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C’erano riunioni, lezioni, laboratori e una grande sezione che era una sorta di fiera dei piu’ disparati materiali artistici. Dal graffitaro che vende i piu’ nuovi strumenti nel suo campo, a chi si occupa di forni e torni per lavorare la creta, a chi offre macchinari per tagliare il vetro, per stampare, fare mosaici…e poi tavoli infiniti pieni di prodotti di ogni tipo
Non avevo mai visto cosi’ tante persone che fanno il mio lavoro tutte insieme. Anzi, a dire il vero in tutti questi anni, mi e’ capitato di conoscerne solo una per puro caso a una festa. E’ che in ogni scuola di solito c’e’ una sola insegnante di arte e cosi’ queste occasioni di scambio sono preziose.
A me questa conferenza e’ servita molto per rendermi conto di quanto sia fuori dal comune la mia situazione, avere un metro di paragone finalmente. Innanzitutto, ho poco piu’ di cento studenti, mentre la maggior parte delle mie colleghe delle scuole pubbliche ne hanno circa settecento. Hanno contratti decisamente migliori da quello che si dice in giro, ma non si fermano mai e soprattutto gli manca quella inestimabile possibilita’ che ho io di stabilire un contatto un minimo piu’ approfondito con gli studenti (per quanto si possa approfondire vedendosi un’ora alla settimana…). Io non vedo mai piu’ di venti bambini alla volta e ho anche un’aiutante sempre a disposizione. Loro sono da sole con piu’ di trenta alla volta, ho sentito racconti terrificanti.
Insomma, mi sono sentita un pesce fuor d’acqua anche li’ ma soprattutto perche’, al di la’ della grandezza della scuola, non ho incontrato nessuno che insegna in modo simile al mio. Per me il centro del discorso e’ la teoria. Facciamo dei lavori, ma sono sempre in funzione dell’assorbimento di quei determinati contenuti che voglio far passare. Li’ invece ho visto tantissimi ‘lavoretti’, alcuni bellissimi, davvero, e che non sarei mai in grado di replicare, ma l’impressione che ho avuto e’ che fosse tutto abbastanza focalizzato sull’apprendimento di una quantita’ di tecniche fini a se stesse,
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Quelli che fanno il mio lavoro qui sono o si definiscono artisti, io invece vengo dal mondo della storia dell’arte e dei musei, ho un approccio completamente diverso alla cosa, forse anche un po’ troppo accademico in un certo senso. Ho moltissimo da imparare nel campo delle tecniche e faccio di tutto per colmare da sola questa mia lacuna, ma ora capisco perche’ tutti si sono sempre stupiti in senso positivo e hanno sempre apprezzato cosi’ tanto il mio lavoro: e’ perche’ faccio cose che qui praticamente non fa nessuno.
- Secondo te quando dovrei chiedere un aumento?
- Tre anni fa.