Qualche giorno fa ho letto un titolo di giornale che parlava di un bambino di due anni dimenticato in macchina dal padre. Una sensazione terribile. Non ho nemmeno pensato di leggerlo quell’articolo, anzi ho scorso la pagina del Corriere verso il basso cercando di dimenticare il piu’ presto possibile di averlo mai visto. Pero’ passavano i giorni e il titolo era sempre li’. Una notte non riuscendo ad addormentarmi, ho dato una rapida scorsa alle notizie e all’improvviso oltre al titolo c’era anche la foto del bambino. Ho chiuso subito tutto, ma non sono piu’ riuscita a prendere sonno. Era un bambino proprio come il mio, della stessa eta’ del mio e rideva e si vedeva che era felice e sicuramente amato come il mio, non riuscivo a togliermelo dagli occhi.
Il punto e’ che prima o poi finisce che ti chiedi con terrore…e’ una cosa che potrebbe succedere anche a me?
Ho cercato in tutti i modi di scacciare questo brutto pensiero e classificare l’accaduto come una tragica fatalita’, ma se ne sentono talmente tanti di questi casi anche qui che stamattina ho deciso che non e’ giusto mettere la testa sotto la sabbia. E’ meglio affrontarle le paure e il modo migliore che conosco per fare questo e’ informarsi. Se dentro, sotto sotto, io e sono sicura tantissimi altri genitori sentiamo questa angoscia o paranoia, bisogna parlarne, non lasciarla li’ come un tabu’ o una fatalita’ o una cosa che succede a persone peggiori delle altre, a persone che non tengono ai loro figli quanto noi perche’ se questi casi si ripetono sempre piu’ spesso in modo praticamente identico fra persone di ogni estrazione sociale e paese un motivo ci sara’, forse abbiamo ritmi troppo frenetici o stiamo sottovalutando il problema, qualcosa ci sara’, ragioniamoci almeno.
Infatti, ho visto che ci sono gia’ moltissimi articoli sul tema. Alcuni parlano di nuovi dispositivi che potrebbero in futuro prevenire questi incidenti, altri si interrogano sul fattore penale (e’ perseguibile il genitore che causa un incidente di questo tipo?), altri ancora cercano di capire cosa succede al cervello che per una manciata di minuti entra in cortocircuito in questo modo cosi’ particolare.
Tutto molto interessante suppongo, ma quello che a me importa e’: c’e’ qualcosa che si puo’ fare per prevenire questo tipo di tragedie?
1) Il consiglio migliore che ho trovato e’ quello di mettere il telefono e il portafoglio, meglio ancora qualcosa che serva non appena scesi dalla macchina come le chiavi di casa o dell’ufficio sul sedile posteriore accanto al bambino. Sono oggetti che abbiamo costantemente fra le mani ed e’ facile notarne l’assenza nel giro di pochi minuti.
2) Un altro consiglio e’ quello di mantenere un buon dialogo con la scuola o l’asilo dei figli. Qui e’ gia’ prassi consolidata chiamare la scuola per avvertire che il figlio non sara’ presente e se il genitore non chiama, e’ la scuola che si fa viva per avere notizie, anche perche’ qui molti bambini si recano a scuola da soli a piedi, in bicicletta o in autobus e questo doppio controllo e’ piu’ che mai necessario.
3) C’e’ chi consiglia poi di impostare un allarme sul telefono o il computer, tipo “Dov’e’ il piccolo Joe?” all’ora in cui il bambino dovrebbe essere accompagnato.
4) Qualcuno suggerisce di mettere un adesivo sulla portiera della macchina e sulla porta di casa o dell’ufficio.
5) Poi c’e’ il metodo del pelouche o della borsa dei pannolini. In pratica ci si abitua a mettere un oggetto sul seggiolino quando il bambino non c’e’ e sul sedile del passeggero davanti quando c’e’, cosi’ da creare una sorta di promemoria fotografico.
6) Non ne avevo idea, ma ho scoperto che ci sono gia’ sul mercato dei prodotti destinati a questo tipo di situazione, come ad esempio questo e questo.
Tutti gli articoli che ho letto concordano sul fatto che la cosa piu’ importante sia parlarne e guardarsi intorno, aiutarsi e abituarsi a buttare un occhio anche alle altre macchine. Non costa niente e puo’ essere davvero utile. Dobbiamo ricordarci che un bambino non dovrebbe mai essere lasciato da solo in una macchina, nemmeno per pochi minuti.
Questo e’ quello che ho imparato. Credo che focalizzarsi sulla cronaca particolare di un singolo avvenimento lasci sempre il tempo che trova, ma cercare di usare l’esperienza di qualcun altro per imparare qualcosa di nuovo o per ragionare in modo costruttivo su un qualunque problema sia un’ottima occasione di dare un po’ di senso anche a un evento cosi’ crudele e incomprensibile.
Buona settimana.
8 commenti:
Purtroppo queste si chiamano disgrazie.
Non si può demonizzare una persona per quello che è successo, è grave, è vero, ma non l'ha fatto apposta e vivrà PER SEMPRE con questo rimorso.
Non mi stupirei se si suicidasse!
E' il prezzo della frenesia del mondo moderno, lo stress, il lavoro, il traffico, le bollette da pagare ecc... ci rovinano così tanto la mente che ci troviamo a commettere errori, a volte molto molto grossi!
Una volta accertato (come in questo caso) che il bambino non era maltrattato o non voluto, ma amato come in qualunque famiglia normale, sarei per la non-persecuzione penale, perchè il padre pagherà cmq tutta la vita con il rimorso. Penso che tu abbia ragione, in qusete situazioni più che accusare o sconvolgersi o andare in paranoia, conviene pensare a modi possibili per evitare che succeda.
Sai cosa penso io?
Che purtroppo qualsiasi metodo, qualsiasi sistema, e' fallibile.
Per esempio, uno si mette l'allarme sul cellulare, poi, fatalita', dimentica il cellulare e non se ne rende conto fino a sera... (a me potrebbe succedere benissimo, sul cellulare qui non mi chiama nessuno). Ed ecco che anche se ti metti l'allarme per ricordarti e ti rilassi, e' sempre in agguato l'errore tragico.
Oppure i dispositivi sensorii: e se, malauguratissimamente, ad un certo punto non funzionano? O se funzionano a vuoto e uno, alla fine, li ignora?
Insomma, una soluzione non la vedo.
Si puo' cercare di inventare uno schema molto buono, ma l'imprevisto e' sempre in agguato.
[Venerdi', per dirne una, il piccolo aveva la fotografia di classe all'asilo e io da brava il giovedi' ho chiesto alle maestre: allora domani devo vestirlo elegante? E lori si', certo, domani. Ecco, il giovedi' sera mia figlia per poco non si cava un occhi sbattendo contro un tavolo. Ovviamente l'evento ha concentrato tutti i miei pensieri o quasi. Il venerdi' mattina, secondo voi, ho vestito elegante il piccolo? No, assolutamente, ero presa dal telefonare al dottore perche' la vedesse, vista la botta, magari si era fratturata lo zigomo? E quindi mi sono ricordata del dovere di vestire il piccolo bene solo alle cinque, quando sono andata a prenderlo... e mi sono sentita davvero idiota.]
Non sapete, poi, quanto terrore ho io di tali notizie. Se accadesse a me, col sole che c'e' qui, dopo una sola ora non ci sarebbe piu' niente da fare. Non voglio neanche pensarci.
Se fossi al posto di quel padre non potrei mai perdonarmelo, mai, per tutta la vita.
nuvolasospesa: credo questo sia il motivo per cui non c'e' un qualche congegno obbligatorio, perche' non ne esiste ancora uno sufficientemente affidabile.
ti capisco benissimo. dimenticanze come questa sono all'ordine del giorno, basta davvero poco per distrarsi e non e' che tu stessi a perdere tempo: ti stavi occupando dell'altra figlia ferita...
non c'e' modo di mettersi completamente al riparo dagli imprevisti, ma se possiamo ridurre le possibilita' anche di poco, facciamolo. gia' porsi il problema, e' un piccolo passo per prenderne coscienza.
Sottoscrivo ogni parola di quel che dite, queste sono disgrazie e non credo neanche io che sia da giudicare chi commette questi errori. Anche a me è venuto in mente che si potrebbe inventare un dispositivo che dopo pochissimo, se il motore è spento e il bimbo è sul seggiolino, fa suonare l'allarme della macchina, come se stessero per rubarla, se il genitore è lontano qualcuno se ne accorge comunque per forza. Ma sarebbe anche importante non affidarsi ciecamente a nessun dispositivo, lasciarsi solo aiutare, ma non rilassarsi su queste cose.
Proprio ieri alle porte d'ingresso di Walmart ho notato un adesivo giallo che ricordava ai genitori di assicurarsi, prima di entrare nel negozio, di non aver lasciato bambini in auto.
Purtroppo e' una notizia che "si ripete", a volte un muratore, a volte un professore universitario... puo' capitare a tutti, come dici tu.
Non so, io per ora ogni volta che guido gli parlo o lo guardo dallo specchietto... e metto la borsa sempre dietro, affianco al car seat :-/
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