Quello che volevo piu’ di ogni cosa, alle undici di sera, era fare entrare il thermos della pasta, il contenitore della frutta e anche un paio di biscottini in quell’accidente di lunch box a forma di scimmia che gli avevo comprato la mattina. E provavo, riprovavo, cambiavo i contenitori, giravo, rigiravo, ma non c’era verso.
Mr. Johnson osserva un attimo la scena e fa:
- Beh, se non ci sta vuol dire che non ha bisogno di mangiare cosi’ tanto.
Non l’avesse mai detto. Fatto sta che non si e’ fatto piu’ vedere per il resto della serata mantenendo, pero’ quell’irritantissimo sorrisetto che fa quando mi vede comportarmi in maniera particolarmente incomprensibile.
Il primo giorno di preschool del piccolo Joe, tanto e’ bastato per farmi agitare.
Il fatto e’ che prima andava in un posto dove giocava e basta, un daycare, quella dove andra’ quest’anno, invece, la scuola dove lavoro anch’io, e’ una scuola vera e propria. Ci dovra’ stare tutto il giorno per due giorni alla settimana, mentre lavoro, e le maestre pretenderanno delle cose da lui, ma e’ cosi’ piccolo, il piu’ piccolo di tutti. Non sa ancora nemmeno bere dal bicchiere senza bagnarsi, poverino, e si trovera’ in classe con bambini anche piu’ di un anno piu’ grandi. Per non parlare del fatto che si esprime solo in una specie di italiano e gli altri bambini lo guardano come un marziano. E’ per questo che mi sono fatta prendere dall’ansia, ma non solo.
Quella sera mi sono tornate in mente delle parole che avevo sentito non so dove un po’ di tempo fa. Sapevo che mi sarebbero tornate utili, ma non sapevo ancora come, cosi’ mi sono rimaste bene impresse in mente.
Ogni volta che vi comportate in maniera irrazionale in una situazione che riguarda i vostri figli, fermatevi e pensate al vostro passato.
Era tardi e la mattina dopo dovevo svegliarmi all’alba, ma mi sono seduta un attimo da sola e ho cercato di capire cosa mi stesse succedendo e perche’ da giorni non riuscissi a pensare ad altro. E stranamente l’ho capito subito, era semplice dopo tutto.
Mi sono ricordata le cose che faceva mia madre per me quando andavo a scuola, e soprattutto di come mi piacevano tutte quelle cose, di come mi facevano sentire speciale e amata e mi aiutavano a passare la giornata piu’ serenamente. Volevo fare lo stesso ecco. Ma quello sarebbe stato anche il mio primo giorno di lavoro dopo l’estate, dovevo fare troppe cose e volevo farle tutte in maniera perfetta.
Perfetta. Che stupida questa parola, eppure credo che volessi proprio essere cosi’, infatti piu’ il giorno fatidico si avvicinava piu’ l’ansia aumentava e aumentava e. Inutile a dirsi, non c’era niente di perfetto.
Poi le ore sono passate, e’ arrivato il mattino ed e’ andata benino diciamo. Io ho avuto una specie di magone per tutto il giorno e anche lui a quanto pare. Non ha pianto, ma le maestre hanno detto che e’ stato ‘silenzioso e che aveva spesso gli occhi lucidi’.
Ora che il momento critico e’ passato, ripenso a tutta la scorsa settimana e mi spiace non essere riuscita a fermarmi prima a pensare anche a me stessa oltre che alle mille cose da fare. A volte basta cosi’ poco per ritrovare l’equilibrio, il difficile e’ capire quando e’ il momento di mettere tutto in pausa per un attimo ed ascoltare solo se stessi.