E’ passata una settimana da quando sono atterrata in Texas e tutto e’ tornato piu’ o meno alla normalita’. Come al solito, i primi giorni sono stati duri, molto malinconici, ma ora pian piano va meglio. Con Mr. Johnson si e’ detto che pero’, sarebbe bello fare anche qui alcune delle cose che ci piaceva fare in Italia, solo che l’esperimento non sta andando esattamente come previsto.
Alcuni esempi.
Il rito dell’aperitivo. Non so come sia in altre citta’, ma i miei amici fanno quasi sempre “l’aperitivo” quando sono in compagnia e non significa che vadano da qualche parte, lo fanno anche cosi’ al volo ovunque siano. Mi e’ capitato perfino di aver giusto un pacchetto di patatine e una lattina di qualcosa in spiaggia o in giro per una citta’, ma e’ bella l’idea di fermarsi e “fare l’aperitivo”, che vuol dire soprattutto prendersi un momento per se’, per chiaccherare, per darsi un po’ di importanza in un certo senso. Ecco, il nostro qui e’ andato bene, ma e’ durato ben poco. Il Campari e bianco di Mr. Johnson mi ha steso. Dopo cinque minuti gia’ cantavo, immaginate dopo.
Dovremmo andare di piu’ in bici. Semplice no? Non proprio in Texas in questa stagione. Usciamo di casa alle sette di sera, quando l’aria e’ appena appena respirabile perche’ prima fa davvero troppo caldo. Arriviamo al parco e osserviamo che si sta bene, abbastanza bene, eravamo pronti al peggio con questo clima e invece siamo stupiti.
Mr. Johnson armeggia sul suo cellulare ed esclama:
- Ah ecco perche’! Ci sono trentasei gradi!
Forse non lo sapete, ma quando la temperatura fuori e’ piu’ alta di quella corporea ogni filo d’aria ti da’ l’impressione di essere bollente. Da qui la piacevolissima sensazione che ti stiano sparando addosso con un asciugacapelli tutti i giorni per tre mesi. Quando, invece, e’ un po’ piu’ bassa di quella del corpo, basta poco poco, anche un minimo venticello e in qualche modo ti senti rinfrescato. Evviva i trentasei gradi alle sette di sera allora, ad averceli.
Smetterla con le cene formali e invitare gli amici la domenica pomeriggio a far niente per poi ordinare semplicemente una pizza se si ha fame. In questo caso e’ andato tutto molto bene e sicuramente lo rifaremo. Devo solo abituarmi al profumo del cappuccino insieme a quello della pizza. D’altra parte cosa posso fare? Dirgli no a casa mia il cappuccino prima della pizza non te lo puoi fare? Poi mi toccherebbe spiegare un bel po’ di altre cose difficili, meglio tenersi il cappuccino.
Ora capisco perche’ tutte le tradizioni degli italoamericani sono cosi’ fastidiosamente appena appena diverse dalle nostre.
2 commenti:
Pollice in alto per tutte le belle iniziative, importate, esportate, inventate, riscoperte ecc.
Non cercherei di ripeterle per forza così com'erano in Italia, è necessario adattarsi un po' a ciò che il luogo permette, e anche agli amici che si fanno il cappuccino prima della pizza.
Io ho esportato subito l'aperitivo qui, non posso stare senza! Però solo a casa con amici, qui non ci sono locali che lo contemplano perchè per gli americani in generale si entra-si mangia-si esce e non si entra-si chiacchera-si mangia-si chiacchera-si beve il caffè-si chiacchera-si esce. Siamo sempre gli ultimi ad essere cacciati dai ristoranti!! :-)
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