Ho appena letto che e’ morto Nicola Arigliano e, come spesso succede in questi casi, tanti ricordi hanno cominciato a farsi avanti dalle regioni piu’ remote della mente. Aveva piu’ o meno la stessa eta’ di mia nonna e mia nonna, quando c’era, mi raccontava tante storie su di lui. Erano vicini di casa, ma lui se ne ando’ presto dal paese per cercare fortuna altrove. Del mio incontro con lui, dopo uno dei suoi concerti pochi anni fa, ricordo soprattutto una cosa: la puzza d’aglio. Era estate e diceva che faceva bene e che serviva a non farsi pungere dalle zanzare Teoria affascinante, si fa per dire. Ne mangiava in continuazione come caramelle. E poi ricordo che parlava e parlava ed era difficile stargli dietro. Era come se avesse tutto davanti agli occhi, come se non ci fosse bisogno di spiegare nulla. E in effetti, probabilmente non c’era.
mercoledì 31 marzo 2010
martedì 30 marzo 2010
testamints – puro genio capitalista
Cosa ho scoperto oggi al supermercato:
“Testamenta, ogni pacchetto include un passaggio dalle scritture, Passa il Verbo! “
lunedì 29 marzo 2010
gli scandali della chiesa cattolica visti da qui
Lo sapete, voi in Italia, che gli scandali sulle accuse di pedofilia all’interno della Chiesa cattolica qui sono uno degli argomenti piu’ trattati da settimane su tutti i media?
Lo chiedo perche’ leggendo i giornali italiani sembra che non stia succedendo nulla. Apprendo dal Corriere della Sera di qualche giorno fa che:
Il presidente del Senato Renato Schifani parla di attacchi «inaccettabili e indegni», Il ministro degli Esteri Franco Frattini aggiunge: «Scandalosi e vergognosi».
Si sono accorti questi due signori che questa non e’ una questione ‘nostra’ che si puo’ liquidare con il solito qualunquismo del nessuno puo’ permettersi di mettere in discussione l’autorita’ morale del presidente del consiglio Santo Padre? Qui ci sono accuse precise e ci vogliono fatti, prove, documenti. Alibi probabilmente. Altrimenti e’ meglio tacere e aspettare di avere qualcosa di replicare.
E non e’ che qui non ci siano i cattolici, e’ solo che vogliono delle risposte. Pensano che non si possano ignorare accuse di questo tipo. Quello che scandalizza tanto la gente non e’ tanto l’abuso in se’, ma la reazione della gerarchia ecclesistica all’abuso. Ci si chiede perche’ qualcosa di orrendo come la violenza sessuale su minori sia stata trattata in questo modo dalla Chiesa, perche’ abbiano sempre visto gli abusi come problemi psicologici e non come peccato e si siano preoccupati molto di piu’ della tutela del molestatore che non della vittima. E man mano che le indagini proseguono aumenta l’imbarazzo. C’e’ chi parla di abbandonare la Chiesa e chi oramai e’ abituato a separare in una certa maniera la propria fede cattolica da quello che la Chiesa e’ e fa. Mi sono subito accorta arrivando qui che la Chiesa cattolica e’ circondata da una sorta di alone di sospetto, ma negli ultimi tempi l’opinione della gente sta ulteriormente peggiorando. E come potrebbero non nascere dei dubbi con tutto quello che sta venendo a galla?
La settimana scorsa ho ascoltato per radio un programma interessantissimo a riguardo. Veniva spiegato un po’ tutto. Intendo tutto quello che in Italia e’ praticamente tabu’ e non ho mai sentito mettere in discussione. Veniva spiegato perche’ le denunce arrivano dopo anni o decenni ad esempio, questione fondamentale. Si discuteva di quanto il celibato abbia contribuito o meno a creare questa situazione e anche del fatto che la gente ora manifesti spesso un atteggiamento di disagio in compagnia dei preti, di come la loro immagine sia cambiata. Si diceva che la sottocultura cattolica ha inculcato ai giovani sacerdoti la proibizione a sviluppare qualunque tipo di relazione intima e che questo ha creato, oltretutto, un’immagine negativa e deviata della donna che viene spesso vista come tentatrice. Un altro problema di cui si e’ parlato -e non mi immagino assolutamente un discorso del genere essere affrontato da noi con tale schiettezza- e’ il tipo di giovani uomini che oggi sono attratti nei seminari. Persone che magari vanno li’ per nascondere o sublimare qualche tipo di problema psicologico o sessuale avvantaggiandosi del fatto che la Chiesa in crisi di vocazioni, non possa permettersi di fare una vera selezione.
Ma in Italia ora si pensa solo alle elezioni e tutto questo probabilmente non importa a nessuno.
Sapete un’altra cosa strana? Non ho sentito mai parlare dell’Italia in questo periodo. Niente sulle elezioni, la par condicio, la censura, niente. Li’ per li’ mi e’ sembrato stranissimo, poi invece una spiegazione me la sono data: evidentemente tutto questo non fa piu’ notizia, il mondo si e’ abituato alle nostre bizzarrie democratiche e che ce la vedessimo fra di noi.
domenica 28 marzo 2010
il fallimento della terapia d’urto
Gli eventi in questo periodo si succedono a una velocita’ vorticosa, cosi’ mi sono dimenticata di raccontarvi come e’ andata a finire poi lo scorso fine settimana al lago. Prima di tutto devo dire che il posto mi e’ piaciuto e non era nemmeno poi cosi’ selvaggio. Un selvaggio accettabile, direbbe la city girl che ho dovuto uccidere per venire a vivere in Texas. Il giorno in cui siamo arrivati la temperatura era sopra i venticinque gradi, era perfetto. Abbiamo fatto il fuoco, le passeggiate e tutto quello che si fa in questi casi. La mattina dopo ha cominciato a fare sempre piu’ freddo, finche’ non ha cominciato a nevicare e siamo tornati a casa per paura di rimanere intrappolati sui monti. Domenica mattina qui a Dallas, ci siamo svegliati con la neve. E il giorno successivo, lavorativo chiaramente, siamo ritornati ai soliti venti- venticinque gradi e sole che spacca le pietre. E’ stato tutto piuttosto surreale. Come se una mano occulta avesse agito con estrema precisione per rovinarci il fine settimana, come se ogni volta che cercassimo di andare incontro alla natura, metaforicamente di abbracciarla, lei ci scacciasse via seccata. Non e’ la prima volta.
Pero’ pensavo. Questa settimana una bambina di otto anni della mia scuola si e’ rotta una gamba. Deve muoversi sulla sedia a rotelle e probabilmente ne avra’ fino alla fine dell’anno scolastico. Eppure e’ felice! Non l’ho mai vista cosi’ raggiante e di buon umore. Dice che non le fa male e adora raccontare cosa e’ successo e essere servita da tutti i suoi compagni e familiari.
Cosi’ si fa. Bisogna rivoltare le sfortune a proprio favore.
Adesso mi concentro e cerco di trovare un motivo per cui la nevicata di ventiquattro ore nel mezzo della privavera, l’unica volta che abbiamo deciso di andare praticamente in campeggio, e’ stata una buona cosa.
Niente.
venerdì 26 marzo 2010
rai per un pomeriggio
Anche se – causa avvilimento – e’ da un po’ che non ne scrivo, seguo sempre la situazione italiana e cosi’ ho aspettato con curiosita’ il programma speciale di Santoro, Raiperunanotte. Purtroppo, lavorando ne ho potuto guardare solo il finale, che e’ andato in onda qua nel tardo pomeriggio, ma ho apprezzato molto quello che ho visto e soprattutto l’idea, il non mettersi in un angolo a lamentarsi, ma il prendere in mano la situazione e farsi sentire per provare a smuovere le acque finalmente. Perche’ di gente che aspetta che qualcosa si muova in Italia (e non solo evidentemente) ce n’e’ davvero davvero tantissima. Devo confessare che sulla tarantella finale mi sono anche commossa. Solito sentimentalismo da emigrante o era davvero un bel momento per il nostro paese? Non lo so, ma da qualche parte bisognera’ pur ricominciare e questa partecipazione di massa a un evento di protesta mi sembra un gran bel segno.
Certo che pero’ forse se smettessi di ascoltare Gassman che recita poesie sulla morte durante la pausa pranzo sarei un po’ meno sensibile.
mercoledì 24 marzo 2010
perche’ lui e’ un creativo
- Lo sai che la settimana scorsa ho fatto una proposta al lavoro e, non me lo immaginavo, ma mi hanno preso tutti sul serio?
- Che bello e cosa cosa hai proposto?
- Una massaggiatrice, arriva domani.
[…]
martedì 23 marzo 2010
go ahead, make my day - la legge del far west
Avrei voluto scrivere di tutt’altro oggi, ma c’e’ una storia di cui si sta parlando molto qui, una di quelle che difficilmente arriveranno in Italia, e che sembra perfetta per farvi (farci) capire qualcosa in piu’ di questo strano posto in cui vivo. Allora, e’ successo che un petroliere di Dallas ha comprato un terreno a ovest, nella zona di Albilene e i suoi bufali sono scappati entrando nella proprieta’ di un altro rancher. Questo spiacevole inconveniente si e’ verificato piu’ di una volta causando le lamentele del vicino. Bisogna tenere presente infatti che i bufali sono animali imponenti, potenzialmente molto pericolosi e il cui passaggio puo’ causare numerosi danni. Dopo una serie di tempeste che all’inizio dell’anno hanno divelto le staccionate del suo ranch, il petroliere e’ andato a controllare i suoi bufali e ha visto che ne mancavano diversi. Ha cosi’ chiesto infomazioni al vicino che con soddisfazione gli ha detto di aver sparato a tutti i bufali che aveva trovato sulla sua terra, cinquanntuno. Cinquantuno bufali uccisi per una idiota questione di principio.
I due se la vedranno in tribunale, ma i poveri bufali oramai non li riporta indietro nessuno.
Quello che e‘ interessante e’ capire la mentalita’ che ha portato a uno scontro simile. Il tale che ha sparato ai cinquantuno bufali e’ in teoria nel giusto. Ha semplicemente applicato la legge secondo cui se entri nella mia proprieta’ illegalmente sono libero di ucciderti e nessuno puo’ condannarmi. Una legge conosciuta come make my day da una famosa frase pronunciata da Clint Eastwood in “Sudden impact“, in italiano “Coraggio…fatti ammazzare” (chissa’ chi li traduce i titoli dei film poi…).
In questo caso e’ particolarmente difficile (almeno per me, sarei tentata di vedere tutto bianco o nero) ma come sempre bisogna cercare di andare oltre le apparenze per provare a capire meglio. Dice che il problema e’ che non puoi semplicemente arrivare dalla grande citta’ e comprarti un pezzo di terra ignorando le consuetudini di quella comunita’. Probabilmente se invece di un petroliere di Dallas i bufali fossero ripetutamente scappati a qualcuno della zona, tutto questo non sarebbe successo. Sarebbe stato ucciso dopo ripetute infrazioni un solo animale come azione dimostrativa, questo dicono gli esperti, ma mai tutti quanti in quel modo. Si tratta di una sorta di campanilismo in salsa texana portato alle estreme conseguenze. Un episodio che riporta in auge la nota rivalita’ fra grandi e piccole citta’, quella rivalita’ su cui Sarah Palin ha costruito tutti i suoi clamorosi successi durante la campagna presidenziale di due anni fa. Quello che trovo inquietante pero’ e’ che una persona che agisce con crudelta’ e assoluta mancanza di buon senso sia supportata dalla legge, una legge del far west appunto.
E che quelle atmosfere da film non fossero poi cosi’ lontane me lo aveva gia’ insegnato il nonno del far west, che proprio in questi giorni l’hanno scorso ci ha lasciato e che mi fa piacere ricordare stasera. Lui, il nonno, una volta trovo’ un cavallo sulla sua terra. Se ne prese cura per mesi fino a quando la voce del ritrovamento arrivo’ al legittimo proprietario che venne a riprenderselo e rimborso’ il nonno delle spese sostenute.
E’ questo l’unico far west che posso apprezzare, ma purtroppo nel far west, come dentro a ogni persona, ci sono tante cose.
lunedì 22 marzo 2010
la riforma sanitaria, finalmente
Il Congresso ha appena approvato la riforma sanitaria ed e’ un gran bel momento. Certo sono stati fatti molti compromessi, ma come ha detto Obama stasera, sebbene questa riforma non sia ancora radicale, e’ una riforma ‘maggiore’, un passo nella giusta direzione. Questo presidente ancora una volta e’ arrivato la’ dove nessuno prima di lui era riuscito e ancora una volta dobbiamo dirgli grazie. E credo che il ringraziamento in fondo debba venire, non solo da noi che viviamo in questo paese e con le pratiche disumane delle assicurazioni sanitarie dobbiamo fare i conti tutti i giorni, ma da tutti quelli che nel mondo credono nel progresso e in un cambiamento vero della societa’ occidentale. Qui si parla di diritti civili, di uguaglianza ed e’ un privilegio essere parte di questo momento storico in qualche modo. Durante il discorso di stasera Obama e’ apparso stanco come non mai e ha sottolineato ancora una volta che la gente ha reso possibile tutto questo, che si tratta di una riforma che arriva dal basso e io questo ho avuto modo di vederlo con i miei occhie e posso testimoniarlo.
Tira proprio una bella aria stasera.
domenica 21 marzo 2010
venerdì 19 marzo 2010
terapia d’urto contro la computer dipendenza
Arriva il momento in cui nonostante tu abbia provato a negarlo in ogni modo, devi ammettere di avere un problema con la tecnologia. Tutto quello che fai e’ in un modo o nell’altro legato a un computer. Ti piace la fotografia? Ti serve un computer. Ti metti a scrivere? Usi il computer ovviamente. Lavori? Tutto sul computer manco a dirlo. Vuoi organizzare una serata? Per prima cosa consulti i siti dei locali, perdi ore a capire se c’e’ qualcosa che ti interessa e dove, tiri giu’ l’indirizzo, lo carichi sul gps e vai. Vuoi guardare un film? Controlli sul computer cosa e’ disponibile su Netflix o cosa danno al cinema. Se sei indeciso fra due film vai su Youtube e ti guardi i trailers. Devi comprare un’aspirapolvere? Vai su Consumer reports, valuti l’elettrodomestico piu’ adatto e poi ti butti su Amazon o qualcosa del genere per comprare che’ spendi meno e fai prima che andare in un negozio. Vuoi parlare con gli amici dall’altra parte del mondo? Lasci il computer perennemente acceso su skype. E poi c’e’ Facebook per gli amici che non usano skype e anche per quelli vicini, che’ oramai il telefono, almeno per chiamarsi, non lo si usa piu’. (Lo si usa, chi lo usa, ogni volta che si esce per scattare continue e imbarazzanti foto e postarle in diretta su Facebook in modo che la tua banalissima uscita diventi una sorta di esperienza collettiva su cui chiunque ovunque puo’ dire la sua in tempo reale, ma quello e’ un altro discorso). Vuoi ascoltare la musica? Colleghi il computer allo stereo che’ cercare fra decine e decine di cd sarebbe una perdita di tempo. Vuoi fare una vacanza? Prenoti tutto su internet: costa molto meno di un’agenzia di viaggi e si fa prima. E potrei andare avanti cosi’ all’infinito. Sono un caso disperato, uso il computer perfino quando lavo i piatti!
L’impressione e’ che tutto sia piu’ semplice e rapido, ma alla lunga e’ come se ti rubassero il tempo, in fondo. E soprattutto causa dipendenza. Hai bisogno di leggere le news online, di controllare la mail, il blog, skype, ecc. ecc. per prima cosa appena sveglio. E se non lo fai per qualche giorno ti senti a disagio, ti prende l’ansia, come se fossi fuori dal mondo e potesse succedere chissa’ cosa da un momento all’altro.
E cosi’ noi, qui, si e’ optato per la terapia d’urto per la mia riabilitazione: tre giorni in mezzo al nulla totale e vediamo cosa succede. Abbiamo affittato una casetta in riva al lago in un parco naturale non troppo distante da qui. All’inizio mi sembrava un’idea geniale: stare insieme, nella natura, passeggiare con i cani felici nel bosco. Poi man mano che passavano i giorni ha cominciato a salire l’ansia. Chiunque abbia saputo della nostro fine settimana avventuroso, ci ha messo in guardia da qualcosa: zecche, animali feroci, cose normali. L’idea di andare al lago in Texas, non ha molto in comune con l’idea di andare al lago in Italia: scordatevi lungolago, baretto, ristorante panoramico, traghetti. Qui andare al lago vuol dire andare into the wild. Per di piu’ le previsioni -che quando abbiamo prenotato non davano altro che sole e caldo come sempre in queste ultime settimane!- hanno appena detto che un’improvvisa ondata di gelo con possibilita’ di neve (!!!) si abbattera’ esattamente dove andremo noi quando arriveremo noi. Questa settimana non me ne va bene una, e’ incredibile. Ma oramai si va e sia quel che sia.
giovedì 18 marzo 2010
che dite? meglio?
Abbiate pazienza, finira’ anche questa settimana, spero. E probabilmente la smettero’ di incasinare tutto il blog per noia (chissa’ dove sono finiti i commenti e anche tutti i vostri link…), lamentarmi, sbraitare e comunque essere del tutto inconcludente.
Piu’ del solito dico.
mercoledì 17 marzo 2010
questo spring break
Non mi capita spesso di annoiarmi, ma questa settimana mi sto un po’ annoiando.
[Si era abbastanza capito, eh?]
A differenza di tutti quelli che conosco e che giustamente mi odiano un po’ per questo, non ero per niente stanca e questa pausa era l’ultima cosa di cui avevo bisogno. La mia vera vacanza e’ il mio lavoro. Ho cominciato a intristirmi nel momento stesso in cui ho spento la luce e ho chiuso la porta della mia classe la settimana scorsa pensando di non poterci tornare per dieci giorni.
Ho un sacco di tempo libero, mille cose da fare in teoria, ma nulla di importante e cosi’ sto un po’ sprofondando in una sorta di malumore letargico che non mi fa entusiasmare per niente.
Mi sono messa a dipingere, come faccio sempre quando ho del tempo libero, e l’altro giorno e’ venuta una mia amica e mi ha detto:
- Bello, ma perche’ lo fai? Te lo hanno chiesto al lavoro?
Cioe’ uno non puo’ dipingere per il gusto di farlo? Che aridita’ ragazzi. Forse anche questo e’ parte del problema, non avere alla fine vicino le persone che vorrei, quelle che una domanda cosi’, non me l’avrebbero mai fatta.
lunedì 15 marzo 2010
foto gratis
L’altro giorno sono stata con gli acchiappaconiglietti al supermercato degli animali. Quel luogo mitologico in cui puoi comprargli un cappello da baseball oppure un piagiama, o degli stivali, quattro ovviamente, praticamente identici ai tuoi, o dove, se il cane disgraziatamente muore, trovi un conveniente set lapide–croce-urna funeraria con tutto il necessario per garantigli una vita eterna nei tuoi ricordi. A mia discolpa, posso dire che ero li’ semplicemente per fargli tagliare le unghie quando un membro del personale mi ha avvicinato dicendomi che quel giorno un fotografo offriva uno scatto in regalo. Mi e’ sembrata una cosa simpatica prima di tutto perche’ era gratis e poi perche’ quel giorno c’era anche il terzo acchiappaconiglietti e e’ impossibile per una persona qualunque scattare una foto di tre bracchetti allo stesso tempo. Fra questo momento e quello in cui la padrona del terzo acchiappaconiglietti ha sborsato sessanta dollari per la foto in omaggio non so bene cosa sia successo.
sabato 13 marzo 2010
la citta’ degli alberi fioriti
Considero Dallas la citta’ degli alberi fioriti. Si comincia ora con i grandi alberi dai fiori bianchi (peri ornamentali) che sbocciano dal giorno alla notte ovunque e si prosegue fino all’autunno con quelli in genere piu’ piccoli, ma dai colori piu’ vivaci, rosa, rossi, viola, un po’ di tutti i colori.
Il contrasto fra il colore blu intenso del cielo e quello dei fiori e poi il verde tutto l’anno, sono alcune delle cose che mi piacciono di piu’ della vita qui. Per questo, appena ci siamo trasferiti qui abbiamo piantato anche noi il nostro alberello bianco:
(Ovviamente e’ quello davanti)
Buon fine settimana!
venerdì 12 marzo 2010
al massimo ho appena perso ventimila dollari
Mi ha appena suonato una signora. Voleva il mio nome e il mio numero di telefono per iscrivermi a un concorso ed eventualmente vincere ventimila dollari. Gli ho detto no grazie, che gia’ si ricevono troppe telefonate indesiderate.
- No, ma il numero lo usiamo solo per chiamarla se ha vinto!
- [Sguardo ‘ma a chi la racconti”]
- Glielo prometto!
- E allora perche’ lo fate?
- Perche’ [e qui arriva la parte migliore]
la mia compagnia e’ stata comprata da un miliardario che per divertimento regala ventimila dollari a un fortunato estratto, just for fun!
Una delle scuse piu’ geniali che abbia mai sentito, sono davvero impressionata, complimenti.
giovedì 11 marzo 2010
ti vedo scritta su tutti i muri….*
Sui muri della scuola Flanders questa settimana sono apparsi numerosi poster che pubblicizzano l’asta di raccolta fondi (a favore della scuola stessa) con torneo di golf che si terra’ in aprile. Come sempre in questo mio piccolo mondo lavorativo, questo sara’ l’evento mondano dell’anno e tutte le elegantissime mamme che ci allietano quotidianamente con la loro presenza e le loro piu’ disparate richieste sono gia’ in fibrillazione. Ecco, il fatto e’ che su questi poster, campeggia il primo piano di una bambina della scuola, una scuola elementare. Si tratta di una bambina perfetta, da pubblicita’, con gli occhioni blu e quattro lentiggini proprio sul nasino alla francese. Semba che nessuno tranne la sottoscritta, ci abbia fatto nessun caso, ma non e’ un po’ troppo? Che messaggio si sta dando qui? E’ una scuola piuttosto piccola, come si sentira’ quella bambina, peraltro molto timida, a essere al centro dell’attenzione per oltre un mese, non per essere -che ne so- la protagonista della recita di fine anno, ma solo per il suo aspetto fisico? E come si sentiranno tutti gli altri, quelli che si chiederanno perche’ non sono stati scelti loro e inevitabilmente qualche conclusione la dovranno pur trarre?
Bah.
Mi faccio sempre troppe domande.
*In realta’ il titolo doveva essere: “L’adolescenza puo’ attendere. E anche l’anoressia”, menomale che ogni tanto mi autocensuro…
mercoledì 10 marzo 2010
l’italia dal cielo
Ieri sera sono incappata in un programma stupendo. L’Italia dal cielo. Di paese in paese di citta’ in citta’, uno splendore dietro l’altro con una musica dolce in sottofondo e una bella voce femminile che lentamente, sottovoce esaltava le immagini che pian piano scorrevano con un leggero ed elegante accento straniero.
Non riuscivo piu’ a cambiare canale. Era cosi’ rilassante e pulita l’Italia, perfino il traffico di Roma sembrava perfettamente ordinato. Sarebbe da guardare dieci minuti al giorno, subito dopo aver letto le notizie.
martedì 9 marzo 2010
che cos’e’ un sogno?
Ad alcune persone interssa lo sport, ad altri, la storia, ad altri ancora magari la moda o la cucina, a me interessano i sogni, in tutti i sensi. Sono una parte fondamentale della nostra vita e ci sfuggono, chissa’ come mai, chissa’ a cosa ci servono esattamente. Quindi leggo e sperimento quello che leggo perche’ si tratta di un campo in continua evoluzione che ha collegamenti con praticamente tutto quello che mi interessa dall’arte alla scrittura, alla storia, all’antropologia e alla psicologia ovviamente.
Un po’ di tempo fa ho guardato questo documentario, in cui in parte venivano affrontate tutte queste questioni.
Parla di esperimenti fatti per capire cosa sognano gli animali, per esempio, di alcuni disturbi del sonno e tante altre cose, e’ davvero fatto bene (come tutti i documentari Nova del resto). Parla anche delle relazioni fra l’apprendimento e il sonno e anche fra la formazione delle idee e quest’ultimo.
Mi e’ venuta voglia di raccontarvi queste cose perche’ e’ esattamente quello che mi e’ successo ieri sera. Pensavo a un progetto di gruppo da fare con i bambini piu’ piccoli, ci pensavo da qualche settimana veramente e questa mattina, ho aperto gli occhi e ce lo avevo davanti, chiarissimo.
Non e’ fantastico? Devo averlo sognato.
E ora e’ meglio che corra a metterlo in pratica, non vorrei far tardi al lavoro.
Ma voi? Avete mai sognato una buona idea o la soluzione a un vostro problema?
lunedì 8 marzo 2010
oscar 2010
Come oramai consuetudine vi racconto la mia notte degli Oscar. Quest’anno li ho guardati a casa di amici per la prima volta e sicuramente fra una chiacchera e l’altra ho perso un po’ di dettagli, ma c’e’ di buono che non mi pare sia stata un’edizione particolarmente memorabile. Anzi a dire il vero, sono delusa. Di film italiani, come tutti sanno, non ce ne erano e gia’ questo ha tolto un po’ di mordente alla serata. In compenso c’era la Canalis va bene, meglio di niente. Per di piu’ lo spettacolo e’ stato un po’ noioso e disorganizzato, soprattutto il finale con Tom Hanks che non e’ nemmeno riuscito ad annunciare il miglior film come si deve perche’ si era finito il tempo. Non ho visto tutti i film in concorso, ma di quelli che ho visto forse Up e’ l’unico che mi abbia davvero entusiasmato. Mi e’ sembrata un’edizione sottotono. Ma veniamo al punto. Io volevo che vincesse Gabourey Sidibe anche se il film, Precious, ancora non l’ho visto. [Finora mi e’ mancato il coraggio di guardarlo perche’ si preannuncia tristissimo. Certo, che’ sara’ mai dopo Marley and me]. Ad ogni modo, io volevo che vincesse lei, la protagonista, per principio. E’ una contraddizione? Non credo. In fondo perche’ si guardano gli Oscar? Per sognare. E allora cosa c’e’ di piu’ bello nell’America di Obama di guardare una ragazza come Gabourey Sidibe, una a cui e’ sempre stato detto che doveva cambiare, vincere e farlo esattamente come e’, senza cambiarsi di una virgola? Sarebbe stato splendido, un grande messaggio al di la’ di tutto. Ma non e’ andata cosi’, un’occasione mancata. Forse i momenti piu’ emozionanti sono stati la vittoria di Christoph Waltz per Inglorious Basterds e di Jeff Bridges per Crazy Heart. Per il resto, The hurt locker e Avatar l’hanno fatta da padrone, ma nonostante ne abbiano parlato per tutta la sera continuo a non avere nessun interesse particolare a andarli a vedere, tutto sommato non un buon segno.
Per fortuna che almeno e’ tornato il rosso.
E dalla vostra corrispondente da Dallas e’ tutto.
Buonanotte.
O buongiorno.
venerdì 5 marzo 2010
il cestino non e’ un buon posto dove conservare i file
Finalmente un mesetto fa ho preso il coraggio a quattro mani e ho rimesso a posto centinaia di file galleggianti nel mio computer. File doppi, file inutili, un lavoraccio. I file che non mi servivano li ho spostati ovviamente nel cestino, solo che quando ho finito, ho avuto un piccolo problema, non sono riuscita a svuotarlo. Lo so, e’ assurdo, ma non ce l’ho fatta. E’ che non butto mai niente, poi ogni tanto mi faccio inspiegabilmente prendere da questi momenti di delirio organizzativo, butto via tutto e poi mi pento. Cosi’ quando ho pensato a quel cestino da svuotare, con quel rumore orrendo…insomma, ho preferito rimandare un gesto tanto definitivo.
E se non avessi controllato bene? E se avessi buttato via per sempre qualcosa di fondamentale?
Ho preso tempo, ripromettendomi di darci un’occhiata prima o poi.
Ieri ho finalmente riaperto il cestino ed era vuoto.
Forse e’ meglio evitare di conservare i file nel cestino.
giovedì 4 marzo 2010
black history month
All’inizio, mi sono chiesta perfino se fosse giusto. Insomma, a prima vista mi era sembrata anche quella una discriminazione, una divisione: la storia e la storia dei neri. Poi pero’ ho capito che sono i fatti che contano. Se in questo modo si punta finalmente l’attenzione su una parte della storia mai sufficientemente esplorata e su personaggi che in modo concreto possono essere un valido esempio per tutti noi perche’ no?
Cosi’ un giorno, mi e’ stato chiesto da una maestra di usare l’ora di arte per fare dei ritratti da abbinare alle ricerche che i bambini avevano fatto su vari personaggi. Mi e’ stata data una lista di nomi e molti dei quali mi erano sconosciuti purtroppo, ma non mi sono persa d’animo e ho colto l’occasione per imparare qualcosa di nuovo anch’io.
La storia di Jesse Owens e’ una di quelle che mi hanno colpito di piu’. Si tratta del ragazzo nero dell’Alabama che, nel 1936, davanti agli occhi di Hitler vinse quattro medaglie d’oro, un record tutt’ora imbattuto. E poi tanti altri personaggi come George Washington Carver, per esempio. Nacque in una famiglia di schiavi, fu adottato dal suo padrone, divenne uno scienziato e si dedico’ all’insegnamento di sistemi di autosostentamento per gli ex-schiavi. Donne incredibili come Herriet Tubnail che fuggi’ dalla schiavitu’ nella quale era nata e divenne una spia durante la guerra civile. Fu la prima donna a guidare una spedizione armata in una guerra e libero’ piu’ di settecento schiavi. Nella mia lista ci sono anche diversi nomi noti come Martin Luther King e Rosa Parks, ma anche un personaggio come Bill Cosby che non e’ solo un attore come pensavo, ma anche un educatore e una figura di spicco della cultura afroamericana.
Le nebbie molto lentamente si diradano.
mercoledì 3 marzo 2010
ma secondo me c’e’ un errore
martedì 2 marzo 2010
testiamoci!
E’ un periodo che mi sto appassionando ai test psicologici, un passatempo come un altro. Mi sono comprata questo per esempio e mi sto divertendo un sacco a provare tutti i test che ci sono dentro.
Certo bisogna ammetterlo, questi test a volte ti danno da riflettere e a volte, la maggior parte forse, sono delle banalita’ immense, ma oggi ne ho trovato uno fantastico. L’abbiamo fatto in due e ci ha preso in pieno.
Eccolo qui, se avete cinque minuti da perdere. E’ un test per capire la vostra attitudine professionale.
Fatemi sapere se funziona anche per voi!
lunedì 1 marzo 2010
mi arrendo
Il compito era quello di progettare l’arredamento di una stanza un po’ come faceva Matisse, con tanti motivi colorati e magari una bella finestra a fare da contrasto fra il dentro e il fuori.
Alla fine dell’ora, tutti mi consegnano i loro progetti e mi spiegano cosa hanno fatto. Quando arriva il suo turno, noto che, al contrario di tutti gli altri, ha fatto una stanza vuota e una finestra in cui invece succede di tutto.
- Interessante, ma come mai la tua stanza e’ vuota?
- E’ una casa nuova.
- Ah. Bello il paesaggio dalla finestra. E quel quadratino nero?
- E’ un quadro, il pittore l’ha dipinto tutto nero.
- Ah. E quel rettangolino microscopico?
- E’ un cassetto.
- Un cassetto in una stanza vuota?
- Si perche’ non hai mai visto un cassetto in una stanza vuota?