Avete presente l’abitudine fastidiosissima dei dentisti di farti delle domande mentre chiaramente non puoi rispondere perche’ hai la bocca spalancata e comunque, non ti senti certo in vena di conversare?
Ecco, ieri mattina, ero li’ con la bocca aperta, quando la mia dentista mi ha chiesto di dov’ero, uno dei suoi argomenti preferiti, dopo la siccita’ e il suo cane.
In qualche modo le faccio capire che sono di Milano e lei sente l’impellente necessita’ di farmi sapere che brutta storia sia l’omicidio di Perugia (no ma io sono di Milano…fa niente va, tanto non posso parlare), che non vede l’ora che sia tutto finito e che e’ molto preoccupata per la sorte di Amanda Knox.
Ecco, questo l’ho preso come un chiaro segno che forse, in quanto italiana, avrei dovuto cominciare a preoccuparmi anche io delle sorti di Amanda Knox. In questi giorni, ci sono stati talmente tanti speciali sul caso che era impossibile non imbattersi in qualche resoconto, pero’ quando la dentista ti tira fuori l’argomento cosi’, vuol dire davvero che e’ ‘popolare’, che la gente l’ha presa davvero a cuore questa storia. E non si e’ parlato per niente bene dell’Italia, a me sembra spesso anche a torto.
Tempo fa mi ero abbastanza appassionata a questa storia. Vedendo una tale differenza fra le cronache americane e quelle italiane volevo capirci qualcosa di piu’. E sinceramente, colpevoli o innocenti che fossero Amanda e Raffaele, mi sembrava assurdo che li avessero condannati con quegli indizi.
Poi si e’ trasformato tutto in una sorta di stupida partita Italia - Usa, ma l’impianto accusatorio e il modo in cui sono state condotte le indagini avevano del grottesco.
Qui si e’ parlato molto dei precedenti del pm che gia’ in passato aveva prodotto tesi complottistiche e moventi basati su ipotetiche abitudini sessuali sconcertanti e molto macchinose come questa qui.
Nei programmi che ho visto qui, non si accennava mai, e dico proprio mai, alla vittima. Dopo la sentenza, alla CNN hanno addirittura inquadrato la famiglia di Meredith, la sorella che piangeva, e i commentatori hanno continuato imperterriti a parlare d’altro. Mi ha disturbato.
A un certo punto la giornalista ha detto qualcosa tipo ‘guardate, in italia sono le 10 di sera, eppure la gente si e' riversata in strada a festeggiare’. Certo, in italia si festeggia sempre gridando 'vergogna' con un altoparlante.
Ecco, anche questa voglia di gridare ‘vergogna’, questa rabbia, che ho visto anche in tanti commenti su FB da parte di persone da cui non me lo sarei aspettato, mi ha colpito.
Non la capisco proprio questa cosa. Non e’ sempre meglio che un colpevole sia fuori che un innocente dentro? Se le prove non ci sono, non ci sono. Non basta sembrare colpevoli, bisogna che si dimostri. Infatti, proprio poco tempo fa, si e’ concluso un caso di cronaca orribile qui, uno di quelli che tengono la gente inchiodata davanti alla televisione per anni. Un altro di quelli di cui parlano tutti ovunque, quelli che toccano delle paure, delle corde delicatissime della societa’. Ebbene, tutti sanno che la madre c’entrava con l’omicidio della figlia e che ha mentito, ma alla fine e’ stata assolta perche’ non esisteva una prova inconfutabile. Fa rabbia, e’ terribile, ma se si spediscono delle persone in carcere per il resto della vita bisogna andare oltre il ragionevole dubbio.
Ad ogni modo, una cosa gli americani non capiranno mai: perche’ se erano innocenti hanno fatto quattro anni di carcere. Vaglielo a spiegare.