E così, dopo undici anni negli States, non ho passato il test d'inglese. Lo so, è assurdo. Che poi non è nemmeno proprio vero che non l'abbia passato, il problema è che se vuoi insegnare nella scuola pubblica americana, hai bisogno di un punteggio molto alto. Il test in questione è il TOEFL. Ho constatato solo dopo averlo fatto quanto sia famoso, o famigerato. Mi sono presentata lì pensando... che sarà mai un test d'inglese per una che parla questa lingua da anni e anni? E invece è venuto fuori, consultandomi un po' con tutti quelli che lo hanno fatto che non sapevo questa cosa: esiste l'inglese e l'inglese TOEFL. Fantastico.
Dopo il primo tentativo, mi sono ammazzata di video su YouTube, cercando di capire come alzare il mio punteggio. L'esame è diviso in quattro sezioni.
La parte del test che mi era sembrata più difficile inizialmente, era quella di lettura. Mi sono capitati dei passaggi di testi universitari a argomento scientifico. Cose di cui sono completamente a digiuno tipo la scienza che studia i cerchi dentro ai tronchi degli alberi o il modo in cui il comportamento di un certo tipo di gazzella paragonato a quello quasi uguale di un altro tipo di gazzella ha modificato il paesaggio di una certa regione della Somalia. Domande lunghe e a trabocchetto a cui devi rispondere in una manciata di secondi. Il mio errore più grande è stato usare la logica: prima leggo e poi rispondo. Purtroppo questo test non funziona in questo modo.
Ci sono delle tecniche ben precise per rispondere a tutte le domande, ma da quello che ho potuto vedere, non prevedono la comprensione del testo.
C'era un tutor che diceva se per caso vi capita un argomento che stuzzica la vostra curiosità, andate a vedervelo a casa, non cercate di comprenderlo al momento. Non c'è il tempo materiale per capire. Sostanzialmente si va per parole chiave, bisogna imparare a scannerizzare il testo per trovare subito quelle determinate parole. I video che ci sono su YouTube ti spiegano tutti questi trucchi.
Con mia grande sorpresa, la sezione dell'esame in cui ho avuto il punteggio più basso, al primo tentativo, è stata quella che mi era sembrata più semplice, quella orale. All'inizio ho pensato fosse una questione di accento, poi invece mi sono resa conto vedendo questi video che il problema era un altro. Funziona così: ti chiedono una tua opinione su qualcosa di semplice -qualcosa a cui normalmente uno non pensa...è giusto che tutti gli studenti delle superiori portino l'uniforme? Contano di più gli amici o la famiglia? E' meglio vivere in città o in campagna? Cose così - ma ti danno solo 15 secondi per pensare a cosa dire e 45 secondi per dirlo. Sembra banale, ma non lo è per niente.
Per superare il test non bisogna cercare di dire qualcosa di sensato o la verità, ma semplicemente rispettare un certo schema nella risposta. Impari lo schema, ti eserciti fino allo sfinimento con il cronometro in mano e il gioco è fatto.
La parte di ascolto, non mi ha dato grossi problemi, ma è molto stressante. Ci sono un paio di conversazioni più o meno quotidiane, ma il grosso del test prevede l'ascolto di brani di lezioni universitarie sui temi più disparati. Non è semplice prendere appunti di microbiologia o economia o chimica a quella velocità, senza avere la possibilità di riascoltare o fermare.
La parte di scrittura non mi ha dato nessun problema. Anche lì bisogna rispettare uno schema (introduzione, almeno tre esempi, conclusione) e cercare di non fare errori di grammatica o spelling, ma di solito penso che noi italiani non abbiamo grandissime lacune nello spelling.
Dopo un mese, ho rifatto il test ed è andato molto meglio. Scrivo di quest'esperienza che archivio con grande piacere solo perché alcuni di voi me lo hanno chiesto.
E' stato tutto molto seccante. Non solo dover fare un esame di questo tipo che non mi sembra abbia migliorato in alcun modo il mio inglese, ma anche il trattamento durante l'esame. Immagino che questo cambi da location a location, ma qui a Dallas, la sicurezza è fuori dal normale. L'esame dura quattro ore, non puoi mangiare, né bere, né usare i servizi. In teoria, hai dieci minuti di pausa nel mezzo, ma ogni volta che entri e esci dalla stanza ti fanno una perquisizione ancora più approfondita di quella dell'aeroporto (mi hanno scannerizzato perfino gli occhiali): avevo paura di perdere minuti preziosi a causa dei controlli e sono rientrata in anticipo. Puoi usare solo la matita e i fogli che ti danno loro per prendere appunti. Ti dicono che se hai bisogno di un foglio in più, devi solo alzare la mano e te lo portano. Il problema è che nella furia dell'esame, ho finito il foglio, ho alzato la mano e sì mi hanno dato un foglio nuovo, ma mi hanno anche tolto quello vecchio. Non ci potevo credere! Non potevo rispondere alle domande sull'evoluzione di quel cavolo di pesce dal nome latino impronunciabile senza i miei appunti. E' stato tutto terribilmente spiacevole, essere trattati quasi da criminali per fare un esame.
In realtà, questo mio percorso per entrare nella scuola pubblica è stato fin qui tutto tranne che piacevole. Dopo aver passato l'esame di arte che immaginavo fosse il più difficile e anche il più importante (considerando che sto cercando di insegnare arte) a ottobre, avevo cominciato a contattare direttamente le scuole e a mandare in giro il mio curriculum. Ho una voglia di tornare al lavoro che non sto più nella pelle. E le risposte sono arrivate subito numerose e positive, ero ottimista, ma poi ho scoperto che finché non facevo una serie di altri passi burocratici (che purtroppo non dipendono dalla mia buona volontà, ma da altre persone, tempi tecnici, ecc...), non possono nemmeno farmi un colloquio.
In tutti questi anni qui, non ho mai visto nessun tipo di burocrazia, la scuola pubblica invece è un incubo da questo punto di vista.
La cosa peggiore è che gli insegnanti servono. E' questo che mi fa più rabbia, che potrei fare qualcosa di buono per un sacco di bambini e invece mi bloccano per delle inezie burocratiche. Bloccano me che ho fatto tutti gli studi necessari, ho anni e anni di esperienza sul campo e parlo tre lingue, mentre gli insegnanti che vedo nelle scuole mi lasciano spesso a bocca aperta per l'incredibile incompetenza. Un po' di tempo fa, Joe ad esempio, mi ha portato un compito in cui la maestra gli aveva corretto una parola giusta. Barrata e riscritta male sopra, punti in meno. Ho lasciato perdere. L'altro giorno ha riportato un altro compito. Aveva scritto la stessa parola in modo sbagliato. Gli ho chiesto: "Ma la maestra ha visto questo compito?". Mi ha risposto: "Sì ho solo copiato dalla lavagna quello che ha scritto lei".
Insomma, all'aspirante insegnante soprattutto straniero (perché la maggior parte delle lungaggini derivano da questo) viene richiesta la perfezione, all'insegnante americano evidentemente è consentito ignorare lo spelling di una parola che si impara in prima elementare.
Spero che questa storia finisca presto per me.
Se dovete fare il TOEFL non preoccupatevi, si fa tranquillamente, bisogna solo essere molto pragmatici e capire bene come funziona. In bocca al lupo!
2 commenti:
Ti capisco tantissimo! Io ho dovuto fare TOEFL e GRE (praticamente la stessa cosa ma con anche la matematica che mi ha fatto sudare) e avevo bisogno un punteggio alto che ho ottenuto per un punto scarso... e ricordo di aver passato mesi a studiare non l'inglese, ma proprio il modo di fare il test a cui non ero abituata. E anche io la parte in cui ho avuto il punteggio più basso è stato l'orale perché mi sentivo scema a parlare da sola e non riuscivo a finire in tempo i miei pensieri...
Fortuna che sono alle spalle, anche se l'altra beffa è che il TOEFL almeno è valido solo per due anni...spero tanto di non doverlo mai più rifare.
Posta un commento