Leggevo ieri sul Corriere che la Procura della Cassazione dice che e’ illegittimo indicare nella richiesta di adozione l’indisponibilita’ verso bambini di colore. Mi e’ sembrata una di quelle tipiche decisioni apparentemente illuminate, ma che poi a ben guardare lasciano un po’ troppe questioni in sospeso. L’impressione e’ che si voglia fare leva sul desiderio delle persone di diventare genitori per costringerle ad accettare situazioni che per vari motivi, non le vedono pienamente a loro agio. L’adozione e’ un concetto meraviglioso sotto tutti i punti di vista, ma in primo luogo, non fa per tutti e secondo poi non fa per tutti allo stesso modo e non c’e’ niente di male, basta capirlo per tempo. Credo che la cosa piu’ importante sia che l’adozione abbia successo per tutta la famiglia e perche’ abbia successo i genitori devono guardarsi attentamente dentro e capire quello che sono in grado di affrontare. C’e’ chi accetta o cerca proprio bambini malati ed e’ stupendo, ma non me la sentirei di condannare chi, esattamente alla stregua di chi ha un figlio naturalmente, vorrebbe invece che il suo bambino fosse sano. Allo stesso modo, dobbiamo riflettere sulla questione del colore della pelle. E’ facile giudicare, accusare di razzismo, ma non e’ sempre appropriato. Una famiglia i cui membri chiaramente appartengono a etnie differenti e’ una famiglia che diventa ‘pubblica’. E’ una famiglia che non dovra’ semplicemente affrontare le tematiche e problematiche relative all’adozione in casa, ma che dovra’ essere pronta a farlo ogni giorno in famiglia e fuori, e con serenita’ si spera per non creare traumi. E’ una famiglia in cui il figlio fara’ esperienza di discriminazioni che i genitori non hanno mai provato in prima persona e i genitori non potranno fare nulla per proteggerlo in ultima istanza. Ora, c’e’ chi non ha nessun problema ad affrontare tutto questo, ma c’e’ anche chi non se la sente. Perche’ metterli alla gogna? Sono cose delicate, ci si puo’ immedesimare un minimo in chi prende questo tipo di decisioni, ma e’ davvero difficile capire fino in fondo, ogni caso e’ diverso, ogni persona ha la sua storia. Sono sicura che la maggior parte delle volte non ci sia nessuna malafede, ma solo un’onesta valutazione di quello che ci si sente in grado di affrontare dando un senso di sicurezza e tranquillita’ al bambino e quello che sconvolgerebbe (per esempio un giudizio completamente negativo della famiglia o della comunita’ in cui si vive). Non si dovrebbero mai forzare le persone, specialmente in ambiti cosi’ privati.
La settimana scorsa, una notte non riuscivo a dormire e cosi’ ho deciso di guardare un po’ di Anno Zero per conciliare il sonno. Ecco, alle cinque di mattina ero ancora li’ con gli occhi spalancati altro che dormire. Ho visto un razzismo, un’ignoranza, un paese che fa davvero paura dove i politici non fanno altro che cavalcare le ansie dovute alla crisi economica per instillare il germe dell’odio fra i cittadini. Posso solo immaginare come puo’ essere per un bambino di colore vivere in una realta’ simile. Anzi sinceramente mi sono immaginata come vivrei io stessa qui da straniera se la gente invece di valorizzarmi perche’ sono italiana come succede, mi insultasse per lo stesso motivo.