domenica 24 marzo 2019

i ragazzi di parkland

Ogni giorno ci scorrono davanti così tante notizie, ma alcune dovrebbero davvero fermarsi un attimo di più e non scorrere via come se non avessero nessun significato.
Nel giro di pochissimi giorni due studenti sopravvissuti al mass shooting dello scorso anno al liceo Marjory Stoneman Douglas in Florida, si sono suicidati.
Una cosa che ci dimentichiamo spesso è che in queste stragi le vittime non sono solo quelle che muoiono al momento, ma anche quelle a cui tocca vivere con un'invalidità permanente che può essere fisica o psicologica o di entrambi i tipi per tutto il resto della vita.
Tutti gli adolescenti soffrono, è fatale, ci siamo passati tutti. Mi immagino questi poveri ragazzi, con quello che hanno visto.
Una delle ragazze che si sono suicidate, non riusciva più a entrare in una scuola.
Vedere i loro amici morire così sotto i loro occhi e salvarsi. E poi lottare con le unghie e con i denti.
Questi -non dimentichiamocelo- sono i ragazzi che in un mese, hanno costruito dal nulla un movimento di gun control globale (--->March For Our Lives), di alcuni ricordiamo i nomi e le facce, l'eloquenza soprattutto. Hanno risvegliato le coscienze di un intero paese. O sarebbe più corretto dire di una metà del paese perchè l'altra metà li ha presi in giro, umiliati, aggrediti, li hanno perfino accusati di essere degli attori.
E cosí sono sopravvissuti sì, ma hanno toccato con mano il fatto che nonostante tutti i loro sforzi, nulla cambi. Mai.
I motivi per cui la gente si suicida sono tanti e il più delle volte imperscrutabili, ma è probabile che qualcuno non abbia sopportato questo ennesimo dolore.
Possiamo dire con certezza che le vittime neozelandesi della scorsa settimana non siano morte invano, non altrettanto per questi poveri liceali americani.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

chi sopravvive ad un evento del genere ne porta i segni per sempre.
Ci si sente in colpa per essersi salvati, a scapito di altri che sono morti.
Una tragedia nella tragedia.
Simona

nonsisamai ha detto...

Già, il dolore che possono provare è inimmaginabile.