Dopo l'elezione di Trump sono cominciati una serie infinita di episodi di quello che forse si può definire razzismo quotidiano, quel razzismo leggermente edulcorato, quello che nessuno muore ma partono gli insulti e le umiliazioni gratuite a ogni occasione. Il fenomeno è nel pieno del suo cosiddetto splendore ancora oggi.
Qualche esempio. Il tale che in un ristorante si mette a urlare contro i vicini di tavolo che parlano cinese, quell'altra che insulta una donna che porta il velo sull'autobus, i ragazzini del liceo accanto a casa mia che urlano build that wall alla partita di pallacanestro. E poi c'è tutto il filone del cameriere di Starbucks che chiama la polizia perché due clienti neri tardano ad ordinare, dell'altro genio che fa cacciare il vicino di casa nero dalla piscina del condominio, della figlia della mia amica che porta fuori il cane, come ha sempre fatto, e poco dopo la vittoria di Trump, si sente urlarle contro, per la prima volta in vita sua l'N word. Potrei andare avanti per ore, ne sono successe e ne continuano a succedere ogni giorno di questi tristi episodi.
Prima di Trump? Sicuramente qualcosa sarà successo, non c'è dubbio, ma dopo è cambiato il clima, era impossibile non accorgersene.
Una mia amica parlava spagnolo sulla porta di casa con una parente. E' arrivato un vicino e ha cominciato a inveire che non siamo in Messico qua. In dieci anni, non si era mai permesso una piazzata simile, dopo Trump, invece è uscito allo scoperto in tutta la sua spavalda stupidità.
Ecco, queste cose succedono dopo che vengono eletti certi personaggi. Se ne è parlato dall'inizio sui giornali e ovunque qui negli Stati Uniti. Quel tipo di politica lì è entrata subito dentro alle nostre vite, ancora prima che cambiassero le leggi.
E' chiaro che quando un leader sdogana l'indicibile, il branco di pecore che lo segue si senta finalmente in diritto di dare sfogo agli stessi bassissimi istinti.
Che è esattamente quello che sta succedendo in Italia adesso con Salvini e Grillo che dice era solo un uovo in faccia.
Sapete qual è la differenza? Che io qui non ho mai sentito nessuno -nemmeno, al limite, i razzisti stessi- negare questo fenomeno. Non ho mai sentito nessuno impegnarsi così tanto per trovare in ogni singolo caso una spiegazione alternativa che non fosse ben piantata nel razzismo e nell'intolleranza.
Questa cosa in Italia, è estremamente inquietante. Penso che qui ci siano dei problemi gravi, ma almeno vengono riconosciuti. In Italia, invece ancora si negano, si cerca di nascondere la testa sotto la sabbia. E finché si nasconde la testa sotto la sabbia non c'è speranza.
Bisogna cominciare a chiamare le cose con il proprio nome -il razzismo, l'intolleranza- e capire se ci rappresentano e se vogliamo che vadano avanti o se ci fanno schifo e vogliamo che finiscano.
A ognuno le proprie scelte e le proprie battaglie da combattere.
3 commenti:
È da quando sono cominciati gli episodi in Italia che continuano a tornarmi in mente i tuoi post in cui parli di quelli che succedono negli Stati Uniti dalle elezioni. Che orrore.
Francesca, sì, è tutto un terribile deja vu purtroppo.
Guarda è una vergogna.
Già Saviano, lo scorso inverno, parlò dell'episodio di Luca Traini come di un atto di "terrorismo a sfondo razziale" e giù a dargli addosso.
La resposabilità non è purtroppo solo di Salvini.
Io mi vergogno profondamente, e , sinceramente vedo che tutto accade nell'indifferenza più assoluta: nessuno, nella mia schiera di conosceti, parla della tragedia dei migranti, se chiedo cosa ne pensano di Salvini sento che lo appoggiano, dicono che sta facendo bene.
Siamo un paese di pecore, che si fanno pilotare da quattro mentecatti (di sinistra o di destra che siano).
Unico elementoc he mi fa sperare è la presa di posizione del vaticano.Cosa che non mi aspettavo...
simona
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