Alle quattro e mezza del mattino sento una porta aprirsi. Mi immagino il piccolo Woody che vaga confuso e impaurito per la casa senza ricordarsi bene dove sia come era successo le prime notti in Italia, e scatto in piedi come una molla, ma era solo Joe che andava al bagno. Dopo dieci minuti, al buio completo come sua abitudine, entra nella mia camera, si mette davanti al mio lato del letto e mi parla a bassa voce per non svegliare suo padre, come se l'idea che io possa dormire mentre lui è sveglio non lo sfiorasse.
- Ho fame.
Mentre fa colazione mi racconta:
- Ero sveglio perché, sai, quando la luce da notte è accesa a volte appaiono delle cose spaventose nel buio...
- Lo so, è un problema molto comune soprattutto fra i bambini, ma è la tua immaginazione. Stai tranquillo, in realtà non c'è niente di spaventoso, te ne accorgi quando accendi la luce o al mattino. Puoi chiudere gli occhi e continuare a dormire.
- Sì, ma prima di dormire devo spostare tutto così le ombre spaventose spariscono.
Già, non fa una piega come sempre.
Poi mi chiede come mai ero sveglia anch'io. Mi viene da ridere, ma gli spiego che eravamo svegli entrambi e che a lui è venuta fame a quell'orario strano a causa del fuso orario. Lui al discorso del fuso orario, il più banale dal punto di vista di un adulto, non ci aveva nemmeno pensato.
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