Vi e’ mai capitato di rimanere colpiti dallo sguardo di un completo sconosciuto?
Non mi riferisco a una situazione romantica o qualcosa del genere. In questo caso penso a tutt’altro tipo di sguardo. Uno sguardo duro, di disprezzo forse, di condanna, chi lo sa, uno sguardo cattivo insomma. Puo’ capitare certo, di suscitare un’antipatia immotivata. Il fatto e’ che a me di solito non capita o almeno non mi viene dimostrato in questa maniera, non credo mi sia mai successo prima. E allora, un po’ ci penso.
Si tratta della mamma di un compagno di classe del piccolo Joe. In questi mesi, ci siamo incrociate parecchie volte all’asilo e mi ha sempre rivolto quel tipo di sguardo. L’ultima volta che l’ho vista, ho cercato apposta di stabilire un qualche tipo di contatto. L’ho salutata come ci salutiamo tutti li’ e le ho chiesto come andava. Mi ha dato l’impressione di essersi come ‘sgonfiata’, ma solo per un attimo, come se fino a quel momento avesse trattenuto il fiato, quasi come se si stesse concentrando per apparire cosi’ distante da tutto e tutti in quella stanza.
In effetti, non e’ uno sguardo che ha solo verso di me. La maestra le racconta quello che ha fatto di bello il figlio durante il giorno e lei rimane impassibile. Il bimbo le si avventa addosso come e’ normale che sia e lei sembra quasi infastidita.
Non giudico davvero, non e’ questo il punto. Ognuno dispone di un proprio alfabeto emotivo e lo utilizza come crede, ma mi interrogo, comunque perche’ per me e’ difficilissimo capire questa cosa, decifrarla. Io vedo che per quanto la mia giornata sia stata faticosa, per quanto trafelata possa arrivare li’, appena vedo il piccolo Joe- anche se sono sovrappensiero, anche se ho delle preoccupazioni - sono felice, immensamente, anzi e’ come un’esplosione inevitabile di gioia ogni volta. Rivedere la sua faccia che mi manca tutto il giorno, quei dentini, quel sorriso, il suo abbraccio. Quando mi viene incontro con quella sua andatura buffa e le manine un po’ fuori come per aiutarsi a stare in equilibrio, non importa cosa mi sia successo prima o dovro’ fare dopo, ho un momento di pura gioia.
Com’e’ che lei invece no?
Una volta l’ho raccontato a Mr. Johnson. E lui mi ha dato una risposta su cui ancora rimugino ogni volta che la vedo.
- Magari e’ solo che questa persona non ha una vita facile come la tua.
La mia vita sarebbe facile quindi? Non l’ho davvero mai sentita cosi’, ma e’ vero, certo, e’ facile rispetto a tante altre mille volte piu’ complicate. E che vita deve avere una persona per rivolgere uno sguardo cosi’ tagliente a una perfetta sconosciuta o per non baciare il figlio di pochi mesi dopo non averlo visto per tutto il giorno?
Probabilmente nessuna delle due riesce nemmeno a immaginare la vita dell’altra, eppure mi piacerebbe molto avvicinarmi, capire cosa c’e’ dietro a quello sguardo che sembra cattivo.
3 commenti:
Beh, si, tutto e' davvero relativo. Magari e' una anaffettiva che si e' cosi' indurita per i colpi della vita.
Magari sta attraversando un periodo difficile ed e' da sola.
Ma leggendo ho anche pensato che, forse, lei quel bambino non lo vuole...sono troppo negativa?!?
all'inizio mi hai fatto pensare a una mia amica che ha uno sguardo cattivo di suo, e io glielo dico sempre ;-)
ma e' il suo sguardo, sembra cattivo, ma lei cattiva non e' :-)
non e' pero' il caso di questa persona... forse ha ragione tuo marito, a volte gli altri hanno vite cosi' complicate e difficili che non ce lo possiamo nemmeno immaginare
(e come fa notare b &k ... non tutti i bambini sono stati "desiderati" :-( )
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