In questi giorni dopo il rientro, come e’, credo, facile capire, e’ scesa un po’ di malinconia. Va tutto bene, ma mi rendo conto che una scelta e’ tale sempre, che prenderle certe decisioni costa, ma portarle avanti forse ancora di piu’ ed e’ un prezzo (relativo poi, se la felicita’ ha un prezzo) che si paga tutti i giorni in un certo senso. Cosi’, mi guardo un po’ intorno. Sono le sette del mattino e sono sveglia da due ore. Il fuso orario mi sta facendo vedere delle albe incredibili, proprio qui dal mio backyard. Quando mi sono trasferita qui avevo deciso di fotografare il cielo almeno una volta al giorno, ma ho smesso quasi subito, chissa’ perche’.
Ieri, tornando a casa dal lavoro, sentivo Bill Clinton a proposito del terremoto di Haiti. La giornalista gli faceva una domanda terribile. Qualcosa tipo: Haiti e’ uno dei paesi piu’ poveri del mondo e recentemente sembrava in una fase di leggera ripresa, dopo questa catastrofe potranno mai risollevarsi? Lui, che era li’, che a quanto pare li’ ci va da trent’anni ad aiutare e li’ conosce molte persone, comincia con un well per prendere tempo, poi fa per dire qualcosa lentamente, sceglie le parole con cautela. Poi si ferma all’improvviso, come per gettare la maschera per un istante prima di rientrare nel suo ruolo istituzionale. E dice senza esitazioni quasi con rabbia, solo una cosa: le conseguenze di qualunque tragedia nella vita sono determinate dal modo in cui a quella tragedia si risponde. Un’osservazione semplice tutto sommato, ma profonda, che parla di forza e di autodeterminazione sempre. Raramente ascoltare il telegiornale italiano, mi suscita questo genere di riflessioni. Specialmente ora, dopo quello che e’ successo in Calabria. E’ successo quando ero in Italia presissima da tutti i miei giri e non ho avuto per niente in quel momento la misura della gravita’ di quei fatti. Una notizia fra le altre, non avevo minimamente capito. Ma perche’ non ne parlavano tutti dappertutto? E’ una roba gigante, mostruosa. Non so in tv, ma su internet dalle homepage dei maggiori quotidiani la notizia e’ gia’ sparita. Ieri, lavavo i piatti e guardavo Blob, l’unico programma che ti da’ davvero un’impressione della situazione italiana, a mio parere. E’ possibile che le uniche parole sensate in televisione siano venute da Pippo Baudo? Spero tanto di no. Ho ancora nelle orecchie quelle grida scomposte sono delle bestie, se ne devono andare. Proprio durante il mio viaggio, il mio vicino di casa (calabrese, ironia della sorte), chiedendomi come era l’America, mi faceva notare: – Ma il razzismo? Eh l’America deve essere un paese razzista con il Ku Klux Klan e tutto…
E’ inutile stare qui a raccontarcela, se quelli con la pelle scura, dovunque e comunque, sono i piu’ poveri della terra, il razzismo c’e’ ed e’ dappertutto. La differenza secondo me sta fra chi lo riconosce e lo combatte e chi se lo vive in maniera bestiale e poi fa finta che non sia successo niente.
4 commenti:
Un cielo infuocato cosi' non credo d'averlo mai visto.
Mi è piaciuta molto l'immagine che hai dato di Clinton - intendo dire, il susseguirsi di stati 'danimo diversi e infine la sincerità.
Aliena in certi luoghi, hai ragione.
noi , gli italiani, siamo sempre stati razzisti solo che una volta non eravamo abbastanza ricchi per potercelo permettere.
Giapatoi ( Splinder)
Because choices need time, the fulness of time, time being the horizontal axis of morality - you make a decision and then you wait and see, wait and see... (Zadie Smith)
sai che ho una foto molto simile scattata ad amarillo due anni fa? pensavo fosse qualcosa di unico... ma, a questo punto, solo perché non conosco il texas! bentornata, amica.
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