C’e’ una coppia di amici non lontani dal Texas, che in questi giorni ha avuto la casa completamente allagata. Una casa allagata qui e’ una casa distrutta. Dovranno buttare via quasi tutto quello che c’era dentro e smontare perfino i muri per capire fino a che punto il fango ha danneggiato il legno, sperando non sia gia’ marcito. Chiaramente non erano assicurati contro le alluvioni nello stato dei tornado. Hanno postato su Facebook delle foto sconvolgenti. In una c’e’ il loro cane sul divano, dove si capisce dover essere arrivato a nuoto. La foto scattata fuori dalla casa e’, se possibile ancora piu’ desolante: un intero quartiere ricoperto di fango, case sommerse e le case, si sa, non sanno nuotare. Dicono di stargli vicino con il pensiero, ma che stanno bene, e’ questo quello che conta, il resto sono solo stuff, roba.
Mi e’ venuta in mente la prima volta che sono stata qui d’estate, sul Golfo. Eravamo ospiti della sorella di Mr. Johnson che all’epoca stava facendo il suo apprendistato all’ospedale di Galveston come chirurgo plastico. Io non sapevo l’inglese, ma conoscevo la parola shark. Appena arrivati, in tutta tranquillita’, ci racconto’ la storia di una persona arrivata da lei dopo essere stata attaccata da uno squalo. Mr. Johnson non volle mai tradurmela quella storia e questo e’ tutto quello che percepii. Decisi che non mi sarei mai fatta il bagno in quel mare, mai e poi mai. Il giorno dopo ci portarono in spiaggia e dopo un quarto d’ora ero in acqua anch’io. Ho imparato che qua e’ cosi’, ci sono tanti pericoli, ma non si puo’ smettere di vivere per questo. Bisogna conoscere quello che c’e’, dare il giusto peso alle cose, e poi continuare a vivere. E non e’ follia o incoscienza, e’ semplicemente una di quelle cose che se non le vivi non le puoi capire davvero, ma che trovandoti nella situazione fai tue immediatamente perche’…solo perche’ non puo’ essere altrimenti.
Il distacco che gli americani mostrano rispetto a noi nei confronti delle proprie case ditrutte, deve essere un’altra di quelle cose che se non provi non capisci. Ora come ora, infatti, non riesco ancora a capirla fino in fondo. Ieri notte, dopo aver visto quelle foto, ho fatto sogni di fango. Mi guardo intorno e immagino quell’acqua qui, i miei libri, il computer, gli album di foto, i bracchetti sapranno nuotare?… Se devo essere sincera, e’ una di quelle cose che spero di non capire mai.
4 commenti:
io ho notato che nei posti più (relativamente) sicuri in cui ho vissuto, la gente è molto più spaventata e inquieta delle zone più (relativamente) pericolose che conosco... chissà, se vivessero in un posto che può essere allagato dal fango, in cui possono essere morsi da serpenti velenosi o sbranati da squali o uomini lupo (ho visto anche un sacco di film, io...) gli svizzeri avrebbero meno paura di tutto...
penso che ci si faccia il callo se non ci si è nati, altrimenti rientra tutto in quello che succede e basta. Come i terremoti da noi ad es.La stessa cosa per il freddo o il caldo etc
suibhne: non ci avevo mai pensato, che strana questa cosa...
elisen: e' anche che a milano non c'e' davvero nessun pericolo naturale, non c'e' nemmeno la natura! ;)
gli americani sono tenaci :-)
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