Questa mattina ho letto che e' morto Ivan della Mea e, come sempre accade in questi casi, per tutto il giorno mi ha accompagnato il suo ricordo. Oltre alla tristezza per la sua prematura scomparsa, mi sono sentita estremamente fortunata ad averlo conosciuto seppur brevemente. Era il 2005-2006 e stavo facendo delle ricerche sulla storia dell'associazionismo in Lombardia. Parlai con lui spesso per telefono e mi mandarono anche a intervistarlo un paio di volte. La prima volta che lo incontrai ci fu una notevole nevicata, di quelle che fanno ritardare tutti i treni e gli autobus, ma lui si presento' all'appuntamento di sabato mattina, anzi arrivo' prima di me e mi sembro' una bella cosa. Certo di domande non gliene feci molte. Bastava dargli un semplice la e lui partiva e raccontava e si infervorava e intorno a lui si creava un silenzio pieno di interesse. Fu sempre disponibilissimo nei miei confronti, sembrava gli facesse piacere di per se' condividere la sua visione delle cose, raccontare. La prima volta che gli telefonai all'istituto de Martino in Toscana onestamente non sapevo chi fosse, ma non impiegai molto a subodorare la sottile aura mitologica che lo circondava tra i miei conoscenti e colleghi. Venni a conoscenza cosi', dei Dischi del Sole, della sua esperienza come giornalista e tutto il resto. Mi colpi', quando poi lo incontrai, oltre alla piacevolezza del suo eloquio, il suo senso dell'umorismo e la lucidita' della sua analisi storica della Milano contemporanea. Era il periodo in cui con grande sofferenza, stavo decidendo di trasferirmi qui e le conclusioni che lui aveva tratto dalle alterne vicissitudini della citta' mi diedero da riflettere ben oltre l'ambito della mia ricerca. Quando ero come una pagina bianca, anche lui, a modo suo ha lasciato il suo segno su di me, e per questo lo ringrazio e per questo non lo dimentichero'. Non dimentichero' che nonostante la sua salute gia' vacillasse, aveva gli occhi vispi e sempre allerta e poi che aveva sempre un aneddoto pronto e soprattutto che sapeva come raccontarlo. Gli piaceva giocare a briscola e farsi un bianchino o forse solo passare un po' di tempo con gli anziani del Corvetto. Trattava tutti allo stesso modo, con la stessa curiosita' e la stessa voglia di capire sia i vecchi che i giovani. Anche se forse i giovani li capiva un po' di piu'.
P.s. Mi fanno sapere che il 16 giugno alle ore 11 si ricordera' Ivan della Mea presso il Circolo ARCI Corvetto in via Oglio, 21, a Milano.
6 commenti:
mi ha fatto piacere leggere questo tuo ricordo.
io l'ho "conosciuto" praticamente da bambina quando lo ascoltavo a qualche concerto, al seguito dei miei genitori.
l'idea, mantenuta negli anni, di una bella persona.
Illuminazione: la terra è proprio una e una sola. Anche mondi che sembrano distanti e refrattari l'uno all'altro ieri si sono trovati insieme, nei pensieri di una persona che li contiene tutti e due a Dallas.
ciao
roberto
Per chi capita su questa pagina in cima a Google e non riceve la newsletter dell'IEDM:
... saluteremo Ivan martedì 16 giugno alle ore 11 presso il Circolo ARCI Corvetto in via Oglio, 21, a Milano ....
Rodolfo
e.l.e.n.a. assolutamente
roberto: ti ringrazio molto per questo commento
rodolfo: ho datto un'occhiata e pare ci stiano capitando in molti, quindi aggiungo un paio di link, che renderanno tutto piu' semplice.
saro' li' con voi domani, con il pensiero.
non conoscevo ivan della mea, ma i tuoi pensieri sono belli e toccanti, e mi ricordano a mia volta di chi con poche parole mi coglieva e mi comprendeva. e non era giovane. ma colto e sensibile.
Sto leggendo molti post al proposito. Una triste notizia!
CINEMAeVIAGGI
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