giovedì 28 febbraio 2019

perchè un asilo cristiano della bible belt

Ieri ho trovato nello zainetto dell'asilo di Woody questa pagina da colorare su quella che viene chiamata, l'Armatura di Dio.



Sul retro c'era un testo che fra le altre cose diceva:
"[...] Quest'armatura è eccezionale, è come avere dei superpoteri invisibili. Immaginare di indossare l'armatura di Dio ogni giorno, ti aiuterà a combattere contro il diavolo. [...] Il diavolo vuole che sbagliamo e magari ci induce in tentazione facendoci interessare a videogiochi, programmi televisivi o film che mostrano persone che fanno cose che non piacciono a Dio facendole sembrare divertenti. Potresti essere messo sotto pressione da altri bambini a fare cose che noi sappiamo che Dio non vorrebbe che facessi. Questi sono solo alcuni dei modi in cui il diavolo prova a indurti a fare cose che non dovresti fare (questo si chiama peccare)".

Inquietante, eh? Allora uno si chiede: perchè mai mandi tuo figlio in un asilo cristiano nella Bible Belt?
Lo spiego una volta per tutte, è una domanda che mi viene fatta di continuo quando succedono queste cose. Vi chiedo solo di mantenete la mente aperta prima di giudicare. 
Ci sono due motivi.
Il primo è che inizialmente con Joe ho provato un paio di asili non religiosi e ne ho visitati molti altri e (sicuramente per puro caso) non ho avuto un'esperienza altrettanto positiva. Penso che i bambini piccoli più di qualunque altra cosa, abbiano bisogno di sentirsi amati e di passare la giornata con persone che tengono a loro genuinamente e che siano in grado di dimostrarglielo. In questi asili (ne ho provati tre per vari motivi), ho avuto sempre questa sensazione. Non hanno mai pianto, li ho sempre visti contenti di andare a scuola e hanno imparato un sacco di cose. Joe era molto più avanti della maggior parte dei bambini della sua classe quando ha cominciato la scuola e penso che la bravura della sua maestra c'entri molto con questo. Gli ha insegnato a leggere, ad esempio, ma anche chi era Martin Luther King o Rosa Parks, le sarò sempre riconoscente per questo. Ogni giorno facevano esperimenti scientifici e poi a un certo punto, ho scoperto che la maestra era creazionista, chi l'avrebbe mai detto.
Il secondo motivo è semplice: viviamo qui. I nostri amici hanno idee simili alle nostre un po' su tutto, ma la maggior parte delle persone che ci capita di conoscere al parco giochi, a calcio o a scuola, non troverebbe assolutamente nulla da ridire su questo tipo di materiale didattico, chiamiamolo così. Se glielo mostrassi, mi chiederebbero cosa c'è di strano.
La decisione di mandarli in questo tipo di asilo deriva da questo, lo vedo come una sorta di vaccino. So che non potrò seguirli passo per passo quindi ho bisogno di dargli degli strumenti per orientarsi da soli in questa società, è una piccolissima infarinatura di cristianesimo texano che credo gli tornerà utile. 
Al liceo, in Italia, avevo un'amica che non sapeva assolutamente nulla del cattolicesimo, nemmeno che cos'è una Messa o chi è la Madonna e secondo me, faceva più fatica di noi altri per certi versi. Non ti rendi conto di quanto questi concetti permeino la nostra cultura finchè non ti trovi accanto qualcuno che non ne sa niente di niente.
E' lo stesso motivo per cui non escludo prima o poi di far fare ai miei figli un qualche corso per imparare a maneggiare le armi in modo sicuro. A casa nostra o dei nostri amici, non avranno mai problemi, ma è del tutto realistico vivendo qui, pensare che prima o poi si possano trovare in presenza di un'arma. Io ho una vera e propria idiosincrasia per le armi. Se vedo un'arma, me ne vado, esco dalla stanza, però devo ammettere che se le conoscessi meglio forse la mia ansia diminuirebbe. L'ho capito una volta che a casa di conoscenti notai un fucile appoggiato al muro (cosa non così rara da queste parti). Non ebbi il coraggio di dire niente, semplicemente me ne andai portando con me un sacco di dubbi. Si è scoperto poi che era un fucile BB gun, una sorta di giocattolo. Se lo avessi riconosciuto, mi sarei risparmiata un bel po' di paturnie.
Ieri quando ho visto l'Armatura di Dio indossata dall'orsacchiotto, la voglia di protestare mi è venuta. Però me la sono anche fatta passare. Ho scelto io per i motivi che ho detto prima che Woody vada in quell'asilo e devo accettare le loro regole. So che lui di tutto questo non ha capito nulla. Non sa leggere, per lui quello era un orsacchiotto e basta. Il problema è che la fotocopia, a casa, è stata intercettata da Joe che invece sa leggere e dopo ha fatto molta fatica a prendere sonno. Trovo che far leva sui superpoteri invisibili e sui cartoni animati e i videogiochi per insegnare ai bambini ad avere paura del diavolo sia pura manipolazione, roba da lavaggio del cervello. Stamattina Joe per prima cosa, mi ha chiesto di comprare una Bibbia perchè vuole sapere qualcosa di più del diavolo. E va bene, lo capisco che sia curioso e preoccupato, chi non lo sarebbe. Ne abbiamo parlato. Che cos'è la Bibbia, che cos'è il diavolo. Se non ci fosse stata questa occasione, ne avrebbe comunque sentito parlare prima o poi. 
La figlia di un'amica lesbica, in terza elementare si è sentita dire dall'amichetta del cuore "mi dispiace, ti voglio tanto bene, ma andrai all'inferno perchè hai due mamme". Sono traumi grossi.
Preferisco creare delle occasioni di discussione adesso per preparare un po' la strada a quello che potrebbe venire. 
Sfortunatamente non ci si può rinchiudere in un mondo ideale, la realtà qui e ovunque è piena di sfaccettature e contraddizioni. 

lunedì 25 febbraio 2019

e gli oscar?

Premetto che ero a cena fuori quindi fortunatamente ho perso almeno l'inizio. Che noia questi Oscar 2019. Decisamente sottotono.
I film che mi sono rimasti più impressi quest'anno (First Reformed, The Wife, Spider-man Into The Spider-verse e soprattutto il texanissimo Blaze) o non erano in gara o non hanno ricevuto grande attenzione.
Mi sono ripresa un attimo dal torpore durante Shallow di Lady Gaga e Bradley Cooper. Era successa la stessa cosa anche durante il film, in effetti.
Mi è piaciuto anche quando Diego Luna, in quello che è sembrato un fuori programma, riferendosi al fatto che Javier Bardem avesse presentato in spagnolo, ha detto, sempre in spagnolo:
- Adesso si può parlare spagnolo agli Oscar. Ci hanno aperto la porta e non ci cacciano più via.
Qui non solo tanti s'infastidiscono quando lo sentono, ma tanti si sentono perfino in imbarazzo a parlarlo lo spagnolo. Ascoltarlo su un palco così importante, potrebbe contribuire a cambiare un po' la percezione? Magari.
La premiazione di Spike Lee è stato un altro momento speciale della serata. Ecco lì, mi sono proprio risvegliata e ho cominciato ad applaudire con una pazza da sola.
Ha detto:
"Le presidenziali sono dietro l'angolo, mobilizziamoci. Mettiamoci dalla parte giusta della storia, facciamo una scelta morale fra odio e amore. Facciamo la cosa giusta!"
Il mio applauso è partito sull'autoreferenzialissimo Do the Right Thing. Per il resto era un messaggio intelligente sì, ma anche ovvio. E infatti stamattina Trump che non deve averci capito molto, ha twittato che era un attacco razzista contro di lui. Boh. E' sempre più difficile capire dove prenda certe idee. Ed è difficile ancora di più capire come un presidente che ha appena dichiarato uno stato di emergenza nazionale possa trovare il tempo di seguire la Notte degli Oscar e di twittare.
Comunque, la cosa che mi ha appassionato di più dell'edizione di quest'anno, è tutta la polemica intorno a Roma di Alfonso Cuarón. E' una polemica che non è nei media dove sembra che tutti più o meno concordino nel giudizio positivo, ma fra i messicani che conosco.
Lo avete visto? E' la storia della tata indigena del regista. E' importante perchè è la prima volta che un personaggio simile è protagonista.
L'attrice indigena che interpreta questo ruolo, Yalitza Aparicio, ha ricevuto una nomination come migliore attrice protagonista ed è un po' ovunque. Ha posato perfino per la copertina di Vogue Mexico che in passato, ha sempre puntato su modelle straniere.
Ho un'amica messicana che ha gli stessi tratti indigeni della Aparicio e di discriminazione ne sa qualcosa. Immaginavo che le avrebbe fatto piacere vedere finalmente apprezzata la bellezza di una donna che le somiglia. Invece, dalla sua bocca sono uscite solo critiche. Per lei non meritava la nomination. Secondo lei e altri messicani con cui ho parlato il personaggio della tata indigena, non ha detto abbastanza battute. Recitare non è solo una questione di lunghezza del copione, ma loro giudicano tutto il film in generale una furbata opportunistica che sfrutta la storia di queste domestiche indigene per celebrare l'esperienza autobiografica del regista messicano bianco e pieno di privilegi dalla nascita.
Ho ascoltato il regista e mi sembra che abbia raccontato questa storia proprio perchè comprende l'ingiustizia e il suo privilegio, ma chissà quante cose ci sono dietro le quinte. Di sicuro sono temi scottanti per i messicani.
Mi ha ricordato un po' quanto anche noi avessimo tutti il coltello fra i denti per la vittoria de La Grande Bellezza di Sorrentino nel 2013.
Può darsi che avessi già passato troppi anni all'estero perchè davvero non ho mai capito in che modo un film del genere avesse potuto suscitare tanta negatività in Italia. Tanti si sentirono offesi, ma ripensandoci adesso, quell'Italia lì, quella che si vedeva nel film, alla fine è proprio quella che ha vinto.

P.S. Lascio questi due link per gli appassionati di storia del cinema e tensioni razziali negli Stati Uniti. 
Un articolo del Vanity Fair americano e un podcast del New York Times.
Trent'anni fa, il film a basso costo Do the Right Thing (Fa' la Cosa
Giusta) di Spike Lee, ottenne a sorpresa un successo enorme. 
(Una chicca: il protagonista era Giancarlo Esposito che avremmo apprezzato moltissimi anni dopo in Breaking Bad)
Do the Right Thing non venne nemmeno candidato come miglior film. E ancora peggio: quell'anno vinse Driving Miss Daisy (A spasso con Daisy), che offese molti per la sua superficialità nel trattare la tematica del razzismo in America.
Si può capire allora, come sia stato emozionante sentire Spike Lee citare il suo film 30 anni dopo mentre finalmente riceve il suo Oscar.
Si può capire anche quanto sia avvilente che 30 anni dopo abbia vinto The Green Book che è praticamente un nuovo Driving Miss Daisy.

sabato 23 febbraio 2019

quanto è difficile parlare di omosessualità ai bambini?

- Questa sera ci hanno inviati tutti a cena, per favore comportatevi bene.
- Da chi andiamo?
- Da nome di donna e sua moglie.
- Ok.


Caspita, è davvero difficile parlare di omosessualità ai bambini.

giovedì 21 febbraio 2019

una biblioteca di libri mai pubblicati

Dopo un po' che leggevo al parco giochi, mi sono sentita osservata da due mamme poco più in là. In quel momento, ho realizzato che il mio libro che non parla assolutamente di aborto, si intitola "L'aborto", tema come si diceva, estremamente controverso da queste parti. Sulla
copertina, un'edizione vecchissima, c'è un tizio che guarda di traverso (l'autore) e una ragazza in minigonna, tutto molto losco. Devo aver davvero rinunciato, in maniera del tutto non premeditata, a provare a fare amicizia con le altre mamme, almeno quelle del "Piacere. In quale chiesa vai?" che incontro sempre in queste situazioni. Ciò che importa però è che ho finalmente iniziato questo libro. È un libro molto poco conosciuto che mi si sta ripresentando davanti da mesi e mesi in tante forme diverse. Sono ancora all'inizio, ma devo confessare che raramente un libro mi ha rapito come questo dalla prima pagina. È la storia di una biblioteca di libri mai pubblicati. Libri come "Coltivare fiori a lume di candela nelle stanze d'albergo" o "L'uovo covato due volte". Mi sta emozionando. Brautigan ha uno stile così unico e così poetico nella sua lineare semplicità. Chissà cosa è venuto a dirmi.

mercoledì 20 febbraio 2019

dalla bible belt

Vicino a casa di una mia amica c'è una chiesa. Di fronte alla chiesa c'è un prato e questo prato in questo momento, é coperto da centinaia di piccole croci rosa e azzurre. Alcune hanno dei giocattoli vicino, un orsacchiotto, una copertina. Ci sono passata davanti diverse volte in questi giorni e ogni volta, sento una sensazione di rabbia e dolore, una sensazione fisica direi. Mi è capitato, in passato, di trovarmi in coda a un semaforo dietro a un camion con una gigantografia di un feto alle prime settimane di sviluppo o passare davanti a cartelloni con contenuti simili in autostrada. A volte c'è la foto di un bel bambino, non mi uccidere, Dio mi ama. Le trovate degli antiabortisti.
Penso che ognuno possa avere le proprie idee a riguardo, non importa, ma imporre a tutte le donne che hanno perso un bambino per qualsiasi motivo, in qualunque momento della gestazione, uno strazio simile, è davvero crudele.
Qualche giorno fa mi ha scritto un'amica d'infanzia che non sentivo da molto tempo. La prima cosa che mi ha raccontato di lei è stata 'ho un bambino di 4 anni, ma prima di lui ho avuto un aborto spontaneo alla settima settimana'.
Sono cose che ti segnano per sempre, come si possono buttare in faccia alla gente così, mentre sei per strada e fai la tua vita senza disturbare nessuno?
Quello che mi fa ribollire il sangue più di tutto è che a questi qui poi, dei bambini, una volta nati non importa un accidente. Sono capaci di supportare un presidente che li mette nelle gabbie i bambini. Una volta fuori dalle pance, che si arrangino.
E anche oggi dalla Bible Belt è tutto.

domenica 17 febbraio 2019

qualche remora

Ieri.
- Joe lo sai che ho visto un video bellissimo di un cormorano che si tuffa nel mare e stacca un pesce parassita dal fianco di uno squalo balena? E' la prima volta che viene filmato un comportamento simile.
- Interessante. Anche perchè ci mostra due rapporti simbiotici allo stesso tempo. Quello di due animali che si aiutano, lo squalo balena e la remora e quello di un animale che si approfitta dell'altro, lo squalo e l'uccello.
E adesso so anche che il "pesce parassita" era una remora. Grazie Joe.

Oggi.
- Cosa fai Joe?
- Scrivo un libro.
- Interessante. Di cosa parla?
- E' la storia di una serie di puzze che vengono aspirate da un'aspirapolvere e fondendosi creano "the evil fart" che vuole sterminare l'umanità.

giovedì 14 febbraio 2019

non si può più scherzare?

Da italiana, il razzismo in Italia, l'ho scoperto di colpo una quindicina di anni fa, quando Mr J cercava casa a Milano e le agenzie immobiliari per telefono gli dicevano:
- Mi dispiace non affittiamo a stranieri.
Poi quando capivano che era americano, lo accoglievano a braccia aperte. E quella era solo la punta dell'iceberg. La Prefettura di Milano dove si va a fare il permesso di soggiorno, era un girone infernale e anche lì la stessa cosa: lui, americano biondo con gli occhi azzurri, veniva trattato in modo diverso, decisamente migliore. I vari impiegati si stupivano che dovesse fare la coda come tutti gli altri. Guarda che ingiustizie.
E' stata un'esperienza illuminante, non avrei mai potuto avere accesso a quella mentalità senza l'aiuto di uno straniero.
Ci sono stati una miriade di piccoli episodi che in questi anni mi hanno lasciato l'amaro in bocca vedendo il razzismo dilagare silenziosamente in Italia. Ve ne racconto uno davvero minuscolo perchè sono sempre i dettagli a farmi più impressione.
Mi racconta una persona che conosco, una persona che non definirei mai razzista, che conosce un bergamasco simpaticissimo e che lo prende sempre in giro per l'accento. Un giorno il bergamasco si stufa e gli dice di smettere. Lui si stupisce molto perchè non gli sembra di fare niente di male e continua finchè il bergamasco non si offende sul serio e non gli rivolge più la parola.
Allora, per non perdere l'amicizia, si siedono a un tavolo e ne parlano e ne parlano finchè non si chiariscono.
- Quindi hai smesso di prenderlo in giro?
- Assolutamente no, ti pare? Altrimenti cosa facciamo? Non si può più scherzare su niente? Lo prendo in giro e non si offende più, ha capito.

Lo vedete anche voi? E' infido, è dentro tutti noi in qualche misura. Provate a sostituire bergamasco con cinese, senegalese, albanese. E' un gioco di forza. Quello che si offende, fa sempre la figura di quello che non sa stare al gioco, allora magari lascia perdere, ma non mi stupirebbe se non rispondesse più al telefono.
Tutto il razzismo a cui viene dato sfogo liberamente in Italia in questo periodo, mi fa male come fa male a quasi tutti gli italiani che conosco e che giustamente non parlano d'altro, però c'è un però. Esisteva anche prima, solo che non si poteva nominare.
In Italia non c'è il razzismo, ti dicevano.

Adesso almeno questo non si può più sostenere. Il razzismo è alla luce del sole (ogni giorno ce n'è una nuova), in mezzo a noi e sopra di noi, fra i nostri politici. Finalmente però possiamo cominciare ad analizzare i comportamenti. Quelli più gravi e quelli del tutto involontari. Questo è senz'altro un punto di partenza. Tanti in questo modo cresceranno, forse ci sarà una crescita collettiva dopo questa fase tribale.
Quando hai una malattia e non te ne rendi conto, non hai nessuna speranza di guarire.

martedì 12 febbraio 2019

harriet tubman

Oggi sono andata a fare volontariato in una seconda elementare. Febbraio è il Black History Month, il mese dedicato allo studio delle conquiste degli afroamericani in ogni campo, così mi è sembrato ovvio e doveroso fare una lezione su un artista afroamericano. Anzi siccome volevo ottimizzare il poco tempo che avevo a disposizione, ho scelto una lezione (la trovate qui) su un artista nero, Jacob Lawrence, che ha creato una serie di dipinti sull'avventurosa vita di Harriet Tubman. Harriet Tubman è un personaggio storico incredibile. Nata schiava, riuscì a scappare al nord attraverso l'Underground Railroad che era una rete di percorsi e rifugi sicuri e segreti creata dagli abolizionisti nel XIX secolo. Una volta libera fece una scelta inaudita: decise di tornare indietro numerose volte e liberare il maggior numero di schiavi possibile sottoponendosi a un rischio enorme. Successivamente combatté anche per il suffragio femminile e fece la spia durante la Guerra Civile.
Mi sembra un esempio meraviglioso per i bambini. Nata schiava, ha capito il valore della libertà e lo ha insegnato al suo popolo. Completamente analfabeta, ha capito il valore dell'educazione e ha aiutato gli schiavi liberati a studiare. Tutta questa forza e questo coraggio, per non parlare dell'intelligenza e dell'astuzia, della generosità e della coerenza, in una persona partita con tutti gli svantaggi possibili, ma che ha combattuto contro tutto e tutti per realizzare i suoi ideali.
Ero convinta che i bambini sapessero già qualcosa e invece mi sono dovuta ricredere. Quando ho chiesto cosa festeggiamo a Febbraio, mi hanno risposto in coro San Valentino e questo è abbastanza tipico, però non avevano idea di cosa fosse il Black History Month, questo sì è strano, il mese è iniziato da un pezzo. Gli ho dovuto spiegare perfino che cos'è la schiavitù.
E' vero, sono piccoli però queste cose dovrebbero saperle. Che senso ha istituire un mese per concentrarsi sulla storia nera e poi ignorarlo? Mi sembra fondamentale che vivendo qui, sappiano almeno che cos'è la schiavitù e cosa sono i diritti civili. Se non si insegnano bene a scuola questi valori, siamo davvero fritti.

lunedì 11 febbraio 2019

pietre miliari nella vita di un emigrante in texas: l'uso del bless your heart

Parco giochi. Mamma segue bimbo armata di banana, bimbo segue Woody e Woody, terrorizzato, se la dà a gambe.
La cosa va avanti per un po' tanto che la mamma a un certo punto si giustifica:
- Sai è figlio unico. Niente fratelli, cugini, non va nemmeno all'asilo. Appena vede un bambino cerca di prenderlo.
Prenderlo, afferrarlo. Penso che non finirà bene, ma stiamo a vedere.
Dopo un po' Woody capisce che è un gioco e comincia a divertirsi a farsi inseguire. Tempo cinque minuti e conduce il bambino dritto dritto dentro una pozzanghera. Coperti di fango dalla testa ai piedi e felicissimi in una bella giornata di febbraio.
Cosa posso dire? Lo sapevo che andava a finire così. Con Woody va sempre a finire così.
In un certo senso, mi scuso. Woody ha letteralmente portato il piccolo eremita sulla cattiva strada.
Ma la madre mi rassicura:
- Sai, sono proprio contenta che sia successa questa cosa. Lo vedi? È coperto di fango. Non si sta bene coperti di fango. Ora lui lo sa, lo ha imparato per esperienza e non c'è niente come imparare qualcosa per esperienza diretta. Ha imparato la lezione. Adesso so che non lo farà mai più.
Ah! Quanto mi viene da ridere.
E niente. Volevo segnarmi questo episodio perché è stata la prima volta che ho pensato:
Bless your heart.


(Se per caso questo post vi risulta oscuro, trovate la spiegazione qui: ci ho messo otto anni ad accorgermene e cinque a usarlo, ditemi voi se non è una pietra miliare) 

domenica 10 febbraio 2019

cresci e vai a aggiustare questo mondo rotto

Joe è stato un bel po' malatino questa settimana e la pediatra gli ha prescritto, oltre alle medicine vere e proprie, un supplemento di vitamina C. Un barattolo con 21 caramelle gommose. "Le consiglio di comprarle qui da noi perchè tante volte le farmacie le finiscono". All'inizio, non ho nemmeno capito bene. Eravamo lì da due ore, placche, influenza...qualunque cosa, basta che me lo rimetta in piedi.
Così compro questo barattolo: 20 dollari. Accidenti, cosa sarà mai? Leggo: bacche si sambuco raccolte a mano una a una. Saranno miracolose.
Stamattina mentre Joe prendeva le sue vitamine, racconto il retroscena a Mr. J.
- Non comprare mai niente dai dottori, vogliono solo guadagnare. Scommetto che in farmacia costano 5 dollari.
Google alla mano: in farmacia o al supermercato costano 8 dollari, ma insomma anche questa volta, Mr. J ha ragione. E' che io stupidamente parto sempre dal presupposto che un medico voglia aiutarti. Scherzo con Joe:
- Lo so che ti fanno schifo, ma le abbiamo pagate una cifra e te le pappi tutte.
Lui serissimo.
- Se lo chiedete a me, vi dico che le medicine dovrebbero essere gratis.
Io e Mr J ci guardiamo increduli: nessuno dei due ha mai parlato con Joe del sistema sanitario americano tantomeno del socialismo. Come gli è venuto in mente a otto anni?
Joe, cresci e poi vai a aggiustare questo mondo rotto per favore.

sabato 9 febbraio 2019

4 cose belle belle belle per il fine settimana

Allora, visto che Sanremo non lo seguo perchè Renga mi fa ancora venire in mente i Timoria, vi dico 4 cose belle belle belle che ho scoperto in questi giorni:
1 - Cécile McLorin Salvant. E' una cantante jazz che di speciale ha non solo la voce, ma il cervello. Sceglie i suoi pezzi con grande cura e a volte ti spiazza completamente cantando brani razzisti o maschilisti del passato capovolgendone il significato: ma senza cambiare una virgola del testo. Magia. Ascoltate qui per credere.
2 - Crashing. E' una serie di HBO che mi fa ridere. E io non sono una che ride molto in questi casi.
3 - Lux. E' il romanzo di una giovane scrittrice italiana, Eleonora Marangoni. Non ve lo posso consigliare perchè non l'ho ancora finito, ma mi sta facendo passare delle ore piacevoli.
4 - Hidden Brain - Creative Differences. E' un podcast di un'ora che mi è piaciuto un sacco. Spiega come l'incontro di più culture produca creatività, ma lo fa usando la scienza. Parte da Yo-Yo Ma e le cornamuse della Galizia per arrivare alle coppie miste e finire addirittura sulla questione mediorientale. Interessantissimo.
Questo mi fa venire in mente un'altra cosa che mi è piaciuta tanto in questi giorni. Solo che avevo detto quattro cose, come si fa? Lo sapevo che finiva così. E va bene.
5 - La magnifica difesa che Laurie Anderson fa della multiculturalità. Parla tre minuti della società americana e della sua esperienza a New York e dice esattamente quello che penso anch'io, ma molto molto meglio. Il ragionamento funziona perfettamente anche per l'Europa e l'Italia in particolare, in questo momento storico.
Passo e chiudo altrimenti la lista non finisce piú.
Buon fine settimana dal Texas.

giovedì 7 febbraio 2019

quello che funziona

Un po' di tempo fa ho passato una bellissima serata a parlare con una persona speciale. Lei è lesbica, latina e texana, ma non è speciale per questo, anche se bisogna dire che ce le ha tutte. Fa pure parte delle forze dell'ordine, giusto per non farsi mancare nulla. E' speciale per come prende la vita, per come fa sentire le persone che le stanno intorno.
Mi raccontava che sul lavoro la situazione è complicata, soprattutto da quando l'anno scorso hanno fatto un corso di aggiornamento e chi lo conduceva ha pensato bene di chiedere a quelli che erano a favore del matrimonio omosessuale di mettersi da un lato della stanza e quelli contrari sul lato opposto, senza instaurare nessun dialogo, così per fare una domanda a caso. Da quel momento, niente è stato più come prima perchè un conto è sospettare di avere dei detrattori, un conto è guardare negli occhi le persone con cui lavori ogni giorno da anni e anni mettere nero su bianco tutta la loro disapprovazione nei confronti tuoi e del tuo stile di vita. 
Posso solo immaginare il senso di solitudine.
Nonostante ciò, forse per via di quella mentalità che c'è qui di far sempre buon viso a cattivo gioco, lei li ha anche invitati alla sua festa di fidanzamento. I colleghi ci sono andati ed è stato imbarazzante, almeno quanto ci si possa aspettare in una situazione simile.
- Ma non puoi denunciare? Come si fa a fare una domanda simile sul posto di lavoro? E' una discriminazione bella e buona. 
- E a chi dovrei denunciare? Lo sai che in Texas puoi essere licenziato per essere gay?
Non ne avevo idea. E così a lei e tanti altri tocca mettersi l'anima in pace e convivere ogni giorno con quel bisbigliare dietro le porte e poi il silenzio quando si entra nelle stanze e tutti quei piccoli dispetti, quei piccoli sguardi. Non è facile. E in famiglia non va molto meglio. Crescere sentendosi raccontare mille volte quanto fosse bella la pelle chiara della nonna -la leggendaria pelle bianca della nonna- e non sentirsi mai giusta, mai veramente apprezzata e accettata, in un certo senso.
E poi il cruccio più grande, un padre e un fratello che proprio non riescono a scendere a patti con la sua omosessualità. Avrebbe voluto che le sue nipotine portassero le fedi all'altare, ma non hanno avuto il permesso di andare al matrimonio. Una grande delusione, ma neanche questo le impedisce di continuare a mantenere i rapporti con tutta la famiglia e sperare sempre che cambino idea. Quando le ho chiesto in modo assolutamente non retorico... ma tu dove lo trovi tutto questo coraggio e questa pazienza? Mi ha guardato quasi con stupore come per dire...ma come non è chiaro? 
- Mi concentro su quelli che mi sostengono. Ho tante persone che mi vogliono bene per quello che sono, le metto in cima a tutto. Quello che pensano gli altri è fuori dal mio controllo. Posso solo augurarmi che un giorno capiscano. 
Ecco, questa è stata una piccola illuminazione anche per me, per la mia vita. Detto così sembra così semplice. Perchè non provarci?
Pensare sempre a quello che funziona e dedicare tutto il proprio tempo e la propria energia solo a chi ci fa stare bene. Se può farlo lei che ha mezzo mondo contro, possiamo farcela tutti.

mercoledì 6 febbraio 2019

il piccolo trump

Ieri sera Trump ha fatto un discorso alla nazione di 90 minuti. Uno degli ospiti d'onore era un bambino che viene bullizzato perchè fa Trump di cognome.
Numero 1: quanto può essere credibile un bullo che si erge a paladino contro i bulli?
Numero 2: il povero bambino giustamente si è addormentato in modo scomposto accanto a Melania e ora è preso in giro non da un compagno di classe, ma da tutta una nazione. O dal mondo intero. Per sempre. Qualunque scuola cambi, qualunque colloquio di lavoro, ovunque vada sarà sempre quel piccolo Trump che si è addormentato in televisione.

venerdì 1 febbraio 2019

il texas e la california

Un pomeriggio, facevamo una passeggiata al Seaport Village di San Diego quando all'improvviso abbiamo sentito qualcuno litigare. Ci siamo immediatamente bloccati per capire da dove venissero le voci e cosa stesse succedendo. Poco più avanti c'era un tale con un cane al guinzaglio e un altro che gli sbraitava contro. Mi si è fermato il respiro, però tutti intorno sembravano relativamente tranquilli.
Vediamo un attimo cosa succede.
Il tale che urla è sempre più fuori di sè e impedisce all'altro di andarsene. La rabbia cresce e cresce finchè raccoglie un grosso sasso da terra e fa per aggredire il tipo con il pitbull più pacifista che si sia mai visto (a questo punto si sarebbero incavolati perfino gli acchiappaconiglietti...). Non sapevo se guardare o coprirmi gli occhi, ero terrorizzata. In quel momento, però arriva un terzo individuo, un passante grande e grosso, forse era Superman. Sì doveva essere Superman. In sostanza fa bu all'aggressore e lo costringe a battere in ritirata. 
Un episodio banale probabilmente, ma ci ha dato da pensare.
In Texas una scena così non la vedi. Nessuno alza mai la voce. Tutti generalmente sono gentili di una gentilezza forzata e inutile. Vai in un negozio di lunedì, ad esempio, e la commessa ti chiede come è andato il tuo fine settimana che è una domanda che io trovo piuttosto personale, ma lei la fa a tutti senza aspettarsi una risposta che non sia bene grazie o un sorriso di circostanza o anche niente. Un mio amico italiano, una persona in genere assennata, di fronte a queste domande intrusive e ripetute diverse volte al giorno, veniva colto da istinti criminali. Ha finito per passare le due settimane qui ignorando un po' tutti gli estranei. La mia strategia invece è l'opposto: ribaltare la situazione e chiedere sempre all'altra persona la stessa cosa. Bene, grazie e tu? E' un piccolo gesto, ma sprigiona un briciolo di empatia autentica perchè implica che tu abbia capito che quelle domande vengono fatte solo per dovere e l'interlocutore si sente meno invisibile, almeno per un attimo. 
C'è una cassiera del supermercato vicino a casa mia, ad esempio, che passa la giornata chiedendo a chiunque -dall'uomo anziano alla studentessa ventenne- Ciao tesoro come stai? Hai trovato tutto quello che cercavi? Sorridema lo fa con il malessere negli occhi. C'è un contrasto fra quello che le esce dalla bocca e il linguaggio del corpo che fa impressione. Le cade una penna o ha da ridire con un collega e la senti imprecare a bassa voce fra i denti. Ho sempre l'impressione che le stia per partire un embolo.
E' che qui non c'è mai la via di mezzo o fai il gentile a tutti i costi o sei confrontational (polemico, aggressivo, provocatorio) e in Texas essere considerati confrontational è il male, sappiatelo in caso vi facciate un giro da queste parti.
Una volta chiesi senza nessuna emozione particolare, a una collega con cui lavoravo da molti anni se per favore poteva essere più puntuale e lei, molto piú anziana di me, scoppiò a piangere. Non ci potevo credere, per un attimo pensai che scherzasse. Posso avere tanti difetti, ma non ho mai fatto piangere nessuno così. Dopo quel giorno continuò a trattarmi con la solita affettata gentilezza di sempre, ma non lavorammo mai più insieme. Preferì farsi spostare senza dirmi nulla che sedersi dieci minuti a parlare dell'accaduto. Ero stata confrontational
Un'altra volta ero a una cena. Non sono stata confrontational in quel caso, stavo solo raccontando una cosa e mentre parlavo sono stata colta da un attacco di tosse mostruoso, pensavo di soffocare. I miei commensali s'infastidirono e cambiarono discorso. Mi ignorarono finchè non passò e quando passò non mi chiesero come stavo, fecero finta di niente. 
L'idea che mi sono fatta in questi anni è che non bisogna mai disturbare. Le voci fuori dal coro non sono mai ben accette e tendono a essere messe a tacere in un modo che non è per niente plateale, ma implicito. 
Tante volte vivendo qui, ho visto che le persone spariscono dalla tua vita senza un'apparente motivo. Di sicuro hai fatto o detto qualcosa che è stato frainteso, ma piuttosto che chiedere spiegazioni, ti evitano. Fine, come se fossi morto, con la differenza che però sei vivo e se ti capita di incontrarli per caso, saranno gentilissimi come se non fosse successo assolutamente nulla. E' probabile che ti dicano anche qualcosa tipo è da tantissimo che non ci vediamo, sentiamoci! ma normalmente è una vile bugia.
Quando nessuno parla mai apertamente tendi a diventare paranoico. Ho scoperto dopo dieci anni alla scuola Flanders (10!) di aver parcheggiato tutti i santi giorni nel posto sbagliato. Nessuno che mi abbia mai detto una parola. Eppure ripensandoci, ci sono state delle situazioni, degli sguardi. Chissà cosa hanno pensato di me, se hanno commentato la cosa fra loro. Se me lo avessero fatto notare subito, non mi sarei mai offesa. 
A questo tipo di mentalità fanno da contraltare tutti quegli episodi di violenza estrema che ti capita di vedere sui media. E tu sei consapevole che si tratta di fatti assurdi e rari, però sai anche che chiunque può essere (e probabilmente è) armato in Texas e questo sballa parecchio gli equilibri interpersonali.
Se ti tagliano la strada in macchina e ci ragioni un secondo, eviti di fare un gestaccio o strombazzare, così giusto per scongiurare una morte idiota. 
L'anno scorso ci fu un problema con il vecchietto che aiuta i bambini ad attraversare la strada davanti alla scuola di Joe. Lui sosteneva che, per sicurezza, dovessimo andare in bicicletta sul marciapiede. Mi urlò contro per tre giorni di fila, una reazione del tutto sproporzionata e senza senso. Lì vicino c'era un poliziotto. Senza perdere altro tempo a discutere, una mattina, gli chiesi di spiegare alla guardia pedonale che usare la strada è nel mio pieno diritto di ciclista. Il risultato fu che si mise a sbraitare e gesticolare anche contro il poliziotto e lo trovai inquietante. Nessuno tratta così un poliziotto texano alto due metri e armato fino ai denti. Pensai, esagerando forse, che non fosse nel pieno possesso delle sue facoltà mentali e che potesse farmi del male. Non siamo mai più andati a scuola in bici.  
Quello che voglio dire è che in California non avvertivamo questa tensione. Le persone parlavano liberamente di tutto, anche di politica o religione, senza avere la benchè minima idea di quale fosse la nostra posizione.
Non abbiamo mai avvertito la sensazione di pentola a pressione che abbiamo quaggiù, dove sembra sempre che stia per saltare il coperchio.
E' impossibile essere se stessi nella vita di tutti i giorni al di fuori della cerchia di parenti e amici.
A volte guardo un qualche telefilm americano e vedo un personaggio che fa una scenata e poi tutto si risolve in una fragorosa risata e penso che la realtà che vedo è del tutto diversa. Se ti dà fastidio qualcosa, cerchi un esterno, un manager, un direttore, un responsabile con cui lamentarti. Non litighi, non esprimi la tua frustrazione e così anche il conflitto più banale che esista rimane irrisolto ad alimentare altra tensione. Non è sano.