L’altra sera a Dallas c’e’ stata una grande festa, un block party, nel quartiere dei musei. Ogni tanto ce ne sono, ma questo qui era speciale perche’ oltre alla musica, il cibo per strada e i musei aperti, solo per una sera si potevano ammirare una serie di opere contemporanee completamente diverse fra loro, ma accomunate dal filo conduttore della luce.
Quel giorno il tempo era piuttosto incerto e le previsioni dicevano che avrebbe piovuto, tanto che avevamo quasi rinunciato all’idea di andarci, ma quando poi siamo arrivati li’, siamo rimasti stupiti dalla quantita’ di gente presente e dalla tranquillita’, dalla voglia di divertirsi senza disturbare gli altri. E’ stata davvero una serata memorabile.
E’ questo che mi affascina di questa citta’, che rispetto all’Italia mancano moltissime attivita’ culturali, ma poi appena qualcuno organizza qualcosa, non importa che ci siano quaranta gradi o che faccia brutto, la gente accorre numerosa. C’e’ una sete di arte, di bellezza, di voglia di stare all’aperto che in Europa giustamente oramai e’ considerata come un privilegio ampiamente acquisito, ma che qui invece scatena l’entusiasmo generale, che e’ qualcosa da inseguire e da apprezzare. C’e’ un’energia esplosiva che in pochi anni sta producendo una crescita culturale impressionante.
Vi segnalo anche la cover story del Time sul Texas a proposito di tutto questo fermento che si avverte in giro. Non e’ assolutamente una visione idilliaca della situazione, ma a un certo punto l’autore dice Texas feels like the future.
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