Ogni tanto ho ammorbato persino voi che passate di qui con le mie paturnie lavorative e la consapevolezza di dovermi cercare un lavoro piu' attinente ai miei studi ora che con la lingua me la cavo un pelo meglio. E invece l'insicurezza, la comodita' in fondo e altri pensieri me lo hanno sempre impedito. Qualche mese fa ci avevo anche ragionato a tavolino con un'amica che si intende di queste questioni ed era venuto fuori che il mio lavoro ideale era insegnare arte al college oppure in una scuola. Un lavoro in ambito artistico, creativo, ma lontano dall'ambiente aggressivo e snob dei musei. Mi aveva dato delle dritte, dei nomi e dei numeri di telefono, ma io presa da tutt'altro avevo deciso di pensarci dopo e di rimandare, possibilmente all'infinito.
E' successo pero' che un po' di tempo fa, la direttrice e' venuta a cercarmi a scuola e mi ha chiesto se per cortesia il giorno dopo avevo una ventina di minuti da dedicarle dopo il lavoro perche' aveva delle domande da farmi. Domande. Ma che domande? Cosi', puntuale come non mai, mi sono presentata nel suo ufficio un minimo agitata e anche molto curiosa. Supponevo di non aver fatto grandi danni, o per lo meno lo speravo, ma non immaginavo proprio cosa potesse volere da me.
Li' e' successo l'inimmaginabile.
Mi fa sedere e tutta seria mi dice che c'e' il nonno di un ragazzino che oltre ad essere molto ricco, e' anche un grande collezionista e appassionato di arte e sta pensando seriamente di fare una donazione alla scuola che serva a pagare un'insegnante di arte appunto per i prossimi tre anni. La domanda era se io fossi interessanta a essere eventualmente quell'insegnante. La risposta e' stata SIII. Cioe' - rientrando in me- certo, ne possiamo discutere, eventualmente, eh.
Il problema a quel punto era convincere il misterioso benefattore. Cosi' ho passato un intero weekend cercando di mettere giu' un progetto che avesse un senso per tutte quelle classi e sembra che sia andata bene. Il lavoro che volevo e che non ho mai cercato mi e' caduto praticamente in testa. Non mi e' mai successa una cosa del genere, e' come vincere la lotteria, non riesco ancora a crederci. E francamente comincia a essere un po' ridicolo visto che oramai lo so da un po'. L'altro giorno ho anche ricevuto il mio contratto, ho visto la mia classe... a questo punto immagino di non essermelo sognato. E' che, con tutte le disavventure che mi sono successe ultimamente, ho sviluppato la stupida paura che le cose a cui tengo mi vengano portate via proprio mentre comincio a sentirle mie e ne ho piu' bisogno. Dovrei fare i salti di gioia per la miseria. E si', sono contenta per carita'. Sono contenta che a scuola non si siano dimenticati delle mie competenze e anche di avere la possibilita' di fare quello che volevo e per di piu' in un ambiente che mi e' oramai familiare. Pero' e' strano, i salti di gioia ancora no, si vede che non e' il periodo. Ma sta arrivando, eccome se sta arrivando.
14 commenti:
Ma... ma... ma che bello!
Congratulazioni!
ma graande! qui mi permetto qualche balzello di gioia per te nell'apprendere la bella notizia :-)
evviva! che bello, riesco ad immaginarmi la tua soddisfazione e soprattutto la tua incredulità.
[se posso permettermi le solite parole da nonna abelarda: anch'io ho smesso di fare i salti di gioia: come a te, anche a me è rimasta la grande paura di perdere tutto.
si cresce, si cambia e purtroppo ci si disincanta.]
le menti migliori se ne vanno dall'Italia...
miko: grazie!
ginevra: :)
cowdog: si, pero' io conto di riprendermi e tornare a saltellare ;)
dilaudid: ti assicuro che qui non si tratta di un cervello in fuga. purtroppo (!).
Congratulazioni!!!! è vero che quando gira male, gira male in tutti i versi, ma non può girare sempre male, vedrai che piano piano le cose miglioreranno anche negli altri campi!
un abbraccio
Silvia
son proprio contenta per te... :.)
tutto torna.. :))
mi unisco alle congratulazioni di tutti. sono felicissimo per te!
lo meritavi da tempo, ed è una bellissima fortuna che ti caschi a pennello.
vero: what goes around comes around.
poi c'è un'altra cosa, una riflessione personale che forse capita a proposito. ho fatto per mesi dei temp jobs in ristoranti, e tutti i colleghi mi dicevano "ma chi te lo fa fare, con il tuo livello di inglese" e commenti simili. alle volte sono stato addirittura cacciato da certi ristoranti perché non gli piaceva come lavoravo. all'inizio mi dava fastidio, poi ho cominciato a prenderla alla leggera. ho riflettuto sulla tua teoria dell'autoboicottaggio (devi registrare il marchio, dico davvero). e mi ci è voluto un po' per capire una cosa ancora più importante. che erano tutti segnali, a volte discreti a volte evidenti come una scritta luminosa in autostrada, che semplicemente dovevo smetterla di autoboicottarmi e sottostimarmi. ora per fortuna va bene, e sai che ho trovato una cosa che cercavo da tempo. ma guardando indietro ho riflettuto sul tempo in cui mi sono sottostimato. a volte ci penso con senso di colpa. altre volte ricordo, come diceva Eva in Demian:
"Ripensi al passato e si chieda: è stata proprio tanto difficile la strada? Soltanto difficile? Non era anche bella? Ne avrebbe lei saputo una più bella e più facile?"
ma congratulazioni! e' splendido che tu sia riuscita a coordinare (i) il lavoro (ii) le tue competenze e (iii) la permanenza nella Scuola Perfetta :)
silvia: grazie, e' proprio quello che dice sempre il mio papa'
sariti: grazie!
elisen: ma speriamoooo :)
eccemarco: mi fai venire voglia di rileggerlo, ma non credo di averlo qui...uff
ad ogni modo, forse sono tutti gradini che ci tocca fare per capirci e per arrivare dove dobbiamo arrivare. il consiglio di mr. j. per i colloqui e' diventato un mantra confident but not arrogant confident but not arrogant confident but not arrogant confident but not arrogant... e stavolta e' andata :)
fabrizio: grazie!
Che bello! sono proprio contenta di aver letto questa notizia...so che ci metterai una grande passione, in bocca al lupo :)
grazie, crepi, un bacione!!
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