La mancanza di importanza che gli americani danno ai nomi mi fa ancora diventare pazza.
C’e’ una bambina a scuola che si e’ sempre chiamata in un modo, ma ora ha cominciato a scrivere il suo nome in un altro. Glielo ho fatto notare pensando che si fosse sbagliata e mi ha risposto che le piace di piu’ cosi’.
- Si ma qual e’ il tuo vero nome?
- Non lo so.
- Cosa c’e’ scritto sul passaporto?
- Non ce l’ho.
A quel punto ho mollato il colpo perche’ mi sono resa conto di stare per rovesciarle addosso un bicchiere d’acqua fredda per farla risvegliare.
Idem un altro bambino. Lo conosco da quando aveva tre anni e si e’ sempre chiamato con un certo nome. Quest’anno ha deciso di non scrivere piu’ la ‘s’ finale. Interrogato in proposito, ha risposto che quest’anno ha deciso di accorciare perche’ era troppo lungo, normale, no? Cioe’ io adesso mi metto a togliere e aggiungere un paio di consonanti al mio nome e che problema c’e’? Il bello e’ che le altre maestre non dicono assolutamente nulla.
Ci sono dei genitori, ad esempio, che pretendono che i figli vengano chiamati sempre con due nomi e a volte anche lunghi e loro seguono gli ordini anche se non e’ il massimo della praticita’. Poi magari l’anno dopo, come e’ gia’ successo, il bambino in questione gli tocca chiamarlo in un’altra maniera. Che tu ti abitui dopo un po’, associ quella persona a quel nome e invece no, cambiano.
Insomma, io capisco che per la maggior parte delle persone qui non sia importante che il nome abbia un significato (molti se li inventano di sana pianta i nomi come il giocatore di football che si chiama DeMarco di primo nome perche’ alla madre suonava italiano…), pero’ cambiarlo in corso d’opera e’ un altro paio di maniche.
Conosco una persona qui che si e’ cambiata legalmente il nome per un’omonimia imbarazzante e questo ha un senso, ma negli altri casi? Nel bene o nel male il nome e’parte della tua identita’, come fai a non sviluppare nessun attaccamento per il suono del tuo nome?