Il piccolo Joe e’ nato proprio poco prima di Natale e da quando c’e’ lui queste feste hanno tutto un altro significato per noi. Anche quest’anno, dicembre e’ stato un periodo splendido, pieno di giochi e di sorprese [qualcosa qui] e pensavamo che sarebbe stato splendido fino all’ultimo momento, che saremmo stati tristissimi di vederlo passare questo Natale.
E invece.
A volte succede che sei talmente convinto che le cose vadano in una certa maniera che non ti poni nemmeno il dubbio di trovarti di fronte a una situazione diversa. E’ cosi’ che ti sorprendono di solito le cose peggiori della vita, quando meno te lo aspetti, quando credi di avere tutto sotto controllo e invece sei ancora piu’ vulnerabile perche’ totalmente impreparato.
Insomma, un giorno prima di Natale abbiamo avuto una gran brutta sorpresa. Di quelle che il primo istinto sarebbe cancellare tutto e raggomitolarti sotto a un piumone per uscirne due o tre o anche quattro giorni dopo. Ecco quel tipo di brutta sorpresa.
Poi pero’ succede una cosa strana, per la prima volta affronti la situazione da genitore, non da individuo. E allora ti chiedi… ma a cosa serve fare cosi’? Che cos’e’ che voglio? Posso avere quello che voglio? In questo caso no purtroppo, pero’ posso non peggiorare le cose, anzi devo.
Cosi’ ti tiri su, non pensi di farcela, ma lo fai e ci riesci perche’ pensi alla sua faccia e ti dici che non importa cosa sia successo, anche quel giorno avrai almeno un attimo di felicita’ guardando quella faccia.
Ed e’ proprio cosi’ e passi un Natale che a guardarlo da fuori sembra quasi perfetto.
Anzi forse lo e’, perfetto. Il pomeriggio di Natale arriva perfino la neve e a Dallas e’ davvero un evento storico. Pura magia.
E anche questo Natale e’ andato, la tristezza c’e’ e restera’ sotto la pelle a lungo, ma si guarda avanti e si sorride nonostante tutto perche’ di motivi per sorridere ce ne sono ancora tanti e c’e’ qualcuno che ce lo ricorda in ogni momento.