venerdì 23 aprile 2010
quando e’ lavoro ma non e’ proprio lavoro
Domani e’ il grande giorno, anche se qualche mese fa non me lo immaginavo per niente grande come e’ diventato questo giorno. Qualche mese fa pensavo che avrei appeso un po’ di disegni nei corridoi, non che mi sarebbe stata data la possibilita’ di rivoluzionare un intero edificio. Qualcosa e’ successo. Qualcosa di bello. All’inizio dell’anno nessuno si aspettava niente di speciale da me, in fondo sono solo la maestra di arte, e invece fin dalle prime settimane le reazioni al mio lavoro sono state di sorpresa e entusiasmo un po’ da parte di tutti. Quando poi giu’ alle pubbliche relazioni si sono accorti che l’arte aiuta anche a vendere iscrizioni tutto ha cominciato a prendere una piega lievemente diversa. La direttrice, senza nemmeno consultarmi ha, diciamo, fortemente richiesto a tutti i colleghi di rimanere dopo il lavoro per aiutarmi ad allestire la mostra oggi. Non posso certo dire che fossero felici, come non lo sarei stata io al loro posto. Chi e’ venuto da me con improbabili scuse, chi mi ha accuratamente evitato per due giorni e chi si e’ semplicemente rassegnato al proprio destino. Io ho subito pregato quelli che mi sono sembrati poco convinti di andare a casa o di trovare altri modi di dare una mano, che davvero c’e’ sempre un modo per venirsi incontro. Per la prima volta mi e’ toccato fare il capo e non so se mi sia piaciuto. Di sicuro non ci sono portata. A me piace fare da sola e forse questo e’ uno dei motivi per cui sono cosi’ follemente innamorata di questo lavoro, perche’ faccio io, decido io e rispondo io se sbaglio. Evitare sempre il micromanaging, mi ha consigliato qualcuno e quella e’ stata la parte piu’ dura oggi, odio delegare. Il risultato e’ stato che, tranne qualche norma generale, ho lasciato tutti liberi di esprimersi e tutti hanno fatto un buon lavoro credo, hanno creato un insieme armonioso, tutti tranne una persona e come avrebbe potuto essere altrimenti? Questa maestra, che mi ha anche candidamente confessato di essersi divertita come una matta, e’ stata capace di creare una sorta di esplosione proprio su uno dei muri piu’ grandi all’ingresso, non c'e' un lavoro appeso nel verso giusto. Le avevo dato in mano tutti i lavori in ordine con le loro didascalie, ma niente, evidentemente era troppo facile cosi’. E mi sta bene. Non si puo’ controllare tutto, non si puo’ proprio devo accettarlo, e poi sono sicura che qualcuno apprezzera’ l’estrosita’. Pero’ sono stanchissima. Anche oggi sono stata a scuola molte ore, ma mi sento tranquilla e soddisfatta, sia per avere la possibilita’ di fare il lavoro che mi piace sia per l’apertura mentale e l’entusiasmo che mi dimostrano le persone che mi circondano. A pensarci bene e’ proprio questo che rende tutto speciale, il supporto reciproco e’ la chiave di volta come sempre. L’allestimento non e’ ancora finito. Si andra’ avanti fino all’ultimo minuto domani, e speriamo fili tutto liscio.
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4 commenti:
fare il capo, farlo bene, intendo, e` un lavoro stressante. perche`, in ultima analisi, la responsabilita` di quello che accade e` tua; questo ti costringe ad avere il diritto ed il dovere di avere l'ultima parola su molte questioni, a prendere decisioni che possono non essere condivise e quindi ad incrinare molti rapporti umani.
certo, poi ci sono i capi stronzi, che prendono solo i privilegi e non le responsabilita` dell'essere capo (quelli che se va bene e` merito loro, se va male e` colpa tua), ma non credo proprio sia il tuo caso ....
beh si. nel mio caso, non c'e' nemmeno bisogno di farsi tanti problemi visto che e' una cosa che se continuero' con questo lavoro mi capitera' si e no una settimana all'anno.
e menomale. anche perche' e' qualcosa di talmente soggettivo... insomma, la gente, anche quando ti dice 'sono negato', non la prende mai bene, se in qualche modo gli metti in dubbio il buon gusto.
In bocca al lupo allora...sarai giä a scuola a quest ora!bacio
in bocca al lupo e complimenti!
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