Avevo piu' che altro ascoltato in quell'occasione, era una conversazione breve con una semi-sconosciuta, pero' mi fece tanta pena quella ragazzina. Pensai che evidentemente nessuno le aveva mai fatto capire che non si studia solo per un ritorno economico, ma per avere degli strumenti in piu' per affrontare tutte le situazioni della vita e cercare di capire meglio il mondo. E questo e' un concetto che non serve aver studiato per capire. Sono forse la prima o la seconda persona laureata nella mia famiglia, eppure i miei non parlavano d'altro, perfino mia nonna analfabeta.
Ripensavo a tutto questo in questi giorni per via di quello che sta succedendo a Ms. Guorton. Un giorno ero in macchina e all'improvviso mi e' ritornata in mente A Silvia di Leopardi. L'avrò letta quindici anni fa o piu' l'ultima volta, eppure e' tornata fuori al momento del bisogno, come solo la vera poesia sa fare. Mi si e' stretto il cuore.
- ....rimembri ancora
- quel tempo della tua vita mortale,
- quando beltà splendea
- negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi...
- ....quel vago avvenir che in mente avevi
- ... il ciel sereno, le vie dorate e gli orti
"Perciò stolto è chi dice di temere la morte non perché quando c’è sia dolorosa ma perché addolora l’attenderla; ciò che, infatti, presente non ci turba, stoltamente ci addolora quando è atteso. Il piú terribile dunque dei mali, la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c’è la morte, quando c’è la morte noi non siamo piú. Non è nulla dunque, né per i vivi né per i morti, perché per i vivi non c’è, e i morti non sono piú. Ma i piú, nei confronti della morte, ora la fuggono come il piú grande dei mali, ora come cessazione dei mali della vita la cercano. Il saggio invece né rifiuta la vita né teme la morte; perché né è contrario alla vita, né reputa un male il non vivere. E come dei cibi non cerca certo i piú abbondanti, ma i migliori, cosí del tempo non il piú durevole, ma il piú dolce si gode."
Avrei dovuto dirlo a quella ragazzina, la vita non e' mica una passeggiata, bisogna equipaggiarsi. E tante cose si fanno non per soldi, ma per farle e tenerle li' dentro di noi da qualche parte. Di solito capita che siano le piu' utili e le piu' preziose.