Il bigino di Non Si Sa Mai.

giovedì 28 aprile 2011

l'albero

La prima volta che abbiamo visto quella che sarebbe diventata la nostra casa, siamo rimasti colpiti da due alberi di trenta metri sul giardino davanti. Credo che la presenza di quei due magnifici alberi abbia contribuito in qualche modo alla scelta di comprarla. Quello sulla destra offriva una bella ombra di pomeriggio e un'atmosfera densa al tramonto. Quanti barbeque sotto quell'ombra. Poi pian piano ha cominciato a cedere, e' successo tanto tempo fa. Qui il vento e' molto forte, a volte dura giorni e giorni incessante e l'albero ha cominciato a spezzarsi, sempre piu' spesso, tanto che abbiamo iniziato a preoccuparci seriamente che non cadesse sulla casa. Ci hanno consigliato di abbatterlo, ma ci siamo limitati a farlo potare da professionisti, sperando che la situazione potesse migliorare. Ci sono voluti due o tre anni e tanti pareri concordi per accettare che l'albero fosse semplicemente diventato vecchio come diventano vecchie le persone. Non c'era nulla da fare. Questo tipo di albero, credo sia un qualche olmo, vive circa trent'anni e poi comincia a indebolirsi e a morire, fa parte del suo ciclo naturale. Dice che da queste parti, a causa del vento e delle tempeste, non ci sono alberi veramente vecchi. Ci sono alberi alti, ma relativamente giovani. E infatti, durante la tempesta della settimana scorsa il nostro albero si e' danneggiato a tal punto che non abbiamo piu' potuto rimandare la decisione che non avremmo mai voluto prendere e l'abbiamo fatto abbattere. Un'operazione tristissima, oltre che costosa, ma non potevamo aspettare che qualcuno si facesse male, i bambini del quartiere ci giocano sotto tutti i pomeriggi, non si poteva davvero piu' rimandare. E cosi', detto fatto. Ieri mattina sono arrivati i tizi con le loro imbragature e tutto il necessario e nel giro di un paio d'ore addio albero. Perfino Mr. Boomer che all'inizio da dietro il recinto protestava vivacemente per l'intrusione e sembrava cercasse di proteggere l'albero, al primo sbattere di ramo sul prato, ha battuto la ritirata tremante.
Sono le tre di notte e, saro' stupida, ma penso al picchio, agli scoiattoli, alle tortorelle. Spero abbiano trovato un'altra casa. Non c'e' niente da fare, abbattere un grande albero cosi', fa tristezza per mille motivi.
E' strano. Vivi in un posto e all'improvviso, anche se quello puo' non essere il posto che immaginavi o che sognavi, ti accorgi di esserci legato. Ti leghi piu' di tutto a quello che vedi fuori da casa tua perche' rappresenta la quotidinita', l'illusione che almeno qualcosa rimanga uguale nello scorrere continuo e imprevedibile degli avvenimenti della vita. E questo succede sia che si tratti del palazzo di fronte, del vicino che piu' o meno alla stessa ora si fuma la sua sigaretta sul balcone o di un albero di trenta metri che filtra la luce dei tuoi tramonti.
Non c'e' piu'. Riposi in pace il nostro povero vecchio albero.

2 commenti:

  1. Capisco perfettamente il tuo stato d'animo, è come se se ne fosse andato un pezzettino di vita, legata al suo ricordo.
    Ciao Albero.

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