pena affannarsi tanto in passato? Mi sono mancate le persone, non certo la tavola apparecchiata in un certo modo o qualche altra tradizione.
Il vero senso delle cose, dicevamo.
Questo 2020 vuole sempre dirci qualcosa.
🎄

mercoledì 23 dicembre 2020

you can’t beat death but you can beat death in life, sometimes

In questi giorni vi ho chiesto su Instagram e Facebook che cosa vi ha dato e che cosa vi ha tolto questo 2020. La risposta che più mi ha emozionato, anche se ce ne sono state varie, è stata "mi ha dato il vero senso delle cose"

L'ho chiesto a voi perchè lo stavo chiedendo a me stessa e mi si erano aggrovigliati tutti i pensieri e le emozioni su questa domanda.

Tutto è partito da una vecchia foto della mia adorata Ragazzina


Pimpante, il mio cane, che dormiva sotto l'albero di Natale qualche anno fa. 

La prima cosa che ho pensato è stata che il 2020 mi ha portato via lei e, insieme a tutto il resto, è stato un gran brutto colpo da cui ancora mi sto riprendendo. Tutto il resto cioè il viaggio in Italia e la possibilità di rivedere i miei cari, il mio amatissimo lavoro, la scuola per Joe e Woody, la maggior parte degli amici che non sono morti per fortuna, ma che purtroppo non ho più rivisto e francamente alcuni di loro non so nemmeno se li rivedrò quando tutto questo sarà finito.

Il 2020 è stato un anno eccezionalmente difficile e complesso per tutti. Perfino la cosa migliore che mi sia successa nel 2020, l'arrivo di due bambini meravigliosi, mi provoca un certo dolore perchè non sono potuta essere presente al momento e non so quando potrò esserlo.

Diciamo la verità, demoralizzarsi pensando al 2020 è un gioco da ragazzi. A me sembra in un certo senso di aver perso tutta la mia vita per come la conoscevo.

Però la verità è anche che non mi sento per niente depressa, anzi mi sento più forte. Insomma, io credo che nonostante tutto il 2020 mi lasci migliore di come mi ha trovato e questo è ciò che poi conta. 

Qualcuno mi ha detto che questo è l'anno del 'meglio di niente', ma io rifiuto questo tipo di visione. Ho ripetuto mille volte a Joe e Woody, anche quando a essere triste e delusa ero io per prima, "ricordiamoci che siamo fortunati" ed è una cosa che credo ci abbia salvato e ci abbia fatto crescere tutti insieme.

Un grande senso di gratitudine, un senso di gratitudine vero, quotidiano, non per modo di dire, per tutto quello che abbiamo, che sia tanto o poco. Anche solo Cioppi in giardino, un bosco da esplorare, una nuvola passeggera.

Obiettivamente qui negli US la situazione è drammatica. Anche se, come vi ho sempre raccontato, tutto sembra scorrere come prima, gli ospedali sono pieni e i morti non fanno che aumentare ogni giorno. Eppure ora non si respira più solo 'denial', incapacità di accettare la realtà, ma anche e soprattutto speranza per il futuro.

C'è il vaccino ora. E non c'è più Trump. Cioè ovviamente c'è, è ancora presidente, ma il modo in cui se ne parla sui media è del tutto diverso. Non avete idea di cosa sia stato svegliarsi per quattro anni ogni mattina con l'ansia di quello che avrebbe detto o fatto. 

Gratitudine e speranza ci stanno accompagnando nell'anno nuovo.

Alcuni rapporti si sono spezzati, ma devo dire che altri, forse ancora più profondi, si sono fatti spazio e sono germogliati nell'incertezza connaturata al 2020. 

E poi tanti libri, tanta musica, tanti film e serie, qualche mostra, qualche visita a qualche museo.

Nel 2020 ho ritrovato in un certo senso la sensibilità dei vent'anni. Tutto mi ha toccato con un'intensità superiore e questa è una cosa che nel bene e nel male, spero di non perdere.

Mi viene in mente un poesia che si intitola The Laughing Heart, Il Cuore che Ride, di Bukowsky.

Your life is your life
don’t let it be clubbed into dank submission.
Be on the watch.
There are ways out.
There is a light somewhere.
It may not be much light but
it beats the darkness.
Be on the watch.

The gods will offer you chances.
Know them.
Take them.
You can’t beat death but
you can beat death in life, sometimes.

And the more often you learn to do it,
the more light there will be.
Your life is your life.
Know it while you have it.

you are marvelous
the gods wait to delight
in you.


La tua vita è la tua vita.
Non lasciare che le batoste
la sbattano nella cantina dell’arrendevolezza.
Stai in guardia.
Ci sono delle vie d'uscita.
Da qualche parte c’è luce.
Forse non sarà una gran luce
ma la vince sulle tenebre.
Stai in guardia.
Gli dei ti offriranno delle occasioni.
riconoscile, afferrale.
Non puoi sconfiggere la morte
ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta.
E più impari a farlo di frequente
più luce ci sarà.
La tua vita è la tua vita.
Sappilo finché ce l’hai.
Tu sei meraviglioso
gli dei aspettano di compiacersi in te.

domenica 13 dicembre 2020

piccole scialuppe

Ehi voi, come state? 

Io bene però -non so se succede anche a voi- in questo periodo ho bisogno di non pensarci troppo a come sto. Preferisco pensare a come stanno gli altri, ad aiutare, se posso, in qualche modo e a usare bene il mio tempo.

Per esempio, lo sapete che qui c'è stato il Giving Tuesday? Tutti conoscono il Giorno del Ringraziamento, il Black Friday e perfino il Cyber Monday, ma pochi all'estero credo abbiano mai sentito parlare del Giving Tuesday. Si tratta del martedi dopo Thanksgiving, un giorno in cui l'idea è fare finalmente qualcosa per gli altri dopo essersi rimpinzati per bene. Il Giving Tuesday, spiega il sito ufficialeè un movimento di generosità globale. L'incentivo a donare è dato dal fatto che spesso in questo giorno in particolare ci sono degli sponsor che promettono di raddoppiare tutte le donazioni. Quest'anno l'ho sentito più del solito. Il giorno dopo aver donato, ho trovato 20 dollari. Significherà qualcosa? 

In realtà, passavo da queste parti per condividere come al solito con voi un po' delle mie piccole scialuppe, tutte quelle cose che mi aiutano a stare a galla e che mi migliorano la vita. Voi fate lo stesso se vi va.

- L'ultima scialuppa in ordine di tempo è un corso di acquarello contemporaneo online che mi sta appassionando. Il fascino dell'acquarello per me sta  nell'imprevedibilità degli effetti, ma mi sono resa conto che è necessario imparare a gestire quell'imprevedibilità, altrimenti si trasforma in frustrazione e finisce che lascio perdere. Se per caso ci vedete una qualche metafora in tutto questo non siete soli. Sto passando delle fantastiche serate (e nottate...) a fare i miei esercizi.

Voi fate dei corsi online in questo periodo? Io ne ho seguiti vari dall'inizio della pandemia, ma questo è finora il mio preferito perchè mi costringe anche a fare. Ho bisogno di usare le mani, possibilmente di sporcarmele, e staccarmi dagli schermi.

- A proposito di studio, fra le cose che mi sono segnata per voi, c'è una belliiiissima lezione di Umberto Galimberti su Heidegger. La trovate su YouTube, qui.

Ne ho parlato un po' con Joe. Gli ho raccontato del mondo delle idee di Platone e dal modo in cui ha reagito, mi sono resa conto che la filosofia si adatta perfettamente alla sua forma mentis già da ora a 10 anni. Qui non credo si studi filosofia nemmeno al liceo ed è un peccato. Un filosofo mi ha consigliato di ascoltare con lui il podcast australiano Short and Curly che provoca grandi discussioni e riflessioni sul piano etico. Mi piace molto il modo in cui è impostato. Per farvi un'idea, se avete mini-filosofi a portata di mano, ascoltate l'episodio in cui si discute se si debba fare tutto quello che dicono i genitori. Lo trovate qui, dura 5 minuti, ma vedrete i loro occhi spalancarsi e quale soddisfazione più grande di guardare gli occhi di un bambino spalancarsi?

Per quanto riguarda questioni filosofiche anche molto quotidiane, ho scoperto un altro podcast che si intitola No Stupid Questions. E' condotto da Stephen Dubner, uno degli autori di Freakonomics, e da Angela Duckworth, psicologa e docente universitaria che studia in particolare l'autocontrollo e il coraggio. Uno dei miei episodi preferiti è il n.25 in cui si chiedono se l'edonismo sia da preferire all'autocontrollo e ti fanno riflettere, fra le altre cose, sulla differenza fra quello che vogliamo e quello che vogliamo volere. Temi interessanti affrontati con il sorriso. Tutte le loro opinioni sono supportate da dati scientifici.

- Se vi è piaciuto il film Call Me By Your Name, vi consiglio in modo entusiastico (ohibò) We are Who We Are di Luca Guadagnino. Si parla di adolescenti in cerca di se stessi e adulti spesso in crisi con in sottofondo una sorta di dialogo costante fra Stati Uniti e Italia perchè la vicenda è ambientata in un'immaginaria, ma realistica base militare veneta. Alla fine di ogni episodio ci sono preziosi approfondimenti degli autori Luca Guadagnino, Francesca Manieri e Paolo Giordano e il punto di vista degli attori. We Are Who We Are racconta il sogno di essere accettati e amati in tutto e per tutto per quello che si è.

- Dopo quattro anni di Trump, sono un po' in una fase di disintossicazione politica. Vi segnalo solo un reportage che mi ha colpito. Come forse sapete ho passato qualche giorno di vacanza in Oklahoma recentemente (qui). Impossibile non notare le insegne delle chiese super conservatrici, i manifesti contro l'aborto, le bandiere pro Trump e...i negozi di marijuana ovunque. Stranissimo. Questo reportage spiega come uno degli stati più conservatori sia diventato improvvisamente il più all'avanguardia di tutti nel campo della legalizzazione delle droghe leggere. Se vi interessa l'argomento lo trovate su Politico e si intitola How One of the Reddest States Became the Nation’s Hottest Weed Market.

- Per quanto riguarda la musica, è uscito un Tiny Desk concert di Michael Kiwanuka (qui) che è semplicemente meraviglioso. Da ascoltare in macchina da soli o sdraiati sul divano con un bicchiere di vino o una tazza di té caldo a seconda dei gusti. 

- Il libro che ho amato di più in questo periodo è un super classico che non avevo mai letto. 

“Per quanto brevi, discontinui, spesso penosi, per via delle sue assenze o delle interruzioni, i loro incontri avevano comunque avuto sulla sua vita effetti incommensurabili. C'era un mistero in tutto ciò. Ti veniva dato un seme secco, aguzzo, sgradevole - l'incontro in sé, il più delle volte terribilmente penoso. Eppure nella distanza, nei posti più impensati, sbocciava, fioriva, emanava il suo profumo, ti lasciava toccare, gustare, guardarti intorno, percepirlo e comprenderlo nella sua interezza, dopo che per anni lo si era smarrito.”
- Virginia Woolf, La signora Dalloway

Vi lascio così. 

Buona domenica. 

Alla prossima.

giovedì 10 dicembre 2020

prima che scappi via

Ho avuto un pensiero abbastanza ottimista ieri. Devo dire che non mi capita spessissimo ultimamente.

Me lo segno prima che scappi via.

Ragionavo sul compleanno di Joe, su quanto mi avesse inizialmente demoralizzato il fatto di dover trovare un modo di festeggiarlo durante la pandemia mentre non sentivo nessuna voglia di festeggiare.
Alla fine invece ho avuto un'idea abbastanza geniale (che non avrei mai avuto in un'altra situazione perchè come dico sempre poi le limitazioni aiutano la creatività) e lui ha ripetuto talmente tante volte che è stato il compleanno più bello della sua vita, che comincio quasi a crederci.

Il suo grandissimo amico ha bussato alla porta a sorpresa una mattina e siamo andati a scavare fossili in mezzo al nulla. Siamo arrivati , a un'ora e mezza da casa, e non c'era letteralmente nulla, proprio come diceva il sito, nemmeno il servizio telefonico, nemmeno una vera strada in realtà. E invece, forse anche proprio per questo, pazza gioia. Una giornata memorabile. Abbiamo trovato un sacco di fossili e di divertimento (qui).
Missione compiuta. "With a little help from my friends" come sempre (perchè non era mica scontato che i genitori dell'amichetto avessero voglia di farsi più di tre ore di macchina per fare questa genialata).
La mia più grande preoccupazione in questi mesi, e non solo mia ma suppongo di tutti i genitori, riguarda ciò che i bambini stanno perdendo della loro infanzia, tutto quello che io ho avuto e dato per scontato e che per loro adesso non c'è.
Ho realizzato l'altro giorno all'improvviso che il piccolo Woody ha passato un quinto della sua vita in lockdown. Mi vengono le vertigini a pensarci.
Eppure se la pandemia finisse domani credo che davvero potrebbero dire di avere fatto in qualche modo tesoro di questa esperienza.
Gli abbiamo mostrato come si resiste alle avversità. Abbiamo fatto un ottimo lavoro, credo. Ho avuto un'estate difficilissima, ma poi mi sembra che una volta accettata la situazione, sia uscito un po' il meglio di me.
Ci siamo divertiti tanto, abbiamo inventato giochi, abbiamo passato del tempo all'aria aperta tassativamente, con qualunque temperatura, tutti i santi giorni. Abbiamo tutte le nostre canzoni, i nostri scherzi che capiamo solo noi.
La vita non si è fermata. Siamo andati avanti e abbiamo trovato gioia nelle più piccole cose.
Woody è quello che soffre di più dall'inizio. A volte chiede 'quando finisce la pandemia?' ma appena provi a rispondere dice 'non mi piace parlare di queste cose, basta, non parliamone più'.
A Joe manca moltissimo la scuola, lo so anche se lui non si lamenta mai. Ne abbiamo parlato solo una volta e come sempre, mi ha lasciata di stucco:
- Sai, questo discorso mi fa venire in mente un libro che ho letto - e ha citato a memoria:
"Non sai mai quanto vale l'acqua finché il pozzo non si prosciuga. Non conosci l'importanza di qualcosa finchè non la perdi".

Questi sono insegnamenti che resteranno per la vita, mi dico congratulandomi con me stessa.
Poi però subentra la vera me, quella decisamente non ottimista che osserva...sì certo, peccato che non è mica finita.
Chissà cosa potrà succedere ancora in questo lungo inverno. Chissà quanti disastri sarai in grado di provocare, quanti ne succederanno.
Ieri qui si sono superati i tremila morti. Oramai i giornalisti non sanno più che paragoni inventarsi per fare capire la gravità della situazione. Siamo ben oltre un 11 settembre al giorno eppure c'è una sorta di follia generalizzata per cui tutto è normale, tutto procede come prima per chi non è ammalato.

La cosa più difficile da accettare dall'inizio di questo dramma collettivo a oggi, è proprio il fatto che tante cose ora semplicemente non le sappiamo e ci toccherà aspettare, magari molti anni, per dare un senso a questo tempo.
Nel frattempo pensiamo a mettere un piede davanti all'altro e ad avanzare sempre, meglio che possiamo.

venerdì 4 dicembre 2020

la controversia natalizia

La maestra di Woody ha mandato un'email alle famiglie alla fine di novembre per prevenire ogni possibile polemica o protesta sulle feste. Mi sembrava di sentire in sottofondo: "Perché al giorno d'oggi non si può più fare niente senza che qualcuno si offenda, signora mia". A dicembre si parlerà di varie tradizioni in giro per il mondo, non solo del Natale cristiano, e comunque anche parlare del Natale è in perfetto accordo con la normativa educativa texana. Zitti tutti. Si è spinta fino a chiedere alle famiglie che non credono a Babbo Natale di dire ai figli di non fare la spia, praticamente di non rovinare la festa agli altri.

Oggi c'era la lezione sull'Italia. Un PowerPoint con un minestrone per niente accurato di tradizioni. Ma non è solo questo il problema. Ha scelto di affrontare ben 4 diversi paesi europei, gli Stati Uniti, il Messico, l'India, Israele e l'Africa. Lo vedete anche voi che non va? Tanta Europa, nessuna rappresentazione dell'Oceania, dell'estremo Oriente e poi soprattutto ancora mettiamo tutta l'Africa in un solo calderone? L'Africa non è una nazione, è un continente enorme pieno di enormi differenze culturali e naturali.

Seguendo da vicino il programma quest'anno, ho visto tante contraddizioni di questo tipo. Mi fa rabbia non poter essere lì a scuola e fare la mia parte per migliorare le cose dall'interno come ho sempre fatto in passato. Stavolta mi tocca stare a guardare. So che la maestra sta facendo tutto quello che può. In questo momento storico, come genitore puoi solo ringraziare perché davvero non si può dare nulla per scontato. Il fatto è che il prossimo anno questi concetti verranno insegnati allo stesso modo perché è così che sono sempre stati insegnati, la questione è strutturale.

È difficile cambiare atteggiamento su materie che sono state presentate allo stesso modo da decenni, ma io penso sempre a Maya Angelou: "When you know better, you do better".

Come insegnante mi sono sempre fatta mille scrupoli, anche solo a fare un albero di Natale a scuola. Non credo di essermi fatta problemi inutili. È difficilissimo parlare a tutti gli studenti nella loro estrema diversità ed essere coerenti sempre con tutti. Ho cercato dei compromessi, ho sbagliato di sicuro, ho fatto del mio meglio.

Però.

Trattare l'Africa come una nazione è una di quelle cose che per me passano il limite. Ci sono errori veniali, accettabili e altri che proprio no, per mille motivi devono farci reagire.

Che idea può farsi un bambino americano di 5 anni a cui viene raccontata la più piccola tradizione tedesca o italiana ma a cui viene presentato un intero continente in poche righe, con superficialità, senza nessuna cura? Che idea si farà mio figlio bianco, europeo, e che idea si farà il suo compagno afroamericano?

Bisogna pensarci a queste cose altrimenti non cambierà mai niente.

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mercoledì 2 dicembre 2020

a proposito di comunicazione

 

Ieri ho appreso la notizia di Elliot Page sui media americani e l'unica cosa che ho pensato è stata 'evviva, speriamo che presto una storia del genere non faccia più notizia'.
Oggi sul feed di FB mi appare la versione del Corriere.
Divertitevi pure a trovare le differenze.
Mi chiedo.
Perché un giornale importante come il Corriere tratta i suoi lettori come degli inetti? Perché non ha scelto di alzare il livello della conversazione e lasciare che il pubblico si adeguasse?
E infatti le reazioni cambiano completamente a seconda del tono con cui viene data la notizia.
Sotto al post di NPR ho letto solo commenti di ammirazione e rispetto, alcuni sono molto personali e commoventi.
Dobbiamo renderci conto che questo tipo di comunicazione ha implicazioni reali e concrete sulla vita delle persone.
Il tanto vituperato politicamente corretto è una conquista di civiltà. 

venerdì 20 novembre 2020

perchè non credono al giorno del ringraziamento

Vedere in giro contemporaneamente decorazioni di Natale e di Thanksgiving -spaventapasseri e zucche, alberi di Natale e lucine- sta facendo nascere dibattiti molto animati fra Joe e Woody.

Joe è un tradizionalista ed è molto infastidito: si comincia a parlare di Natale solo dopo il Giorno del Ringraziamento, che cattivo gusto. Woody invece è per il Natale sempre, anche a Ferragosto, anche a Santo Stefano.
Poi esclama, come se avesse appena avuto un'illuminazione:
-Sai, io ho capito perchè hanno già messo fuori le decorazioni di Natale. E' perchè non credono al giorno del Ringraziamento!
Pensate che bello vivere in un mondo in cui Babbo Natale non si mette nemmeno in discussione.
🎄🎅

giovedì 19 novembre 2020

sempre più femminista

- Più passano gli anni e più divento femminista.
- Come mai?
- Forse è che faccio più attenzione ai dettagli. Prendi ieri al parco. Woody si arrampicava spensierato sugli alberi e la povera Ragazzina dai Capelli Rossi voleva fare lo stesso, ma rimaneva indietro, ogni volta. Fare qualunque cosa con la gonna è molto più difficile, non riesci nemmeno a scivolare giú da uno scivolo per la miseria. E' uno svantaggio di base. Poi lei si graffiava, piangeva e iniziava tutto il circolo vizioso per cui probabilmente lei si sentiva meno capace e i maschi deducevano in qualche modo di doverla proteggere e aiutare se non compatire.
- Beh, ma la colpa è di sua *madre* che l'ha vestita così.
Ognuno tragga le sue conclusioni.

 

mercoledì 18 novembre 2020

ammaccata ma felice

Oggi sono successe molte cose

Alcune non molto piacevoli devo dire.
Sono perfino caduta in un buco, un buco sì, e piuttosto profondo. Me la sono cavata con qualche livido, niente di grave.
A parte lo spavento... un sacco di risate.
Ma come si fa a cadere in un buco così? Vi lascio immaginare ché mi viene già da ridere solo a pensarci.
Che bello ridere però, devo farlo di più, devo farlo ogni volta che posso.

lunedì 16 novembre 2020

non aggiriamo le regole, comprendiamole

Continuo a pensare a un post che ho letto prima. È di una "famosa personalità della cultura italiana" che seguo perché -sottolineo- stimo. Sono un po' confusa.

Raccontava, come se fosse una cosa mai sentita prima, questa sua esperienza: visto che pian piano in Italia stanno chiudendo tutte le scuole, con 5 famiglie (5 significa una quindicina almeno di persone che non vivono sotto lo stesso tetto coinvolte) ci siamo organizzati la scuola a casa. Un genitore segue i bambini e gli altri vanno a lavorare a turno. Fantastico.

Peccato che se chiudono le scuole è per limitare i contatti fra nuclei familiari diversi. Se tutti i genitori lavorano, i partecipanti vengono a contatto con una quantità di persone notevole. Il rischio non è indifferente.
Questi si chiamano "learning pods" e qui se ne parla da mesi. Il fatto è che nel caso dei learning pods americani il più delle volte, questa è un'esperienza che si fa mentre le scuole rimangono aperte. È una scelta, un male minore diciamo, che può servire anche a svuotare un po' le classi a scuola e ha tantissimi lati positivi, davvero tanti, ma comunque anche una serie di conseguenze deleterie soprattutto sul piano dell'uguaglianza sociale. E qui potrei dilungarmi, ma cercate "learning pods" e troverete tutte le informazioni del caso, se vi interessa l'argomento.
Mi lascia abbastanza a bocca aperta questo non capire o non voler capire da parte di tanti, anche persone teoricamente equipaggiate molto meglio della maggior parte della cittadinanza, il motivo basilare per cui cinema, ristoranti, eventualmente scuole e tutto il resto viene chiuso.
Non si tratta di trovare modi per aggirare le regole, si tratta di assumersi una responsabilità individuale che si riflette poi sulla collettività.
Ovviamente i commenti erano quasi tutti grandi lodi, cuori e "grazie per l'idea, adesso mi organizzo anch'io".
L'intellettuale diceva che in questo momento bisogna resistere e sono d'accordissimo, usiamo l'immaginazione certo, ma troviamo altri modi, modi che non peggiorino ulteriormente la situazione.
Se promuoviamo idee allettanti, ma pericolose, questa pandemia non finirà mai.

domenica 15 novembre 2020

i giorni dell'insalata

 Mi sono svegliata di malumore. Eh già, ogni tanto capita.

Visto che mi conosco, ho addirittura avvertito: oggi giratemi alla larga ché mordo.
Stavo mangiando un piatto di pasta, rigorosamente da sola davanti al computer quando arriva Mr. J e ridendo mi fa:
- Remember: these are your salad days!
Io con un grande punto di domanda stampato in faccia...devo mettermi a dieta? Vuoi rischiare la vita in questo modo dopo che ti ho pure avvertito?
"Salad days" è un'espressione che viene da Shakespeare, Antonio e Cleopatra.
..My salad days, / When I was green in judgment, cold in
blood/To say as I said then!
La traduzione italiana non rende il gioco di parole.
... I miei verdi anni, quand’ero acerba di giudizio e di
sangue freddo, dire come dicevo allora!
I giorni dell'insalata sono quando sei giovane e al culmine dello splendore. Ha ragione Mr. J. Non so se siamo esattamente al culmine dello splendore, ma nonostante la rabbia che questo senso di isolamento forzato procura delle volte, avremo un sacco di bei ricordi di questi strani mesi pandemici.

sabato 14 novembre 2020

piccole scialuppe

Adesso che la situazione elettorale si è chiarita, mi sono messa a cercare dei podcast che mi facessero comprendere meglio quello che sta succedendo nella politica americana.

Amo i podcast perchè impari un sacco mentre fai una passeggiata o lavi i piatti, senza doverti sedere a leggere un libro o un articolo. Non so voi, ma io ho bisogno di tempo lontano dagli schermi per stare bene. 

Condivido con voi solo quelli che mi sono piaciuti molto e che davvero mi hanno fatto conoscere nuovi punti di vista.

Ci sono ben 3 episodi di Code Switch sui protagonisti della politica americana attuale:

  1.  Il primo si intitola Is Trump Really That Racist e esamina parole e azioni di vari presidenti per venire a capo di una questione abbastanza spinosa: Trump è davvero più razzista degli altri? Fa un po' male al cuore tutto questo discorso, ma va bene così. E' perfetto per abituarsi a tenere a bada le proprie bias di conferma. 
  2.  Il secondo è su Kamala Harris. Si intitola Let's Talk About Kamala Harris e si pone, fra le altre cose, un dubbio più che legittimo: come fa Kamala a essere considerata a volte quasi di destra da quelli di sinistra e di estrema sinistra da quelli di destra? Lo so sembra un gioco di parole, ma insomma chi è veramente e come è arrivata dov'è? E da che parte sta la vice presidente eletta?
  3.  Il terzo si intitola Claim Us If You're Famous. Parte dall'identità di Kamala Harris (madre indiana, padre giamaicano), ma esplora un tema relativamente nuovo nella cultura americana, quello di chi ha più di un'identità. Barak Obama è un altro esempio. Come si viene percepiti dalla società americana? E da quelle d'origine? Quale delle due identità prende il sopravvento e perchè? Temi molto complessi e molto, molto, appassionanti.

- Poi c'è un episodio di The Ezra Klein Show che si intitola The Joe Biden Experience in cui Ezra esamina aspetti meno noti del percorso e della personalità di Joe Biden con uno dei suoi biografi, Evan Osnos. Biden viene spesso accusato di trasformismo, quindi si cerca di capire come sia arrivato a certi cambi di rotta. E poi si esaminano le differenze filosofiche fra il suo approccio politico e quello di Obama, oltre a un'esplorazione del loro rapporto che va ben oltre i soliti meme divertenti sui due amiconi.

- Se cercate podcast non di politica vi straconsiglio due episodi di Throughline: The United States vs Billie Holiday e James Baldwin's Fire

- Se cercate qualcosa per bambini in inglese, questa volta vi propongo un podcast bellissimo che si intitola Smash Boom Best. Si dibattono argomenti fondamentali e delicatissimi tipo: Avengers o Guerre Stellari? Vampiri o lupi mannari? Cioccolato o formaggio? Alla fine però ridi e scherza, si imparano le regole del dibattito, una materia utilissima nella vita che purtroppo nelle scuole italiane non viene insegnata (o sì? Raccontatemi!). 

- Ho anche un piccola segnalazione in italiano, se amate i documentari: il podcast ispirato al libro Europa, Texas di Luca Nizzoli Toetti, di cui vi ho già parlato. Lo trovate qui

- Nelle settimane in cui, attraverso un lungo processo, è stata confermata Amy Coney Barrett, la giudice della corte suprema che poi ha preso il posto di Ruth Bader Ginsburg (era la famosa cerimonia durante la quale Trump e un sacco di altri suoi si sono beccati il coronavirus), ho letto il romanzo Revolutionary Road di Richard Yates. Sto leggendo molto ultimamente, ma vi parlo di questo libro perchè è senz'altro quello che mi è rimasto più dentro. E' una storia che mi ha fatto rabbia, ma è anche una storia che risulta purtroppo familiare, comune nelle sue linee essenziali. Un romanzo femminista scritto da un uomo e una giudice donna come Amy Coney Barrett che vorrebbe togliere alle donne i diritti già conquistati. Il mondo va alla rovescia. Vorrei che tutti quelli che si professano contrari all'aborto leggessero questo libro.

- Ho guardato una serie stupenda, The Queen's Gambit su Netflix. De La Regina degli Scacchi di Walter Tevis, il romanzo a cui è ispirata, ricordo invece molto poco, soprattutto che mi era piaciuto moltissimo, al punto che avevo cominciato a giocare a scacchi addirittura.

Vi capita mai di dimenticare i libri e i film, ma ricordare perfettamente le sensazioni che vi avevano provocato?     

- Ho guardato anche la famigerata Emily in Paris e l'ho trovata leggera e divertente. E' piena di stereotipi, ma ci azzecca. Mi sono rivista molto nello shock dell'americana di fronte alla scorrettezza politica degli europei. Hanno ragione i miei critici, evidentemente sono diventata americana.

- A proposito di cose leggere e divertenti vi segnalo anche l'account Instagram @Purr.in.ink . Io lo adoro, e sono senza dubbio una dog person. 

 - Questa settimana è uscito il video della nuova canzone degli Eels Are We Alright Again.  C'è il mitico Jon Hamm (Don Draper forever) ed è delizioso.

Il concetto è: assaporiamo il momento, immergiamoci totalmente nella musica e in quello che ci far stare bene senza pensare a tutto quello che ci stanno letteralmente portando via. 

Are we alright again? 
Yeah, I think we're alright.

 

Buon fine settimana  💙

mercoledì 11 novembre 2020

a freddo

Una cosa su cui ho riflettuto recentemente.

Biden non era il mio candidato. Non conosco nessuno che alle primarie fra i validissimi candidati alla presidenza avrebbe scelto lui invece di Bernie Sanders, Elizabeth Warren o Kamala Harris, per esempio.

Però ha vinto lui, lo hanno spinto gli afroamericani. Ma come è possibile? Hai davanti, fra gli altri, un ottimo uomo di colore, giovane, come Cory Booker, una donna come Kamala e invece ti ritrovi a mandare avanti per l'ennesima volta un vecchio uomo bianco contro un altro vecchio uomo bianco.
Mi sono resa conto che il non capire inizialmente questa cosa è un'altra faccia del mio privilegio.
Anche poter scegliere un candidato sulla base dei propri principi morali, è un privilegio.
Se è in gioco sul serio la tua sopravvivenza, come tanti neri credono che sia sotto Trump, fai la scelta più sicura e la scelta più sicura in questo paese come in tanti altri, ancora oggi, è un vecchio uomo bianco.

martedì 10 novembre 2020

è un'altra vita

Questa cominciata sabato, è un'altra vita.

Tutto è uguale, ma tutto è così diverso!

I media non sono più al servizio di Trump. Non siamo più costretti a sentire ogni tweet e ogni complotto. Perfino Fox News non ne vuole più sapere e oggi ha tagliato il collegamento con la Casa Bianca quando la responsabile dei rapporti con la stampa ha cominciato come sempre a spargere notizie false sulle elezioni.
Ora si parla di Biden, si parla dei primi cento giorni, dell'accordo di Parigi, del piano contro la pandemia e soprattutto di come superare questi quattro anni orribili senza dividere ulteriormente la popolazione.
Non dico che tutto sia perfetto, figuriamoci, ma l'atmosfera già da ora mi sembra decisamente più costruttiva.
Quando Trump fu eletto ci fu immediatamente un'impennata di episodi di intolleranza. Episodi sentiti non al telegiornale, ma dalla viva voce di amici e conoscenti che non potevano credere a quello che stava succedendo. La collega costretta a consolare la figlia che per la prima volta in vita sua si sentiva rivolgere da un'estraneo, così senza motivo, mentre portava fuori il cane, l'odioso "N word". L'amica messicana che all'improvviso venne rimproverata dal vicino di casa di una vita per parlare in spagnolo. Il cambiamento fu repentino 4 anni fa come lo è oggi.
Le elezioni hanno conseguenze reali, alcuni forse non se ne rendono conto.
Una piccola cosa. Ho notato che nel mio quartiere sono stati tolti già prima della nomina ufficiale quasi tutti i vari 'yard signs', i cartelli che si mettono in giardino per mostrare il proprio supporto per un candidato o un altro. Ho visto che alcuni hanno sostituito la bandiera Biden/Harris con quella americana che forse non avevano più l'orgoglio di esporre.
Piccoli gesti che mi fanno pensare che la maggior parte della gente sia stufa di urlarsi contro, di dare il peggio di sè.

Tutto è uguale, ma tutto è così diverso oggi .

domenica 8 novembre 2020

e quindi uscimmo a riveder le stelle

Questa settimana è stata intensa. 

Le brutte notizie dall'Italia di nuovo in lockdown, diverse persone care che si trovano a vivere situazioni molto complicate e chiaramente l'ansia per le elezioni americane. 

A un certo punto è saltata fuori una foto del 9 Agosto 1974, il "Goodbye Dick" party dove i genitori di Mr. J festeggiavano in pieno stile anni Settanta le dimissioni di Nixon.


Festeggeremo anche noi? Di sicuro non quanto loro, su questo non c'è discussione. Il telefono nel frattempo si riempiva di notifiche. Cosa ne pensi tu che sei lì? Cosa succederà?

Finché ho spento tutto e ho fatto ricorso a uno dei pochi 'coping mechanism' (dice il dizionario 'strategia di adattamento' ma non è proprio uguale...) che mi sono rimasti durante la pandemia: fare passeggiate, ascoltare musica e parlare con gli amici veri vicini e lontani. E' andata molto bene.

Fra grandi passeggiate e lunghe chiacchierate per qualche mezz'ora ogni tanto sono riuscita a dimenticare tutto quello che stava succedendo. Voi mi raccontavate che avreste passato la notte in bianco a guardare i risultati delle elezioni e io meditavo di andarmene a dormire presto. Ci fossi riuscita.

Il momento peggiore è stato martedi notte. Non è stato tanto lo svantaggio iniziale di Biden. Se avete seguito bene (io consiglio sempre e solo Francesco Costa de Il Post se cercate notizie in italiano sulla politica americana) saprete che era stato ampiamente previsto fra i vari scenari. Quello che non mi sarei mai aspettata è che due mostri come Mitch McConnel e Lindsey Graham - non so quanto questi due nomi siano noti al pubblico italiano, ma soprattutto il primo, è imprescindibile se ci si vuole capire qualcosa - sarebbero stati rieletti. Ecco lì mi ha preso lo sconforto. Per un attimo ho avuto paura che avrebbe vinto di nuovo l'arroganza, la cattiveria pura, il passatismo. In quei momenti però tornavo con la mente alla sera di Halloween, sabato scorso: non era un paese sull'orlo della rivolta civile quello. E tornava la fiducia nell'umanità. 

Eppure se ne parlava tanto dei possibili scontri. A Washington l'ansia saliva  al punto da prepararsi ai risultati sbarrando i negozi con assi di legno come se stesse per succedere il finimondo. 

Conosco, credo e spero, solo una persona in Italia che si augurava che Trump vincesse. Dico solo questo: quando tifate per dittatori o aspiranti tali chiedetevi con grande serietà se vi piacerebbe vivere in un paese governato in quel modo.

Grazie al cielo quell'incubo è finito. 

Tenete d'occhio le storie su IG e FB. Vi farò vedere i posti belli in cui sono stata in questi giorni. Non smetterò mai di ripeterlo: il Texas è meraviglioso.
Tanti dall'esterno si aspettavano che diventasse finalmente 'blu', noi qui invece eravamo decisamente meno convinti. Beto O'Rourke anche questa volta, ha fatto un lavoro pazzesco. Non si è fermato un secondo, è andato ovunque a parlare con la gente. Ci stiamo senz'altro arrivando, ma i tempi evidentemente non sono ancora maturi per un cambiamento così radicale. 

Del resto per me il fascino del Texas sta tutto nelle sue mille contraddizioni.

Il clima, in generale, mi sembra completamente diverso da quello di 4 anni fa. Senza fare troppi discorsi che adesso è il momento di festeggiare: è tornata la civiltà, tutto qui. 

Ieri, per me e molti altri, è stato senza dubbio il giorno più felice del 2020.

martedì 3 novembre 2020

le elezioni a casa johnson

 Mentre andavamo al parco, sento Joe e Woody che discutono sul sedile posteriore.

- Joe mi dai la palla? - chiede Woody.
- Prima lascia che ti spieghi come funziona il governo.
- No grazie, dammi la palla.
- Non se non ascolti prima come funziona il governo. Credimi: è per il tuo bene.
- Dammi subito la palla! - si spazientisce Woody.
- Ma tu devi saperlo, stanno per esserci le elezioni! - ribadisce Joe con tono drammatico.
- Non mi interessano le elezioni, sono in kindergarten!
- Guarda che le elezioni dovrebbero interessare a tutti. E' una cosa molto importante.
- Ma io ho 5 anni!
- Beh, io sapevo come funzionava il governo già a 6 o 7 anni...
Woody esplode:
- Dammi quella palla! Maaaaammaaaaaa....!
E' finita che Joe gli ha dato la palla e gli ha anche spiegato come funziona il governo.
Poi la maestra di Woody mi dice "Ma com'è avanti, ma come fa a sapere tutte queste cose questo bambino?"
Eh chissà.

domenica 1 novembre 2020

halloween 2020

 

Prima di uscire di casa abbiamo spiegato chiaramente che andavamo solo a fare una passeggiata per vedere le decorazioni. Niente dolcetto o scherzetto.
Alla fine però, grazie alla creatività e alla generosità dei nostri vicini di casa halloween 2020 è stato quasi più bello degli altri anni. Soprattutto tanti anziani si sono ingegnati in tutti i modi per non togliere anche questa gioia ai più piccoli.
Grazie!
👻🎃

sabato 24 ottobre 2020

colpo di scena

E' sempre difficile cogliere i cambiamenti. La maggior parte delle volte, le cose scivolano via dalla nostra vita piano piano in modo impercettibile finchè un bel giorno ti svegli e...toh, ho i capelli alle spalle, è arrivato l'inverno, non ti amo più.

Ci sono dei momenti però che sono come dei segni e i cambiamenti li marcano, li evidenziano anche quando preferiresti ignorarli.

Per me uno di quei momenti è arrivato qualche settimana fa. Eravamo con degli amici che stanno seguendo uno stile di vita molto simile al nostro, a causa della pandemia anche loro lavorano da casa e seguono i due figli con la scuola a distanza.

Parlavamo della situazione e a un certo punto, qualcuno ha detto che questo anno scolastico oramai va così.

Mi si è fermato il respiro.

Come "oramai va così"? Insomma, io ancora ci speravo che potessimo tornare tutti a scuola con l'anno nuovo. Non mi immaginavo altri sette mesi agli arresti domiciliari (per carità, siamo pieni di comodità e piattaforme di streaming e non possiamo assolutamente lamentarci rispetto ad altri, ma siamo in queste condizioni da marzo, per la miseria). 

Dopo un po' di tempo è successo un altro evento significativo. Abbiamo cambiato pediatra e il nuovo mi è sembrato molto meno in allarme rispetto alla possibilità di aggiungere l'asma al COVID (Joe e Woody soffrono entrambi di asma). Genera grande confusione e ansia sentire due medici esprimere pareri così diversi.

E chiaramente si è riaperta la mia grande ferita. 

Ma allora mi sono licenziata per niente?

Avete mai sentito l'espressione "self-doubt"? Ecco, non ne trovo in questo momento un'altra in italiano che renda così bene quell'interrogarsi mille volte al giorno sulle proprie scelte, non solo quelle future, ché quello sarebbe naturale, ma anche su quelle passate su cui non si ha più nessun potere di intervenire.

Vado a dormire con questo stato d'animo e al mio risveglio, come se l'universo volesse indicarmi una via d'uscita, trovo un'email. E' bellissima e viene dalla preside della scuola Wonka che mi chiede per favore di tornare. Colpo di scena. Mi dice che mi capisce perfettamente, ma che a scuola sta andando tutto bene a livello di infezioni e non devo preoccuparmi. Mi dice perfino che mi vuole bene e che manco molto a tutti che sono frasi forse un po' eccessive in ambito professionale, ma devo dire che sono perfettamente in linea con il suo comportamento nei miei confronti dal colloquio in poi. 

Quasi ci rimango secca. Non avevo idea che il sentimento nei miei confronti fosse questo. Lì per lì, mi sono immaginata in classe con i miei bambini, con le mani sporche di tempera a lavorare insieme. E' tutto quello che vorrei, quello che mi manca in questo momento. Subito dopo però mi sono ritrovata impigliata negli stessi identici dubbi che mi hanno portato a licenziarmi. La differenza rispetto ad agosto, è che ora le scuole qui sono state aperte per quasi due mesi e ci sono diversi giornali autorevoli che spingono il concetto che siano sicure. Ho letto molto bene questi articoli, e anche altri di segno opposto, e rimango scettica su tutto perchè gli Stati Uniti sono un paese grande, è difficile generalizzare. Ogni scuola decide da sè le misure da adottare e ogni zona ha percentuali di positività completamente diverse. Per di più qui in Texas i test non sono obbligatori (spesso addirittura vengono scoraggiati), il tracciamento è ridicolo e non c'è un vero obbligo di trasparenza. Penso che ognuno spinga per tirare acqua al proprio mulino mentre in realtà è troppo presto per capire con esattezza cosa stia succedendo. 

Così, a malincuore, ho deciso di rifiutare l'offerta di tornare al lavoro.

Mentre mi disperavo per trovare una risposta in mezzo a mille dubbi, una mia amica, una persona di un'intelligenza e di una sensibilità uniche, è riuscita a ridurre la questione all'osso. Mi ha chiesto: ma tu quanto sei soddisfatta della tua vita di adesso? 

Di fronte a un'insoddisfazione che è causa di infelicità, ha senso mettere a rischio anche la salute per tornare a fare quello che si ama.

E lì mi sono resa conto che...non sono per niente infelice, anzi.

Ho trovato un mio scopo nella vita anche in questa situazione. Joe e Woody hanno bisogno di me più che mai e io ho la fortuna di poterci essere sempre, come ha fatto mia madre quando avevo bisogno di lei. Questo dà un significato e una forma nuova alle mie giornate, è vero, ma non meno nobile, mi sento comunque arricchita da quello che faccio.

Nella mia testa era così ingombrante il concetto di difficoltà esterna (pandemia, possibili tumulti politici alle porte, mancanza di famiglia e amici, assenza di lavoro...) che non mi sono fermata nemmeno per un secondo a contemplare il fatto miracoloso che qui dentro di me, adesso, è tutto più o meno in ordine. Sto bene.

Ho rifiutato sapendo che un'offerta simile era unica, che non mi sarebbe mai stata rifatta. Ho immaginato anche che si sarebbero seccati visto l'investimento emotivo dell'invito. Ho lavorato a scuola per tanti anni e non ho mai visto una persona tornare dopo le dimissioni e soprattutto dopo un grosso (civilissimo e pacifico nel mio caso) disaccordo (qui).

Invece la mattina dopo, ho trovato un'altra email. Un'altra proposta.

Se assumessi qualcuno temporaneamente, prenderesti in considerazione di tornare? Prendi tutto il tempo che ti serve. 

E' un'offerta così generosa e inattesa che ancora non mi sembra vera. Non ho mai avuto paura di non trovare un altro lavoro (figuriamoci, gli insegnanti vanno a ruba più che mai), è che l'esperienza che ho avuto in quella scuola è stata così eccezionale (anche per Joe e Woody che la frequentano) che il mio dispiacere più grande era di aver perso quell'opportunità in particolare.

Torno alla scuola Wonka. Non so quando, ma ci torno!

Sono felice e piena di riconoscenza. 

mercoledì 21 ottobre 2020

l'amichetto pescetariano

C'è un grande amichetto di Joe che è pescetariano. Un giorno, a 6 o 7 anni, ha comunicato ai suoi genitori, onnivori, che non voleva più mangiare animali "intelligenti". Secondo lui i pesci e i frutti di mare non sono "intelligenti". A noi adulti questa cosa ha mandato in visibilio. Che bambino sensibile e profondo. Bravo, eh? Per di più mangia un sacco di verdure, perfino i broccoli...vuoi mettere? Benissimo!
Certo, che cambiamento rispetto a qualche anno fa.
Feci una scelta simile anch'io molto più avanti, da liceale, e scoppiò una sorta di crisi familiare. Il medico di famiglia trattò il vegetarianesimo più o meno come il fumo o le droghe pesanti: tutta roba da cui guardarsi. Qualcuno mi prese in giro anche. Non esisteva nel mio ambiente dell'epoca, il concetto di compassione verso gli animali, quelli che si mangiano dico.
Adesso tutto è cambiato. La maestra di Joe gli ha fatto recentemente leggere un breve saggio sui pro e i contro degli zoo, ad esempio. Lui è rimasto molto colpito e ha cominciato a farsi ancora più domande sull'etica rispetto al trattamento degli animali e tante altre cose.
Il concetto stesso di mettere qualcosa in gabbia per ammirarla lo ha portato dopo un po' a illuminarsi...i musei allora? Che tolgono le opere dal loro luogo di origine per metterle nelle grandi città occidentali, sono giusti i musei? Non bisognerebbe lasciare le opere nel proprio paese? Quando si attiva il pensiero, si sa dove si parte e non si sa dove si arriva.
Se siete alle prese anche voi con bambini curiosi (e anglofoni), vi consiglio l'episodio Why Are Some Animals Pets And Others Are Lunch? del podcast "But Why".
Buon ascolto.
🐟

domenica 18 ottobre 2020

la nostra capacità di giudizio

Quando ho letto che Trump era positivo al COVID, è successa una cosa terrificante. Non ci ho creduto. E non solo io. Praticamente tutti quelli che conosco per prima cosa hanno pensato a una sorta di manipolazione. Farà finta di essere positivo, per poi dimostrare che non è niente di grave. Oppure è un trucco per non andare al prossimo dibattito. Qualcuno ha perfino buttato lì che volesse infettare Joe Biden, farlo fuori, chissà da lui ci si può aspettare di tutto. E cosa sono questi? Complotti. Odio i complotti e tutti i complottisti con tutte le mie forze. Come ho potuto avvicinarmi a certe idee? Proprio io che leggo tanto, mi informo, confronto le fonti?

Dopo aver controllato e ricontrollato che la notizia fosse vera, mi sono fermata a riflettere su quanto tutti questi anni di Trump abbiano compromesso la nostra capacità di giudizio. Quando qualcuno ti costringe a confrontarti con menzogne e assurdità ogni giorno per quattro anni, è molto difficile rimanere del tutto indifferenti. Si finisce per dubitare di tutto.

E' per questo che ho amato alla follia la giornalista Savannah Guthrie che l'altra sera ha chiesto a Trump perchè diffonda notizie false e senza nessun fondamento nella realtà (in quel caso si riferiva al fatto che Trump aveva ritwittato la teoria che Bin Laden non sia stato veramente ucciso, ma era solo l'ultima sparata in ordine di tempo) e quando lui ha risposto "così ognuno può farsi la sua opinione", lei ha ribattuto: "Lei è il presidente, non lo zio matto che può ritwittare cose a caso!''.
Sappiamo per certo che il medico di Trump ha mentito più volte riguardo alle sue reali condizioni di salute, ma sono sicura che l'impressione per milioni di americani sia stata che non abbia avuto niente di grave. Tanti scettici avranno tratto la conclusione che se una persona anziana con quei fattori di rischio, se la cava in pochi giorni, il coronavirus non è davvero niente di importante.
Dubito si rendano conto che un cittadino qualunque non riceva la stessa assistenza sanitaria che ha ricevuto Trump. Ma al di là di questo, volevo raccontarvi della nostra baby sitter, che invece è molto giovane e sulla carta non ha gli stessi fattori di rischio.
Purtroppo non la vediamo da febbraio, ma rimaniamo in contatto. Quando eravamo in Colorado, a luglio, mi scrisse di essere positiva al COVID e che era al pronto soccorso. Non c'era davvero nulla che potessi fare per lei. Non avrei potuto fare nulla nemmeno se fossi stata in città.
La sua situazione precipitò molto velocemente purtroppo. Ha passato due settimane in terapia intensiva, ha rischiato di morire, ma ce l'ha fatta. Ha raccontato di avere ricevuto cure eccellenti e ha avuto una sorta di svolta mistica.
Ieri l'ho risentita. Mi ha detto che questa settimana, quattro mesi dopo il contagio, è finalmente tornata al lavoro, ma che ha ancora diversi sintomi come la caduta dei capelli e soprattutto che fa ancora fatica a respirare dopo qualche passo.
Le ho detto che ero felice che finalmente stesse ricominciando la sua vita di sempre, ma che mi dispiaceva tantissimo che non si fosse ancora ripresa completamente dopo tutto questo tempo e soprattutto che avesse dovuto vivere un'esperienza così traumatica.
La sua risposta mi ha stupito.
Mi ha detto che si sente fortunata per due motivi. Prima di tutto perchè due suoi conoscenti non sono sopravvissuti e lei sí. Poi è contenta che sia successo proprio a lei perchè la sua famiglia e i suoi amici non avevano preso la cosa sul serio e adesso invece, avendo visto con i propri occhi quello che può succedere, stanno farcendo del loro meglio per prendere delle precauzioni.
Insomma, credo che lei pensi di aver salvato i suoi cari con il suo "sacrificio". Probabilmente quest'idea ha a che fare anche con la sua conversione religiosa però ci sta: siamo cosí stupidi a volte che se non vediamo le cose con i nostri occhi, se non le viviamo in prima persona, non siamo capaci di affrontarle.

sabato 17 ottobre 2020

i pensieri di joe

Ogni tanto quando vado a camminare, Joe vuole venire con me. Mi ha spiegato che gli piace sia camminare che fare 'un po' di conversazione'. L'ho preso come un complimento. Adoro ascoltare i suoi pensieri, soprattutto dopo che ha giocato per qualche ora su una spiaggia o guardato fuori dalla finestra invece di fare i compiti. E' così che nascono le idee più interessanti. Cominciamo a camminare in silenzio. Aspetto finchè se ne esce con qualche chicca delle sue:

- Stavo pensando a questa cosa. Secondo te quando siamo in macchina...siamo "dentro" o "fuori"?

Oppure:

- Gli aerei vanno così veloci, ma da qui sembrano così lenti. Ci hai mai pensato?

E parliamo, ragioniamo...anzi parla soprattutto lui, io ascolto.

Ha tanti dubbi morali, mi chiede cose tipo:

- Non ho mai capito perchè nei film e nei cartoni animati i cattivi hanno sempre quella risata diabolica dopo aver fatto qualcosa di male. Non dovrebbero essere contenti. Perchè ridono?



Lui è così. Pensa, ripensa, legge, scrive. Quasi tutte le mattine lo trovo già intento a leggere o scrivere nella semioscurità quando vado a svegliarlo. Ha tante cose da esprimere. Poi gli dici "gira la pasta" e lui fa fare un bel giro di 360 gradi a tutti il piatto. Mi ricorda tanto il mio papà. Chissà cosa combinerà da grade questo piccolo Joe.