Basandomi su un paio di esperienze fallimentari, ho sempre pensato che il campeggio non facesse per me. Cinque anni fa però, Mr. J ha organizzato
un viaggio stupendo. On the road dal Texas al Michigan. Campeggio sui monti Ozark o sul lago Michigan, hotel nelle città, a Saint Louis o a Chicago. Semplicemente perfetto. Non c'è modo migliore di visitare gli Stati Uniti, secondo me, che salendo in macchina e macinando chilometri. Due giorni qua, tre giorni là, il tempo sempre bello, io che giocavo con Joe, Mr J che faceva tutto, montava, smontava, accendeva il fuoco, spegneva, cucinava.
Basandomi su questa unica esperienza idilliaca ho cominciato a pensare che il campeggio fosse il mio tipo di vacanza ideale.
La verità, però è che ogni volta che dovevamo andare in campeggio in questi anni, succedeva qualcosa. In qualunque stagione, in qualunque momento, il giorno del campeggio o ci ammalavamo o c'era brutto tempo e alla fine abbiamo sempre dovuto rinunciare.
Questo fine settimana finalmente, tutte le condizioni erano di nuovo ideali.
Arriviamo al lago, un posto stupendo. Montiamo la tenda e dopo un po' io e Joe cominciamo a stare malissimo per le allergie da polline.
Oltre a tutto questo: quattro del mattino, in mezzo al bosco texano, con i coyote che abbaiano in lontananza: "Mamma, mi scappa la pipì". Non ho nemmeno acceso la torcia. Se c'è un coyote o un coguaro che ti sta prendendo le misure, meglio non saperlo, no?
Eh però, le stelle. Stelle così le ho viste solo su un'isoletta in Grecia una volta tanto tempo fa.
Al netto delle stelle e tutto il resto, dopo quest'ultima esperienza, direi che con il campeggio ho chiuso.
1 commento:
Dev'essere straordinario. Anche io non mi ritenevo tipa da campeggio, ma poi quando ho provato è stato bellissimo.
Ma nel tuo caso, è sicuro dormire vicino ai coguari e coyote? Cioè, c'era davvero il rischio che si avvicinassero?
Posta un commento