C'è un attore che si chiama Kevin Hart che era stato scelto per presentare la notte degli Oscar, poi qualcuno ha tirato fuori dei suoi vecchi tweet omofobi, lui si è scusato e, a differenza di altri nella stessa situazione, vedendo che le polemiche non si placavano, si è subito dimesso. Qui se n'è parlato moltissimo. Ellen DeGeneres, l'omosessuale più amata di questo paese, l'ha invitato nella sua trasmissione e l'ha scongiurato di tornare sui suoi passi, ma lui non ne vuole sapere. Credo non abbiano ancora trovato un sostituto.
La settimana scorsa è stato intervistato nel mio programma preferito. Aveva detto chiaramente di non volerne parlare, ma l'intervistatrice, una delle donne che stimo più al mondo, ha basato l'intera conversazione su questo. Mi ha stupito perché normalmente lei fa domande anche scomode magari, ma rispetta le persone. Ascolto questo programma dal 2007 e non credo di essere mai stata in disaccordo con lei. E anche in questo caso sono d'accordo con lei nella sostanza. Anch'io penso che quelle battute omofobe siano intollerabili, ma lei insisteva e insisteva, non so cosa volesse sentirsi dire, ho fatto fatica a continuare ad ascoltare.
Lui è rimasto calmo e con una pazienza incredibile ha spiegato e rispiegato di essere cresciuto nel ghetto con mezza famiglia in prigione e un concetto di virilità tossico se non addirittura violento. Suo padre gli tirò un pugno in testa al funerale della madre quando lo vide piangere. Gli uomini non piangono, i gay sono in televisione e fanno ridere. Lui è cresciuto in questo ambiente purtroppo e pensava davvero che le battute sui gay facessero ridere. Del resto, facevano ridere tutti quelli che conosceva, non si è reso conto che potessero fare del male a qualcuno finchè non ha avuto la possibilità di viaggiare, conoscere persone diverse da lui e espandere i propri orizzonti. A quel punto ha cambiato idea. Mi sembra un'esperienza normale, anzi valore al merito di essersi ravveduto.
Comunque, ci penso ancora dopo una settimana, ne parlavo ieri sera con un'amica gay. Anche lei la pensava come l'intervistatrice e avrebbe voluto sentire delle scuse un po' più sincere. Ma Kevin Hart ha detto una cosa importante, che non voglio dimenticare.
Ha detto che adesso tutti pensano che tutti sappiano tutto, ma alcuni NON sanno.
E' una cosa talmente ovvia, ma mi sfugge spesso. Forse è anche per questo che siamo così divisi. Quando sentiamo idee diverse dalle nostre, siamo veloci a condannare chi le esprime.
Il ragionamento di solito è: sei omofobo, sei razzista, sei maschilista, sei una brutta persona e con te non ci parlo nemmeno. E' difficilissimo, almeno per me, fare lo sforzo di pensare che alcune persone sono sì omofobe, razziste e maschiliste, ma non hanno mai avuto una scelta, non hanno mai conosciuto nient'altro. E' ignoranza il più delle volte, non cattiveria.
E' anche vero, però che l'empatia è una specie di muscolo e se rimane fermo troppo a lungo prima o poi si atrofizza.
3 commenti:
se io dovessi cosiederare cattivi gli omofobi e i razzisti, praticamente dovrei annullare i rapporti con mio padre (con cui a riguardo litigo tantissimo,anche adesso) il mio compagno e i suoi genitori, e anche tanti altri amici.
Ma so che pensano quel che pensano per ignoranza e perchè, mancando la cultura, manca anche l'empatia.
E io credo di avere un'apertura mentale maggiore perchè ho vissuto in tante città diverse, ho avuto amicizie con persone di altri paesi, ho anche, purtroppo, sperimentato indirettamente il dolore della malattia mentale.
Tutto questo mi ha reso più empatica in certe istuazioni, più cinica in altre. Trovo molto interessante l discorso fatto da questo attore a me sconosciuto.E gli fa onore l'essersi dimesso, perchè lui capisce davvero,ora, quanto male può aver fatto con i suoi discorsi omofobi.
simona
Simona: sei davvero tollerante, io oramai tendo a stroncare i rapporti con questo tipo di persone sul nascere. Forse sono estrema, ma è un film già visto: nessuno cambia mai idea e ci si infastidisce a vicenda. Per quanto riguarda Kevin Hart, non gli farei un monumento. Credo sia ancora all'inizio del suo percorso di apertura mentale e è difficile quanto sia sincero o quanto il suo sia un calcolo professionale. Il tempo ce lo dirà.
Non so cosa ti dicon i tuoi amici/parenti rimasti in Italia.
Io vedo ,soprattutto negli ultimi 5-6 anni un accanimento verso lo straniero e l'Europa che mi infastidisce.
recentemente,una ragazza cingalese il cui figlio è in classe con il mio ha avuto il V figlio.Non ti dico i commenti dei miei suoceri "li manteniamo noi",figurati se all'asilo paga le rette per tutti (ne ha 3 alla materna privata) come gli viene in menete di fare tutti questi figli,come fa a seguirli etc...etc.Io gli ho risposto che , nel caso prendano sussidi, i sussidi per chi fa tanti figli ci sono anche per gli italiani e non c'è nulla di male ad avere i figli che si vogliono.A parte il fatto che un pochino la invidio perchè anche a me piacerebbe avere altri figli , non capisco che fastidio dia chi li fa.
Bisognerebbe ammirare le famiglie numerose,in un paese con la natalità sotto zero, non denigrarle.E non direi proprio che i problemi lavorativi italiani siano dovuti agli immigrati.
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