martedì 28 agosto 2018

texani, vegani e anche crudisti

E' da un po' che per curiosità seguo su Instagram una famiglia texana, vegana e anche crudista. Si dice così? Boh. Insomma, loro mangiano solo frutta e verdura cruda e di lavoro vendono i segreti per praticare questa loro dieta. Hanno un seguito enorme. Ho cominciato anch'io a seguirli inizialmente nella speranza di scoprire nuovi modi di mangiare la frutta e la verdura e magari conoscere nuovi prodotti naturali. Ci sono talmente tante cose qui, nei vari supermercati etnici ad esempio, che non so nemmeno come preparare. Ho immaginato che loro fossero più informati. La mia impressione, invece, dopo qualche mese, è che mangino semplicemente quintali di frutta e qualche verdura ogni tanto, sempre le stesse cose, messe insieme un po' a caso. Nulla di illuminante sotto il profilo gastronomico, però ho continuato a seguirli perché mi interessa l'argomento e mi incuriosiscono molto, mi piace cercare di capire chi ha un modo di vivere diverso dal mio. Un giorno lei spiegava che il bello di questa dieta, o per meglio dire, di questo stile di vita, è che non hai nessun tipo di limite: puoi mangiare quanto vuoi senza ingrassare e sei sempre pieno di energia. Spiegava anche che loro non mangiano a orari precisi, ma seguono l'istinto e mangiano quando hanno fame. Hanno tre bambini, di cui una piccola, di circa un anno che ancora viene allattata. Ogni membro della famiglia mangia quando ha fame in modo indipendente a qualunque ora. E' un concetto sicuramente logico, ascoltarsi e mangiare solo quando il corpo lo richiede, solo che in pratica, in questo modo la socialità viene completamente staccata dal cibo e questo per me, da italiana, è abbastanza inconcepibile. Loro dicono: si mangia quando si ha fame, non c'è bisogno di mangiare per stare insieme e in teoria è giusto, ma la realtà è che poi si mangia anche per stare insieme o si sta insieme con la scusa del mangiare. Oltretutto la società ha determinate regole: se lavori o se studi normalmente hai una pausa pranzo a un orario prefissato, non puoi alzarti e andare a mangiare nel mezzo di un lavoro o di un compito in classe. I loro followers li adorano e li difendono a spada tratta. Ieri per caso mi è caduto l'occhio su un commento meno adorante, uno dei pochissimi. Qualcuno chiedeva se avessero un titolo di studio e se avessero una conoscenza professionale della materia dal momento che si guadagnano da vivere dispensando consigli che riguardano l'alimentazione dei bambini piccoli e la salute delle persone in generale.
La risposta è un capolavoro, una sintesi perfetta di questi tempi che stiamo vivendo.
"Abbiamo centinaia e centinaia di ore di studio della nutrizione alle spalle. Tante persone che sono andate a scuola per diventare medici o nutrizionisti, non sanno nulla di alimentazione corretta. A scuola tutto quello che impari è quello che la scuola, l'insegnante e il libro di testo vogliono che tu impari a prescindere che sia vero o no. La maggior parte delle persone non studia nemmeno un'ora per conto proprio oltre a quello che impara a scuola e questo può essere pericoloso e causare danni a chi si rivolge a loro. Noi invece, mettiamo a disposizione il nostro sapere e condividiamo la nostra esperienza diretta. Dato che abbiamo mangiato in questo modo per così tanto tempo, abbiamo così tanta esperienza personale e così tanto studio alle spalle, siamo in grado di aiutare gli altri a ottenere i risultati che vogliono. Per esempio, se imparassi da autodidatta come costruire le case in modo corretto, mi sentirei sicura di poter insegnare agli altri a fare lo stesso, a prescindere dall'aver frequentato la scuola per costruttori di case o meno. Tutti sono liberi di accettare o no il nostro aiuto e la nostra guida, ma è molto pericoloso sostenere che sia giusto ascoltare solo chi ha una laurea visto che molti di quelli che ce l'hanno non sanno nulla di alimentazione sana e seguono ciecamente quello che gli dice il loro insegnante senza fare le proprie ricerche per scoprire se sia vero o no".
Leggendo questo e vedendo le reazioni positive, mi è venuta in mente una cosa che diceva sempre la mia professoressa di lettere del ginnasio quando ci vedeva abbattuti:
- Vedete, magari adesso odiate studiare tutte queste declinazioni a memoria, ma se volete arrivare a capire e gioire di quello che di importante ci hanno lasciato i Greci e i Romani, se volete superarle queste regole noiose, dovete prima conoscerle e farle vostre.
Ecco, credo sia così in ogni campo. Non esistono scorciatoie. Se non ti piace qualcosa e vuoi contestarlo, devi conoscerlo alla perfezione.
L'atteggiamento di rivendicazione dell'ignoranza che vedo sia a destra che a sinistra, sia qui che in Italia in questi ultimi anni, mi lascia esterrefatta.
Quand'è che l'ignoranza ha cominciato a essere un trofeo? Com'è potuto succedere?

2 commenti:

Bulut ha detto...

Se non ti piace qualcosa e vuoi contestarlo, devi conoscerlo alla perfezione.

Vero, verissimo.

Certo, anche il volere seguire la propria strada per raggiungere qualcosa ha la sua importanza, ma ciò non vuol dire che il patrimonio di conoscenza che ci ha accompagnato finora e che è stato faticosamente costruito nei secoli possa essere scartato in un attimo...

(L'esempio del costruire una casa poi... mai, e poi mai! Chi ha costruito case anche in passato aveva imparato da chi è stato prima di lui e non ex novo. Della serie: siamo sulle spalle di giganti...)

Bean far away ha detto...

Cara: questo post è di 5 anni fa e non la manda a dire. Io da farmacista scontro da anni la mia laurea e specializzazione con la pagina stampata dal cliente da google.
https://www.google.ch/amp/s/verbasequentur.wordpress.com/2013/11/09/tutti-dottori-post-ad-altissimo-contenuto-di-turpiloquio/amp/