Ho passato tutta la giornata di sabato a un corso di formazione perché nonostante abbia iniziato a lavorare, mi tocca ancora finire gli studi che avevo iniziato in precedenza.
Devo dire che per una volta non mi è dispiaciuto troppo passare parte del mio fine settimana a lezione.
Il corso era tenuto da un esperto di meccanismi cognitivi specializzato nell'intervento educativo a favore di studenti particolarmente problematici, soprattutto ragazzi e bambini provenienti da situazioni di estremo degrado. Insomma, io un insegnante che è stato accoltellato non lo avevo mai conosciuto. Raccontava delle storie incredibili.
Secondo lui è il senso dell'umorismo l'unica chiave per arrivare a far breccia nella psiche di questi soggetti. Ma quanto senso dell'umorismo ci vuole per vederlo anche nelle tragedie di cui ci parlava? In realtà abbiamo riso molto anche durante il corso. Che strana questa cosa.
Questo professore ha insegnato diversi anni in una delle città più povere degli Stati Uniti, qui in Texas vicino al confine con il Messico, dalle parti di San Antonio.
Il suo primo giorno di lavoro come vicepreside, entrando a scuola ha notato dei buchi di proiettile sulla porta. Si è guardato intorno. Non preoccuparti -lo ha rassicurato qualcuno- è successo ieri, non è morto nessuno.
Dopo qualche mese la preside della scuola è uscita a fare una passeggiata e non è mai più tornata. Nessuno sa cosa le sia successo. Per mesi hanno cercato il suo corpo in un lago là vicino dove ogni tanto pescano qualche cadavere, ma non lo hanno mai trovato. Si spera che sia stato un allontanamento volontario. E' così che è diventato preside.
Una mattina hanno trovato una mano nel giardino della scuola. Si è scoperto che proprio lì cadeva la linea di confine fra i territori di due gang rivali. Cosí lui è andato a parlare (separatamente) con i due capi e gli ha chiesto cortesemente di spostare il confine. Loro si sono scusati per l'inconveniente e in effetti, non si sono più trovati arti all'interno del plesso scolastico.
Il bambino che lo ha accoltellato faceva la quinta elementare. Mamma prostituta, papà spacciatore. All'età di sei anni è stato reclutato per portare la droga da una parte all'altra del confine. Raccontò al suo maestro che gli piacevano molto i tunnel perchè quando ci andava gli davano le caramelle. Un bambino di sei anni sa descrivere alla perfezione i tunnel sotto la frontiera e qualcuno pensa ancora che costruire un muro abbia un qualche senso.
Questo è il tipo di storie che ci ha raccontato. Situazioni estreme, è vero, ma la cosa più importante è cogliere i segnali che possono trovarsi in qualunque scuola di qualunque città e fare il possibile per andare incontro ai ragazzi e non allontanarli mai dalla scuola.
Quando questo insegnante è stato ferito, anche in modo piuttosto serio da qualche suo alunno, non ha mai sporto nessuna denuncia. Ha chiesto solo che i piccoli ribelli, chiamiamoli così, si presentassero tutti i giorni a scuola.
Secondo lui, in base ai dati che abbiamo dalle numerose ricerche fatte, possiamo dire che cose come le uniformi, i compiti e i voti non servono a nulla. Serve invece parlare con i ragazzi, trattarli da esseri umani pensanti fin da piccoli e fargli capire il perché é importante studiare. Se uno capisce perchè studia, i risultati vengono da sé. Che è esattamente quello che si pensa anche nella mia scuola.
Secondo lui sono tre i fattori che contribuiscono al successo e alla serenità di ogni bambino: il gioco, il contatto con la natura e il dialogo.
Quanto è vero, e non solo per i bambini, ma a tutte le età. Il gioco, il contatto con la natura e il dialogo, un mantra da non dimenticare.
3 commenti:
Il dialogo, il vero dialogo, parlare, essere ascoltati e ascoltare, sono la cosa più difficle, non solo nel posti di degrado, ma ovunque.
Non so descriverti quanto mi piace il tuo blog. Forse perché ci sono post come questo, ma a dire il vero non c'è un solo post tuo che non mi abbia stimolato un pensiero, una riflessione.
Vedo questo bel commento solo ora, ma grazie. Grazie di cuore per queste parole Gufo.
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