La settimana scorsa, per il giorno del Ringraziamento, abbiamo fatto un bel giro di parenti e amici vari nel far west ovvero nella famigerata America rurale che ha votato in blocco per Trump. Sono state fatte moltissime battute sul fatto che questo sarebbe stato il Thanksgiving piu' imbarazzante della storia per tutte quelle famiglie americane che si sarebbero ritrovate e scoperte piu' divise che mai dopo le elezioni. In parte e' vero, si e' divisi e non si sa bene di che parlare, in parte, nel mio caso almeno, c'e' stato una specie di tacito accordo nel preservare la pace domestica e non tirare mai (mai!) in ballo l'argomento politico.
Cosi' ho colto l'occasione per osservare la situazione. E' dal nove di novembre che mi sforzo in tutti i modi di capire cosa passi nella testa degli elettori di Trump, gli insospettabili razzisti della porta accanto.
Ho osservato principalmente due categorie: i bianchi benestanti e i bianchi del ceto medio che fanno fatica ad andare avanti. I primi si sentono affini a Trump e immaginano che verranno tutelati per una questione di interesse comune. I secondi sono arrabbiati. Non sono andati all'universita', fanno lavori che venti o trent'anni fa venivano pagati bene e ora sono sempre piu' a rischio. Hanno figli e nipoti che a loro volta non hanno un livello di istruzione elevato ne' tantomeno un buon lavoro. Con chi sono arrabbiati? Con Obama, lo odiano, e con gli stranieri. Lo stato protegge i clandestini e non i cittadini. Sono convinti in buona fede di essere loro i discriminati, le vittime della societa'. Tra l'altro a me che sono italiana tutto questo suona vagamente familiare.
Quello che mi fa impazzire e che cerco disperatamente di capire e' se gli elettori di Trump siano davvero razzisti come sembrano. In teoria è semplice: sostieni una persona idolatrata dai neonazisti, che odia e promette di perseguitare intere categorie di esseri umani, allora sei razzista. Hitler ha schedato gli ebrei, lui promette di schedare i musulmani, il principio e' estremamente simile. Ma come sempre le cose non sono lineari come appaiono. Poi questa parola, razzista, la usiamo talmente spesso ultimamente che sta cominciando a perdere significato.
Vi parlo solo di situazioni che conosco personalmente.
Tante volte il conservatore bianco della classe media (ne conosco diversi) ha sposato una latina, ad esempio, e ha figli dalla carnagione scura oppure ha per vie traverse altri stranieri in famiglia e ci va d'accordo, non li odia assolutamente, tutto normale.
Ma nelle zone sperdute che abbiamo visitato la settimana scorsa si respira una sorta di avvilimento collettivo. L'ignoranza e la poverta' sono piaghe sociali radicatissime, pero' c'e anche tanta solidarieta' mi pare.
C'e' questo ragazzino, ad esempio che va ancora al liceo, che e' stato abbandonato dai genitori dopo il divorzio. Dei nostri parenti, tipici personaggi ottusi di quelli che credono ai link complottistici di Facebook per intenderci, se lo sono preso a casa e lo trattano come un figlio. L'affido in queste zone e' comunissimo. Abbiamo una cugina che al momento ha in affido ben tre bambini oltre ai suoi tre o quattro. Dice che le dispiace non essere in grado di insegnargli lo spagnolo perche' e' l'unica lingua con cui potrebbero comunicare con i membri piu' anziani della loro famiglia di origine. Non sono discorsi o comportamenti da razzisti questi, al contrario.
C'e' un'altra coppia che ha adottato due fratellini messicani, di cui uno con un problema cognitivo. Adesso hanno scoperto che esiste anche una terza sorellina, per di piu' malata, e stanno cercando di adottare anche lei. Queste sono brave persone e per quanto le semplificazioni siano tentatrici non si possono liquidare banalmente come razzisti.
Quindi continuo a non capirne la logica. Mi e' rimasta impressa la testimonianza di una ragazza musulmana su Humans of New York. Diceva che magari quelli che hanno scelto Trump, ti trattano bene e ti invitano anche il giorno del Ringraziamento, ma in fondo al cuore pensano che questo paese appartenga ai bianchi. Chissa' forse e' cosi'. Oppure sono solo profondamente ignoranti e non ne faccio una questione di titoli di studio. Questa e' un'ignoranza infida, di ritorno, che forse comincia ad affacciarsi in Italia solo adesso. Sembra essere contagiosa perche' e' l'atteggiamento piu' semplice. Informarsi, verificare le fonti, costa fatica, parlare con chi non la pensa come te, con chi sembra diverso da te anche, invece odiare, respingere, sentirsi superiori e' facile sulla corta distanza o cosi pensano. Ma si puo' giustificare questo tipo di ignoranza?
5 commenti:
Cara Nonsi, da quanto tempo! Il tuo post e’ decisamente interessante e come puoi immaginare anche in Pennsylvania la situazione e’ complicata si cerca di capire come sia stato possibile. Io penso sinceramente che chi Trump sta portando al potere sia gente molto pericolosa, neonazista e fascista. Ma non penso che tutti quelli che l’hanno votato siano razzisti. C’e’ tanta ignoranza come dici giustamente tu, c’e’ delusione in alcuni casi per una classe politica bloccata. E poi penso sia capitata una cosa assurda – lui ha bluffato con tutti. Diceva e dice il tutto e il contrario di tutto….e’populista all’nessima potenza. Come se il suo messaggio cambi a seconda dell’interlocutore. E questo e’ strano considerando come le notizie siano globali. Ma forse sono diventate cosi’ globali che nessuna sa cosa credere vero…o qualsiasi cosa puo’ esserlo.
NO, per me la risposta purtroppo è no.
I casi che tu racconti mi suonano molto familiari, forse perchè sono dentro a troppi gruppi Facebook americani di adozione, adottati e genitori adottivi...
In particolare riguardo agli esempi che facevi, ci sono anche un sacco di dati e di testimonianze su quanto tossico e nocivo sia per dei bambini e dei ragazzi di colore in affido o adottati il crescere in famiglie razziste. Non perchè vengano discriminati in famiglia, eh, anzi... i genitori sono spesso amorevoli e accuditivi! ma perchè crescono interiorizzando che "quelli come loro" sono meno, sono gentaglia o comunque cittadini di serie B.
E' come se tu fossi adottata, del sud Italia, e crescessi sentendo tua madre e tuo padre, bresciani e della Lega, che ti amano e ti curano e ti coccolano... parlare solo di terroni e mafiosi siciliani scansafatiche e di come sotto Firenze c'è solo feccia e sarebbe bene fare un muro che questi parassiti vengono su a rovinare le città. Non parlano di te, te sei esclusa... parlano di TUTTI gli altri come te. E te devi ringraziare di essere cresciuta da loro, gente per bene! Non come i tuoi fratelli, i tuoi cugini, e tutta quella popolazione che ti somiglia e che condivide la tua cultura, che sono inetti, che vedi, non sanno nemmeno curare i propri figli.
Sono bambini che crescono privati della loro identità razziale, spesso nel disperato tentativo di "diventare bianchi". E l'assurdo è che i genitori non si rendono conto che, quando questi bambini saranno adolescenti, o adulti, e saranno in giro per strada senza la "protezione di un genitore bianco" saranno percepiti esattamente così. Come dei neri scansafatiche o dei Latinos ruba-lavoro. E non avranno nemmeno ricevuto, dalla loro famiglia, gli strumenti per difendersi, e per gestire il razzismo che dovranno affrontare, per riconoscerlo come qualcosa di cui non hanno colpa.
Quelli che tu descrivi mi paiono casi di White Saviourism (https://en.wikipedia.org/wiki/White_savior_narrative_in_film) che nel mondo dell'adozione abbondano, e che lasciano parecchi danni. Ed è purtroppo pieno di gente che adotta interracial pur avendo pregiudizi razziali, anzi, proprio nell'intento di "salvare" questi bambini meno fortunati... ma il discorso sarebbe lunghissimo e io parto per la tangente e divento logorroica :)
Alice infelice
Emanuele: la tentazione di considerarli tutti razzisti e' forte, ma e' tutto cosi' complicato. Lui e' senz'altro un genio del male.
Alice: interessantissimo! Solo una cosa: io non intendevo esprimere giudizi di quel tipo, facevo quegli esempi solo per dire che queste persone di solito non parlano e non si comportano da nazi come ti aspetteresti. Tutto qui. Tra l'altro, non quanto te, ma sono piuttosto ferrata anch'io in materia visti i miei trascorsi e ancora l'argomento mi affascina non poco. Grazie per il commento, fai la logorroica tutte le volte che vuoi da queste parti che ci piace :)
@nonsi: si si... ma io infatti vengo qui a fare la logorroica perchè so che anche tu sai di che parlo e non mi prendi per folle ;-)
@alinipe : grazie per avermi aperto gli occhi su un mondo a me sconosciuto.Ho un'amica carissima che ha adottato un bambino nato in italia, è il migliore amichetto di mio figlio.Mi raccontava del percorso fatto per l'adozione , anche internazionale (qui in Italia sono almeno 3 anni di colloqui, piscologi etc) e delle tante coppie che ha consociuto, escluse perchè "non idonee". Una di queste, mi diceva, esclusa a suo parere perchè troppo "religiosa" e bigotta e non adatta ad adottare un bambino proveniente da zone extra UE, di fede magari diversa .Io indignata pensavo che un bambino stesse meglio in una famiglia così che in orfanotrofio..ma alla luce di quanto dici è forse ragionevole quanto deciso dai servizi sociali italiani.
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