Guardo le foto della manifestazione antirazzista di ieri a Milano con grande emozione. La mia città che ancora una volta lancia un messaggio inequivocabile di progresso e di civiltà. Ricordo la marcia delle donne qui a Dallas (e in giro per il mondo), il giorno dopo l'insediamento di Trump. Ci diede ossigeno. Davvero mi sembrò di ricominciare a respirare dopo aver trattenuto il fiato per due mesi. C'è questa cosa qui che odio... nessuno parla mai apertamente. Per la prima volta, invece, vedendo la gente per strada, avevi la certezza di non essere solo nel tuo sconforto e che il mondo non fosse del tutto impazzito.
Poi ci fu la marcia per la scienza, anche quella memorabile e poi la marcia 'per le nostre vite' organizzata dai ragazzi sopravvissuti al mass shooting di quel liceo in Florida. Ecco, quella la saltai. Nei giorni precedenti qualcuno minacciò un altro mass shooting e lasciai perdere. Alle altre manifestazioni avevamo portato i bimbi, le avevamo vissute come una festa, in questo caso, quel dubbio atroce aveva spezzato qualcosa.
È anche questo che mi emoziona tanto della manifestazione di Milano. Il fiume di gente che pensa a tutto tranne a un pazzo che possa sparare sulla folla.
Qui questo lusso ci manca.
Poi ci fu la marcia per la scienza, anche quella memorabile e poi la marcia 'per le nostre vite' organizzata dai ragazzi sopravvissuti al mass shooting di quel liceo in Florida. Ecco, quella la saltai. Nei giorni precedenti qualcuno minacciò un altro mass shooting e lasciai perdere. Alle altre manifestazioni avevamo portato i bimbi, le avevamo vissute come una festa, in questo caso, quel dubbio atroce aveva spezzato qualcosa.
È anche questo che mi emoziona tanto della manifestazione di Milano. Il fiume di gente che pensa a tutto tranne a un pazzo che possa sparare sulla folla.
Qui questo lusso ci manca.
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