Ieri mattina, ho deciso di prendermela un minimo comoda e andare al lavoro un filo piu’ tardi del solito. Dopo tutto non ho degli orari precisi a parte quelli delle lezioni ed ero davvero stanca, considerato il mio stupendo fine settimana. Arrivo a scuola e per la prima volta in assoluto, invece del solito sorriso smagliante e relativo buongiorno buongiornino, ma quanto sei bella stamattina, la segretaria mentre si sposta veloce verso la fotocopiatrice mi comunica senza guardarmi che ho saltato la foto per l’yearbook. Non mi sembra poi la fine del mondo, comunque sono caduta dalle nuvole, me ne sono completamente dimenticata e lei era seccata, molto, si vedeva. Per il resto, e’ stata una giornata splendida al lavoro. Sono molto soddisfatta sia delle idee che ho proposto che della maniere in cui soprattutto una classe, ha contribuito a modificarle e arricchirle. Ogni giorno, e’ un’esperienza unica nella classe di arte, sono sempre piu’ convinta che sia il lavoro della mia vita e sempre piu’ determinata a migliorarmi. Sto in piedi tutte le sere fino a tardi, a sfogliare libri, disegnare, provare nuove tecniche e appuntarmi tutto quello che combino per costruirmi una sorta di archivio. Insomma, mi impegno, ci provo, e sembra che tutti siano contenti del mio lavoro in se’. Ma poi ci sono tutte quelle cose a cui non sono piu’ capace di stare dietro. Le riunioni inutili, le cene, le colazioni, i corsi di aggiornamento di cinque giorni dall’altra parte dello stato…io non posso. Pensavo che lo capissero. Pensavo che fosse chiaro che se si aspettano che sia li’ a orari strani, ora devono davvero farmelo sapere per tempo e deve davvero essere per un motivo importante perche’ ora ho un bambino. Purtroppo non ho nonni o zie sotto mano e con l’asilo ho degli accordi, non posso parcheggiarlo li’ quando mi pare. A volte, qualcuno se ne ricorda e lo capisce, a volte proprio no e mi sembra che piu’ passa il tempo e meno importa quale sia la mia situazione familiare. In effetti, non dovrebbe importare, suppongo. Io stessa, non me la sento nemmeno di spiegarle queste cose che poi oltre a suonare come scuse mentre non lo sono, ti fanno anche apparire poco professionale. Cosa dovrei dire?
…E’ che l’ho messo in macchina, ha fatto la cacca, ha sporcato il seggiolino, siamo dovuti tornare indietro….
Tutte cose vere magari, ma ognuno ha i suoi problemi e io devo gestire i miei come fanno tutti. Pero’.
A me sembra che davvero dalle madri ci si aspetti la perfezione a prescindere, a priori, sempre e comunque. Devi essere in grado di fare tutto quello che facevi prima, curare tuo figlio, la tua casa e possibilmente anche sorridere.
Non sempre ci si riesce.