Poco tempo fa, in un museo, il piccolo Joe si e’ trovato davanti a una parete piena di scritte e ha cominciato a nominare tutte le lettere che vedeva. Per me e’ stata una sorpresa, ma quando l’ho raccontato alla sua maestra, si e’ meravigliata lei:
-Certo che sa le lettere.
E chi se lo aspettava…io le lettere le ho imparate alle elementari.
Oggi e’ successo qualcos’altro. Si rifiutava di uscire da scuola. Io ero gia’ fuori che gli tenevo la porta e lo chiamavo, ma lui non ne voleva sapere. Poi ho capito che stava indicando qualcosa che voleva che vedessi e ripeteva ‘dog! dog!’. Sul cartellone c’era scritto in grande ‘God’ e lui -non saprei come altro dirlo anche se mi sembra assurdo visto che non ha nemmeno due anni e mezzo e nessuno glielo ha insegnato - credo “leggesse”, male, ma lo faceva, cioe’ credo che piu’ che altro oggi abbia capito o intuito come funzioni con le lettere. Le lettere vanno messe insieme per formare le parole.
Mamma mia quanto corre questo Joe!
Osservare lo sviluppo del suo linguaggio e’ sempre piu’ interessante. Ora con me parla sempre in italiano e anche se gli leggo un libro in inglese lui lo ‘traduce’, sembra proprio che non voglia parlare inglese con me. Con gli altri, invece, si adegua e usa la lingua che usano loro, o almeno ci prova, si fa capire, ma pronuncia un po’ tutto a modo suo. La cosa che mi appassiona di piu’ e’ vedere come usa l’italiano. Sa tantissime parole, ma i verbi, gli articoli, le varie parti del discorso e la costruzione delle frasi li riprende pari pari dall’inglese.
Dice sempre l’aggettivo prima del nome (verde sedia) e non coniuga i verbi. Dice “I fame” per dire “ho fame”. Quando, un giorno, ha detto “dammi!” sia io che Mr. Johnson lo abbiamo notato, un verbo in italiano finalmente! Si deve essere sbagliato, non l’ha mai piu’ rifatto.
Ed e’ bellissimo anche osservarlo insieme al suo amichetto francese. Hanno pochissima differenza d’eta’, ma hanno fatto un percorso linguistico del tutto diverso che li sta portando agli stessi identici risultati. L’altro e’ stato muto come un pesce per tre anni, lui ha sempre parlato (o per meglio dire e’ sempre stato convinto di emettere suoni di senso compiuto) e ora parlano insieme in inglese e rispettivamente in italiano e in francese con le loro mamme come se fosse la cosa piu’ normale del mondo.
Sono cosi’ piccoli eppure senza saperlo hanno un sacco di strumenti in mano.
Tutto questo e’ meraviglioso.
5 commenti:
che bello, e che bel post :-)
anche se Little D e' ancora nella fase "pesce" e' meraviglioso vedere come riesce cmq a comunicare... attendo con ansia le sue prime parole :-)
Capita spesso nei bambini "multilingua", forse il cervello un pochino gli si "incasina" all'inizio dato che non riesce a trovare un punto fermo sul linguaggio da usare, quindi se ne sta zitto a "rimuginare" e assimilare, poi d'un tratto parte e parla correttamente le due lingue!
A detta dei miei genitori anche io ho fatto una cosa simile (non bilingue) sono stato muto fino ad un anno/due e quando ho cominciato a parlare, lo facevo articolando correttamente le parole.
(eppure ora fatico sempre a capire l'inglese parlato uffa!)
Magnifico come il cervello umano si adatti alle situazioni, quello dei bambini poi, essendo in fase di sviluppo, è fenomenale!
Quando sarà più grande farà il figo con l'italiano eheheh!
Così poi a scuola si impara chessò lo spagnolo e si becca 3 lingue con poco sforzo! :)
Anche I miei figli si rifiutano di parlare in inglese con me e con gli amici italiani ma parlano perfettamente inglese con gli amichetti British.
E' incredibile osservare I loro miglioramenti linguistici e quanto imparano andando a scuola.
Guarda, secondo me e' possibile che legga.
Il mio quattrenne ha imparato a leggere da solo (o ha seguito l'esempio della sorella, non so) questo inverno. A quattro anni.
(E legge eh? davvero).
Io ho imparato a sei anni e mezzo. (giusto prima della scuola).
I bambini sono incredibili.
E tutto questo e' bellissimo! :)
Bellissimo, ma...
Ma bisogna stare molto attenti: per lui leggere è un gioco, è importante che a questa età non ci siano forzature, nè aspettative in merito. Oggi vuole leggere, bene, bravo, poi per un mese non gli va di farlo, non importa. Mi insospettisce questa risposta della maestra, starei attento a vedere se non è lei stessa a pretendere che i bimbi così piccoli imparino già a leggere.
Anche mia figlia, che ha 3 anni e mezzo, legge tutte le lettere, mi piace tantissimo perché è lei che vuole farlo. E, visto che anche io leggevo a 3 anni, dico con orgoglio: "tuuutta suo padre"
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